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Politica | 20 dicembre 2018, 21:19

Imperia: il Consiglio Comunale approva all'unanimità la delibera che riaffida il porto a Go Imperia

Bocciato invece l’emendamento presentato dal capogruppo di ‘Progetto Imperia’ Luca Lanteri, già assessore ai porti al momento della costruzione, e votato da tutta la minoranza, che chiedeva una revisione del progetto con maggiore attenzione, nelle opere a terra, alla cantieristica e alla parte turistico ricettiva

Imperia: il Consiglio Comunale approva all'unanimità la delibera che riaffida il porto a Go Imperia

Il Consiglio Comunale, con l’approvazione all’unanimità della delibera di indirizzo proposta dalla maggioranza, riaffida il porto turistico alla Go Imperia. Una delibera, già presentata nei giorni scorsi alla stampa dal Sindaco Claudio Scajola, che prevede la proroga della concessione alla società in house del Comune di Imperia fino al 31 dicembre del 2019, per avviare una gestione in house finalizzata al completamento delle opere.

Per farlo, come ha ribadito Scajola questa sera, solo con un percorso di gestione che prevede l’incameramento dei beni da parte del demanio e con uno studio di fattibilità che possa portare il Comune a richiedere la concessione demaniale marittima.


Bocciato invece l’emendamento presentato dal capogruppo di ‘Progetto Imperia’ Luca Lanteri, già assessore ai porti al momento della costruzione, e votato da tutta la minoranza, che chiedeva una revisione del progetto con maggiore attenzione, nelle opere a terra,  alla cantieristica e alla parte turistico ricettiva.

L’emendamento chiedeva: “Di avviare una immediata revisione del progetto apportando una riduzione delle volumetrie delle opere a terra e un incremento delle funzioni legate alla cantieristica e al settore turistico ricettivo. Dovrà inoltre essere ripresa, ridefinita la progettazione delle opere di urbanizzazione non realizzate dalla Porto di Imperia Spa per garantire un’ottimale interpretazione dell’area portuale con la città”.

La pratica, nonostante sia passata all’unanimità è stata molto discussa in aula, anche perché tra i banchi della maggioranza e dell’opposizione siedono alcuni dei protagonisti della vicenda, a partire da Lanteri, ma anche il capogruppo di Forza Imperia Antonello Ranise, il suo collega Gianfranco Gaggero.

 “Con questo atto – ha detto Scajola al termine della presentazione della delibera - si può evitare di cadere come troppe volte nel passato, quando si è ritenuto che un dirigente del comune potesse prendere provvedimenti senza linee di indirizzo date dall’amministrazione”.

Il riferimento è all’atto di decadenza della concessione demaniale firmata dall’ex dirigente del settore porti Pierre Marie Lunghi. “Se l’attuale dirigente Giuseppe Enrico firmasse un atto del genere dal suo ufficio uscirebbe una persona sola”, ha detto Scajola sull’argomento nel corso della replica alle minoranze.

Il motivo di fondo per cui abbiamo ritenuto di procedere a questa deliberazione – ha detto ancora il Sindaco - è quello di far sì che il consiglio su questo tema dia un indirizzo preciso della sua volontà e obblighi i soggetti a operare per i punti della gestione provvisoria, in attesa che il demanio incameri i beni e di e riportare in vita il porto attraverso la concessione demaniale, possano far ripartire al più presto il porto di Imperia”.

Scajola ha ricordato la vicenda dei 92 posti barca attualmente non utilizzabili perché mancanti delle necessarie autorizzazioni “su cui è stata montata una vicenda mediatica, quando servirebbero circa 800 euro a posto barca per rimetterli in ordine, tenendo presente del valore da decine di migliaia di euro di ognuno di quei posti”.

Duro il Sindaco anche per quanto riguarda le vicende giudiziarie, che oggi, su volontà dell’amministrazione sono seguite da un solo avvocato “precedentemente erano sette. Credo che un solo avvocato possa avere una visione complessiva della vicenda”.

