Sanremo ovvero l'elogio della distrazione, il pensiero di un nostro lettore

La distrazione. Provare a distrarsi a Sanremo e dimenticare se stessi e tutto il resto. Certamente era uno di questi il motivo di chi da lontano intendeva raggiungere la Città dei Fiori: distrarsi e abbandonarsi al fascino di uno dei luoghi più cortigiani dell'universo. Forse é ancora oggi, se pur in parte, così.

Un elogio della distrazione é dunque questo amore per Sanremo? Credo di sì. Le sue celebri atmosfere Sanremo le ha conservate tutte intatte e le propone sempre a chi capita da queste parti e si aggira per la Riviera come un segreto fantasma alla ricerca di una gioia ritrovata. ....nonostante che la rinomata qualità di un tempo sia,  a dire il vero, un po' sbiadita.

È comunque il continuo spostarsi senza una meta apparente, senza uno scopo preciso....ma creativo e proiettato in un futuro aurorale, senza un prima e ne' un poi....Quello che conta è aggirarsi e divagare, perdere il filo e ritrovarlo per uscire da un labirinto suggestivo e rientrarvi con la piena consapevolezza di restarvi.Non si sa perché, ma non si sa veramente che cosa si sia chiamati a fare a Sanremo. Ma ci si ferma lo stesso.

Magari non più a sognare come nella belle époque....però una dimensione onirica prende chi arriva qui tanto distrattamente. E proprio paradossalmente finisce per distrarsi ancor di piu (ed amare di farlo) e smarrirsi totalmente in questo angolo di mondo che nei secoli ha maturato persino un suo speciale patrimonio multiculturale e poliedrico....Non è un caso -circostanza da  non dimenticare- che già si annunci il Festival di Sanremo 2019 con tutta la sua carica di nuova e grande distrazione collettiva tra le europolemiche sulla manovra economica e gli echi delle fantascientifiche fascinazioni marziane di Insight.....