Mondo di poesie: "Miosotys e mandorlo: complicità inattesa" di Roberto Fiumara

Sofficemente verde… Tenera si ripiega, morbida, fresca dopo una delicata pioggerellina primaverile. Il cielo azzurro limpido risuona di canti allegri. Come se volesse riflettere il proprio influsso sulla terra, la tonalità del nontiscordardimé. Un acquerello delicato, pitturato su un foglio semplicemente ruvido, avvallato per assorbire il turchese, renderlo sfumato, come nuvole velate che scherzano con il sole. Adagiato sull’infinito terreno, con lo sguardo rivolto tra i rami.

La brezza accarezza i capelli, spostando petali sul viso disteso. Come fiocchi leggeri ricadono a terra, più vicini, o trasportati in lontananza, ricopriranno di bianco la natura che si risveglia, stropicciata dal torpore invernale. Leggermente arcuati, come ad accogliere la rugiada del mattino, smorzano l’aria e con essa vivono per essere cullati nella discesa. Sfiorano delicatamente. Se il silenzio potesse confrontarsi con la caduta dei petali di un mandorlo, la sua grandezza ridotta, come infinitamente più fine e leggiadro, ricco di bianco come insieme di tutti i colori.

Restare ad ascoltare il fruscio impercettibile, danzare, cercare il terreno che profuma di fresco, di luce. I raggi filtrano tra i rami scuri, i fiori nel prato risplendono spargendo vita con semplici forme rotonde. Respirare a pieni polmoni, sorridente di luccichii. Azzurro e bianco, con creazioni molto diverse e apparentemente lontani, ma così simili e complici, unitamente affascinanti. Donate un raggio di Sole, illuminerà.