E’ evidente che oggi si può fare quello che non si poteva fare nel 2006. Per onore della storia e del precedente Sindaco Sappa, allora le risorse non c’erano e si è utilizzata la pratica come in tutti i porti turistici. Oggi la situazione è diversa perché il porto in grande parte c’è e l’investimento ce lo troviamo in casa, quindi le risorse per completarlo ci sono. Il tutto è subordinato al piano finanziario proposto con la richiesta di concessione. Il Comune mette un binario preciso su cui si muovono l’amministrazione e chi ha i compiti per raggiungere in tempi brevi e iniziare i lavori del porto e in questo modo riuscire ad averlo accogliente per il rilancio della nostra città”, ha concluso Scajola prima di lasciare spazio alla discussione.

Il primo a intervenire è stato il capogruppo di “Imperia al Centro” Guido Abbo. “Condivido la delibera e la presentazione fatta. – ha detto - Abbiamo una pratica per completare il porto che avrebbe fatto da volano fosse stato completato. Non ho la disonestà intellettuale di non votare delibera, l’impostazione generale è condivisibile e parte dalla delibera 65 del 2014 della precedente amministrazione che affidava l’affitto d’azienda alla Go Imperia. Il Comune per farlo ha definito il servizio come pubblico. Quella delibera ha fatto da stampella per supportare i proprietari dei posti barca, che, grazie alla delibera 65 del 2014 hanno acquisito uno status di interesse che consiste nel fatto che avendo erogato i denari debba essergli riconosciuto lo status di privilegiato rispetto a un nuovo acquirente. Questo deve servire per il futuro e ritengo sia fondamentale ridurre i contenziosi, allargare la platea soggetti coinvolti e far sì che la nuova concessione non sia viziata dai conflitti”.

Il capogruppo di Obiettivo Imperia Andrea Landolfi, ha fatto una cronistoria sulla vicenda porto lodando l’operato dell’amministrazione.

In sei mesi sono state affrontate le problematiche non affrontate dalle precedenti amministrazioni. L’ultima mareggiata ha dimostrato che le opere del porto reggono a dispetto di altre strutture. Nulla il porto ha potuto contro la forza distruttiva dell’uomo. La maggioranza ha deciso di far ripartire il porto, una vera svolta per il futuro di Imperia”.

A esprimere dubbi sulla gestione in house è il capogruppo socialista di Imperia di Tutti Imperia per Tutti Roberto Saluzzo.

Il gruppo è d’accordo sulla delibera che chiede il rinnovo e intanto valutiamo se vale la pena chiedere una concessione più lunga per completare i lavori. Certo che vogliamo il rinnovo, altrimenti il porto è chiuso. A oggi i dipendenti sono in capo alla Porto di Imperia spa, in affitto alla Go Imperia. Sarebbe interessante valutare a che condizioni prolungare contratto, ma il vero tema è cosa fare per il futuro. Sintetizzando, la delibera dice ‘buttiamo la palla in tribuna. Io sono d’accordo, ma si apra un tavolo di confronto politico con le minoranze, che ritengo necessario perché non è oggi che si decide il futuro, ma oggi  prendiamo il tempo per le valutazioni del secondo punto della delibera. Tutti hanno parlato di bontà della gestione pubblica, ma secondo me il tema è posto superficialmente. Vorrei partecipare al tavolo perché vorrei porre l’attenzione anche su altri scenari da valutare. Meglio chiedersi se il porto sia fatto bene o male anziché pubblico o privato, valutare se ci sono gli interessi pubblici nel completamento. La domanda da porsi è se si può rilevare un bene del demanio, un’altra domanda riguarda i benefici che si possono trarre dalla gestione pubblica, ma credo sia possibile dire che la gestione diretta sia sostenibile solo se connessi all’espletamento del servizio pubblico.

