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Sanità | 04 novembre 2018, 07:25

Infermiere e salute: scaldare il cibo col forno a microonde aumenta il rischio di cancro?

Ritorna l’appuntamento con AIRC (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro) ed i loro preziosi consigli.

Infermiere e salute: scaldare il cibo col forno a microonde aumenta il rischio di cancro?

No, non vi è alcuna dimostrazione che l'uso del forno a microonde aumenti il rischio di cancro e ancor meno che il cibo scaldato con questo elettrodomestico possa essere meno nutritivo di quello cotto o riscaldato in altro modo. 

In sintesi: i forni a microonde scaldano il cibo grazie all'azione di radiazione a radiofrequenza, dotata di una bassa quantità di energia. Solo le radiazioni ad alta energia hanno potere ionizzante, cioè sono in grado di modificare la struttura subatomica della materia e quindi di indurre alterazioni del DNA che possono aumentare il rischio di cancro. Il cibo scaldato al microonde non è radioattivo, proprio perché non è sottoposto a radiazioni ionizzanti. Dal punto di vista nutrizionale, in molti casi è meglio cuocere gli alimenti col microonde che con i metodi classici. Il microonde è meno efficace della cottura classica nell'eliminare eventuali batteri o tossine che possono essere presenti nel cibo mal conservato, per cui il maggior rischio per la salute è legato all'eventuale cattiva conservazione dei cibi e al conseguente riscaldamento con questo sistema, poco attivo contro i microrganismi.

Per approfondire: i forni a microonde sono elettrodomestici che scaldano il cibo sfruttando l'interazione della materia (in particolare delle particelle di acqua e grassi contenute negli alimenti) con i campi elettromagnetici generati dall'apparecchio. Rispetto ai metodi di cottura classici (fornelli e forni elettrici o a gas), che scaldano per irraggiamento o conduzione partendo dall'esterno dell'alimento per arrivare all'interno, col microonde spesso cuoce prima la parte centrale, in particolare se è ricca di acqua o grassi, e solo successivamente quella esterna, più secca. Non si tratta di un metodo di cottura innovativo: il brevetto del forno a microonde è addirittura del 1946, il primo modello industriale fu commercializzato nel 1947 e i modelli più piccoli, adatti all'uso domestico, fecero la loro comparsa negli Stati Uniti sul finire degli anni Cinquanta. Ciò significa che abbiamo alle nostre spalle un numero sufficiente di anni di osservazione per poter affermare che si tratta di un sistema di cottura per cui non si sono evidenziati pericoli per la salute. 

La parola radiazione: perché si è diffusa la falsa credenza che il microonde possa aumentare il rischio di ammalarsi di tumore? Le microonde, che sono un tipo di radiazione a radiofrequenza, vengono assorbite dalle molecole di acqua e grasso che, grazie all'energia ricevuta, sono in grado di vibrare. L'attrito molecolare provocato dallo sfregamento genera calore e il calore a sua volta cuoce il cibo. È probabile che il fraintendimento nasca proprio dal termine "radiazione", una categoria a cui anche le microonde appartengono. I raggi X sono un esempio di radiazione, ma tale è anche la luce solare. La parola evoca la radioattività prodotta dalle centrali e dalle armi nucleari, o dagli elementi naturalmente radioattivi, di cui è nota la capacità di interagire con il DNA inducendo mutazioni genetiche che possono effettivamente provocare tumori. Non tutte le radiazioni sono però capaci di interagire col DNA: perché questo accada devono avere abbastanza energia per farlo, una caratteristica comune ai raggi X, gamma e anche ai raggi solari UV, che appartengono alla categoria delle radiazioni ionizzanti, cioè in grado di rimuovere un elettrone da un atomo o una molecola. È proprio la capacità ionizzante, legata all'elevata energia contenuta nella radiazione, a renderla pericolosa per il DNA. Le radiazioni a radiofrequenza a cui appartengono le microonde sono invece a bassa energia e sono di tipo non ionizzante. Hanno abbastanza energia per far vibrare gli atomi all'interno di una molecola, non abbastanza da allontanare un elettrone dal suo legame. Non sono quindi abbastanza potenti da indurre mutazioni nel DNA. Inoltre il cibo scaldato col microonde non è radioattivo perché non viene ionizzato: è esposto a quantità di energia insufficienti a provocare questo fenomeno. Di conseguenza anche gli alimenti cotti o scaldati con questo metodo non influiscono sul rischio di ammalarsi.

I rischi reali: poiché questo tipo di radiazione è ben assorbito da materiali ricchi di acqua, come i cibi ma anche come i tessuti umani, è bene che il microonde sia ben schermato: in caso di mancata schermatura, infatti, si rischierebbe una scottatura o una ustione. Dal punto di vista nutrizionale, è bene ricordare che il cibo cotto e scaldato è sempre più povero di nutrienti di quello crudo, perché molte vitamine e proteine si denaturano col calore: questo però vale sia per le cotture classiche sia per quelle con il microonde. Anzi, dal momento che col microonde alcuni cibi, come per esempio le verdure o il pesce, cuociono senz'acqua e in breve tempo, il valore nutrizionale di questi alimenti risulta addirittura più elevato del corrispettivo cucinato in modo più classico. Le radiazioni a radiofrequenza vengono emesse anche dai telefoni cellulari. Dal momento che alcuni studi hanno ipotizzato che una esposizione prolungata e diretta a questi apparecchi possa aumentare il rischio di sviluppare alcuni tumori, le istituzioni internazionali come lo IARC hanno provveduto a consigliare l'uso di distanziatori tra i cellulari e i tessuti umani: i telefoni sono sicuri se utilizzati con gli auricolari invece che a contatto diretto con la pelle, in particolare per evitare il riscaldamento localizzato dei tessuti. È abbastanza facile intuire che il problema del contatto diretto tra il corpo e la fonte delle microonde non si pone nel caso di forni utilizzati in modo corretto e ben schermati, come oggi previsto dalle normative industriali. 

In conclusione: quali rischi per la salute si corrono con l'uso del microonde? Nessun rischio legato al cancro, ma un maggior rischio di contrarre infezioni o intossicazioni per via della temperatura alla quale viene portato il cibo. Un alimento che è rimasto per qualche giorno in frigo, se scaldato in pentola e portato ad ebollizione, vede ridursi drasticamente la carica batterica. Lo stesso cibo lasciato per pochi minuti nel microonde potrebbe invece conservare una carica batterica elevata, che può provocare disturbi gastrointestinali. Per questa ragione si consiglia di utilizzare questo strumento solo per cibi freschi o conservati correttamente, per un tempo limitato in frigorifero.

                                                                            A cura e responsabilità di AIRC

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Compito dell’infermiere è la somministrazione della cura, il controllo dei sintomi e la cultura all’ Educazione Sanitaria.                                                        

Roberto Pioppo

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