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| 07 ottobre 2018, 10:00

Vita da mamma: la piscina, ovvero come sopravvivere all'appuntamento settimanale sportivo con i vostri figli

Varchiamo l'entrata della piscina: quest'anno abbiamo optato per la Rari Nantes Imperia. Cosa succederà?

Vita da mamma: la piscina, ovvero come sopravvivere all'appuntamento settimanale sportivo con i vostri figli

La piscina. Il nuoto è uno sport completo e fa crescere in salute. E questo tenetelo a mente perché sarà il mantra che vi ripeterete ogni settimana, quando arriverà il momento di portare i bambini in piscina.

Sacca preparata al mattino prima di portarli all'asilo  con dentro due costumi di ricambio a testa, perché non si sa mai, cuffie di puro caucciù' che non entrano nemmeno con il calzascarpe, ciabattine infradito dismesse dal mare e accappatoio a poncho, che si infila al volo senza troppe pretese.

Varchiamo l'entrata della piscina: quest'anno abbiamo optato per la Rari Nantes Imperia. Abbonamento come lasciapassare per entrare negli spogliatoi: in tasca; sguardo metal detektor di chi sta alla cassa per ricordarsi se sei uno degli iscritti o uno che fa l'imbucato: passato; masse di genitori che non si sa bene se siano li aspettando che i propri figli abbiano finito o se debbano ancora iniziare o se prediligano l'atrio della Rari come luogo di socializzazione: scansato.

Ci avviamo verso gli spogliatoi ostentando quella spigliatezza tipica di chi non ce l’ha. Lo scenario è superiore alle aspettative: tanti bambini, accompagnati da tanti genitori, in alcuni casi anche nonne e zie perché  più siamo e meglio stiamo, ma d'altro canto anche tanti armadietti per riporre le borse, molti spogliatoi per cambiarsi, docce e phone in numero perfetto e discreta privacy per rincorrere i propri figli.

Fuori dallo spogliatoio  i bimbi nuotatori vengono divisi in gruppi dalle istruttrici che, con una memoria e una pazienza invidiabili, oltre al fisico altrettanto invidiabile, chiamano il gruppetto di nanetti con in testa le cuffie più assurde che nemmeno i puffi nella puntata di carnevale avrebbero osato tanto. Mano per mano, si ricordano i nomi di tutti i bimbi che, come per magia, se fino a 3 minuti prima  rischiavano di far aumentare il livello dell'acqua con il loro frigno capriccio, ora sono diventati tutti piccoli lord e seguono le istruttrici in perfetta fila indiana, senza più considerarti.

Tra il caldo esotico delle piscine e la sudata appena finita per prepararli al grande evento, respiri anche se non ti sembra vero che il più sia fatto e ti vai comodamente a sedere sugli spalti, per guardare l'esibizione migliore della giornata che di sicuro non sarà quello di tuo figlio, che già da lontano sta per essere ripreso perché si è tuffato in acqua senza permesso. Questo è il momento in cui ti dilegui, fingendoti uno spettatore casuale, scendi le gradinate e vai alla reception. 

Qui le signore tra un abbonamento, una telefonata, e 1000 genitori che hanno bisogno di informazioni, riescono, fra tutte le facce li presenti, a capire che la tua è una di quelle da bollino rosso. Così una delle due ti allunga un foglio con degli orari dicendoti: “se vuole mentre i suoi figli fanno lezione lei può frequentare uno dei corsi che abbiamo predisposto in contemporanea, per far sì che possiate essere a poche vasche di distanza, assieme.  O, in alternativa può rilassarsi  al nostro bar”.

Afferri il foglio con gli orari e insegui la scritta BAR così come farebbe Bolt quando sta per arrivare al traguardo. Effettivamente una lezione di acqua fitness nello stesso orario in cui i miei ragazzi fanno nuoto, non sarebbe così male.

Non fai in tempo a finire di bere la tua tisana rilassante in quell'attimo di pace dove quasi ti sembra di essere tornata in vacanza, che scatta l'ora e sai che se non correrai più veloce della luce, la nonna dell'amica di tua figlia ruberà la tua doccia, il tuo spogliatoio e non senza probabili collutazioni. Perché le nonne che portano i bimbi a nuoto, sono delle gran toste. 

Così vai, ti precipiti a bordo piscina, fingendo di essere stata li per tutta l'ora ovviamente, recuperi un figlio da un gruppo e l'altro dall'altro: nemmeno a dirlo, ognuno è l'ultimo dei rispettivi corsi e quando entri in sala docce: il fumo del calore  ti confonde. Prenoti la doccia poi ci piazzi sotto un bambino ma l'acqua non esce, perché era quella sbagliata. Allora trovi la giusta e li lavi assieme, e nell'operazione finisci nella doccia anche tu, vestita e con tanto di borsa. 

E via a ritroso, fino ad arrivare all’ultimo step: l'asciuga capelli. Dopo 1 ora e 15 i capelli di tua figlia sono asciutti, quelli di tuo figlio sono diventati rasta e tu non hai più sensibilità alle mani. 
Ma ce l'hai fatta, la lezione di nuoto è andata, e pensi solo ad entrare in macchina quando la mamma di un compagno dell'asilo, che va, senza figli e soprattutto con tacco 12 a fare acquabike ti ferma e ti dice ”Cara come ti vedo bene sei in forma splendida! Ma perché non vieni più spesso non ti vedo mai qui”.

E allora, guardi le tue pianelle, le tue bermuda e la maglia che ne fuoriesce malamente, per non parlare dei capelli, ormai sfatti e  trattieni il tuo pensiero perché i tuoi figli ti guardano come due che sanno che la bomba sta per essere detonata ma dal lato sbagliato. Annuisci e sorridi e arrivi alla macchina.

E per questa volta è andata. Missione compiuta: i bambini sono felici, ma stremati, segno che dopo cena crolleranno in tempo record e tu, testarda più che mai decidi che alla prossima lezione brucerai il doppio delle calorie perchè oltre a rifare tutto l'iter pre e post piscina ti iscriverai ad acquabyke e vederemo a fine anno chi sarà in forma splendida: chi si veste in bermuda fuori moda  ma fa due sport a settimana, di cui in uno è campionessa nazionale nella categoria “badante” sportiva dei propri figli o la signora tacco 12. E non finisce qui.

una Mamma

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