E’ doveroso approvare la delibera, ma bisogna anche valutare, come chiedeva l’ex assessore ai porti Zagarella, la doppia concessione opere a mare e a terra e la possibilità di una gestione mista o privata o di un project financing
”.

A parlare del passato e delle inchieste che hanno bloccato i lavori del porto ci ha pensato Ranise.

Questa situazione non è capitata per caso, ma nasce da un’indagine fallimentare dal punto di vista investigativo e giudiziario. Quello fatto da Sappa all’epoca nulla aveva di giuridicamente sbagliato, è un dato di fatto e ne abbiamo la dimostrazione oggi”.

Ranise ha ricordato che l’inchiesta è nata dall’esposto di alcuni consiglieri comunali sul capannone, ritenuto abusivo dalla Procura e per questo abbattuto.

Io ci sono stato male perché mafioso non voglio sentirmelo dire mai e in quella occasione, quando i media si scatenarono ci fu chi cavalcò mediaticamente quel momento storico e politico. Lo fece ai danni delle persone che avevano messo faccia cuore e impegno per quel progetto che avrebbe fatto ripartire la città”.

A difendere la scelta dell’esposto è stato il capogruppo Pd (Democratici per Imperia) Fabrizio Risso. “Ranise ha fatto una sorta di resoconto delle vicende storiche. Mi sento in dovere di prendere posizione sull’esposto perché fatto da consiglieri comunali per volumetrie dell’opera in costruzione diversa da quelle previste dal progetto che ha prodotto la demolizione del capannone”.

Risso, ricordando la perdita di identità della città, che da industriale si appresta, almeno nelle intenzioni a divenire a vocazione turistica, ha poi spostato l’attenzione su quanto previsto nell’emendamento della minoranza. “Il vecchio progetto prevede sette palazzine, penso siano troppe e penso si possa ipotizzare una tipologia costruttiva diversa. Le opere a terra le vedo come continuazione di Borgo Marina, non come palazzi ma come costruzioni dalle tipologie abitative liguri, e che si trovi lo spazio a terra per la parte commerciale. Credo che bisognerebbe prevedere un incremento delle strutture ricettive, non contemplate nel vecchio progetto, come l’attività di rimessaggio”.

In chiusura Risso ha chiesto la tutela dei titolari di posti barca “persone a cui bisogna dare tutela”.

Anche i consiglieri Monica Gatti (Lega Liguria Salvini) e Gianfranco Gaggero (Forza Imperia) hanno annunciato il voto favorevole alla pratica e all’emendamento, tuttavia bocciato dalla maggioranza.

A spiegare il motivo ci ha pensato il Sindaco Claudio Scajola nella sua replica. “Se si legge il dispositivo della delibera, ci si accorge che ogni parola è pesata e centellinata, non possiamo correre rischi e con questa delibera ci muoviamo”.

Io – continua Scajola - non dimentico il settembre del 2010, non dimentico di essere stato accusato di associazione per delinquere, non ho dimenticato il capannone abbattuto per una difformità di pochi centimetri sanata. Non ho capito perché sia possibile fare indagini e non pagare un prezzo visto quello che si è abbattuto sulle spalle dei contribuenti imperiesi”.

Sulle indagini Scajola ha ricordato l’inchiesta che lo ha visto indagato e archiviato dall’allora Pubblico Ministero di Imperia Maria Antonia Di Lazzaro, titolare del fascicolo sul porto. “Non ho dimenticato l’inchiesta, e rivendico l’azione politica come sindaco dato per passato quello che è successo”.

Una frecciata Scajola l’ha lanciata anche alla precedente amministrazione, in particolare sulle opere a scomputo. “Non possiamo non dire che i 18 milioni di fideiussione sono diventati 6 milioni (il famoso 'tesoretto' ndr) e non è stato speso un euro per le opere di urbanizzazione”.

Francesco Li Noce

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