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Politica | 07 novembre 2018, 14:20

Mandria allo stato brado nell’imperiese, Coldiretti: "Un pericolo concreto per le persone e le aziende"

G. Boeri: “La situazione è fuori controllo: serve una soluzione immediata”

Mandria allo stato brado nell’imperiese, Coldiretti: "Un pericolo concreto per le persone e le aziende"

Più di 300 bovini non custoditi continuano da tempo, a vagare indisturbati nei territori dell’entroterra dianese, distruggendo tutto quello che trovano sul proprio cammino, come orti, piante ed intere coltivazioni: non bastano le recinzioni a frenare gli attacchi, ma serve una strategia immediata e risolutiva.

È un problema che si è acuito enormemente con il passare del tempo, con questi animali, ormai inselvatichiti, che si sono spinti sempre più a valle alla ricerca di cibo, colpendo in maniera sistematica, i comuni di Diano Arentino, Diano San Pietro, Villa Faraldi, San Bartolomeo e il Golfo Dianese, entrando nei recinti delle aziende agricole presenti, e compromettendo oltre alle produzioni in campo anche quelle future, danneggiando irreparabilmente le piante.

“Questi capi in stato di abbandono  – afferma il Presidente di Coldiretti Imperia Gianluca Boeri e il Direttore provinciale Domenico Pautasso – si sono moltiplicati arrivando ad un numero ormai ingestibile. La questione riguarda in primis le aziende agricole della zona, che hanno subito danni per migliaia di euro, avendo perso interi vigneti, orti, siepi, fiori, alberi da frutto ecc...   ma è anche, a livello generale, un problema di sicurezza delle persone, nonché di igiene pubblica dal momento che anche le carcasse di questi animali rimangono abbandonate intaccando il suolo e le acque circostanti. Fino ad oggi a quasi nulla sono servite le manovre messe in atto dai Carabinieri Forestali e dalle Autorità competenti e, continuando a ricevere numerose segnalazioni, come Coldiretti Imperia siamo a chiedere che si intervenga per risolvere definitivamente e in tempi brevissimi la situazione. Se ciò non avverrà ci vedremo costretti a chiedere  un intervento decisivo alla Procura della Repubblica”.

C.S.

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