/ Economia

Economia | 24 dicembre 2018, 07:30

Il Natale di Giuele a Finale Ligure

Un posto magico a due passi dal mare dove vivere il Natale in modo unico.

Il Natale di Giuele a Finale Ligure

Il Natale, con la sua magia, è ormai alle porte e in sempre più località del Bel Paese sorgono Villaggi di Natale, mercatini e Case di Babbo Natale: pensiamo al Paese di Natale di Govone o alla casa di Babbo Natale dei mercatini di Trento o ancora al Villaggio di Natale di Bussolengo, alla Grotta di Babbo Natale di Ornavasso; e si potrebbe andare avanti ancora per molto. Una formula di sempre maggior successo, per bambini, famiglie e non solo che genera un indotto legato alle festività di Natale che sta assumendo un peso economico molto importante per i territori sui quali queste iniziative sono nate e cresciute.

“Quando cinque anni fa – spiega Elena Granaiola, direttrice del Villagio - si è pensato per la prima volta al progetto di quello che oggi è il Natale di Giuele, non si sapeva se la formula di un villaggio natalizio affacciato sul mare avrebbe avuto fortuna”. Quello che oggi ci pare normale, soltanto pochi anni fa non faceva parte dell’orizzonte territoriale, della sky line natalizia – potremmo dire – di questo luogo, di questa bellissima valle che scende veloce e stretta al mare. Si pensi che nei periodi di apertura, il Villaggio di Finale Ligure impiega quasi cinquanta addetti. “Questo, crediamo, è il dato più bello, insieme ovviamente al successo dell’edizione in corso - conclude la Granaiola”.

Che il mare e il Natale non abbiano mai avuto grandi liaison è scontato; nell’immaginario collettivo Natale è per antonomasia il caldo di un camino nel legno di uno chalet immerso nella neve, nel freddo e nel buio. Questa atmosfera, sapientemente riadattata al contesto del suo territorio, è quella che Giuele ha fatto propria prendendola a prestito dalle Alpi e dal Nord Europa, con tutto il suo affascinante romanticismo, e trasportandola in quella perla della Riviera di Ponente che è Finale Ligure. Un grande Natale in riva al mare, sì, non solo è possibile, ma è bello e di successo ci insegna Giuele.

Ma una domanda, almeno ai più curiosi, salta alla mente. Perché il Natale ha questi tratti così peculiari e riconoscibili e non altri. Le luci, i colori caldi, lo stare insieme in famiglia, lo scambiarsi i doni, e poi loro, i due protagonisti che si contendono la scena: l’albero e il presepe, la natività di Gesù da una parte e Babbo Natale dall’altra? Scopriamo perché poi in fin dei conti i due contendenti non sono così distanti, almeno nelle loro origini.

L’uomo, fin da quando abitava le grotte e le caverne, ha sempre dovuto esorcizzare, in tanti modi, le sue paure. E la paura del buio e il pericolo – mortale – del freddo sono state un attivatore di grandi risposte. Nella festa, non stupisce, l’uomo ha trovato un potente strumento di esorcismo contro queste paure.

Già i romani festeggiavano, con i Saturnali, dal 17 al 23 dicembre, giorni di festa in onore del dio dell’agricoltura Saturno, quello che potremmo definire l’antenato classico del nostro Natale. Scacciavano i demoni del buio e del gelo che si manifestavano nei giorni più brevi dell’anno, corrispondenti proprio al solstizio d’inverno. In epoca imperiale più tarda i nuovi culti portati dalle conquiste in oriente si sostituirono con la festa del Sol Invictus, dedicata alla nascita del Sole, come luce che vince le tenebre. Ancora oggi questa tradizione rivive nelle tante luminarie natalizie che rischiarano i giorni più bui dell’anno. Quelle stesse luminarie che immergono il Villaggio di Natale di Finale Ligure in un’atmosfera incantata. Ma un nuovo sole, quello di Cristo, si è presto sostituito al culto pagano. Non è infatti presente in alcun vangelo la data di nascita di Gesù, questa è stata fissata al 25 dicembre proprio in sostituzione della precedente festa.

Percorrendo la via principale del Villaggio di Giuele, ricca di luci e addobbi, e allestita con i tradizionali chalet in legno, dove ogni weekend fino al 24 dicembre (compreso) si tengono i mercatini di Natale, si possono trovare tante idee regalo e prodotti tipici di artigiani selezionati da mettere sotto l’albero e scambiare il giorno di Natale. Proprio lo scambio dei doni è un’altra tradizione assai antica che abbiamo ereditato sempre dai Saturnali romani.

Veniamo al presepe che, come molti sanno, è un’idea medioevale di San Francesco, mentre l’albero di Natale comincia a essere addobbato nel Cinquecento nei paesi di lingua tedesca come recupero pangermanistico del tradizionale culto degli alberi tipico delle popolazioni barbare al di là dei limes romani, prima che queste subissero la romanizzazione e la successiva conversione forzata al cristianesimo. A Finale Ligure l’abete addobbato è alto oltre 8 metri e fa bella mostra di sé all’ingresso del ristorante del Villaggio dove vengono serviti, tra l’altro, oltre a pizze e menù per i più piccoli, i grandi piatti invernali della tradizione alpina: la Raclette, la Bourguignonne, la Pierrade.

Ma veniamo a colui che è divenuto, almeno nell’ultimo secolo, a partire dalla poesia dell’americano Clement Clarke Moore A Visit from Saint Nicholas (comunemente nota - dal suo incipit - anche come Twas the Night Before Christmas - Era la notte prima di Natale)  e – naturalmente – all’iconografia pubblicitaria non solo di Coca Cola, il protagonista indiscusso di questa festa: Babbo Natale.

Tutte le versioni del Babbo Natale moderno, chiamato Santa Claus nei paesi anglofoni, derivano principalmente dallo stesso personaggio storico: san Nicola, vescovo di Myra(oggi Demre, città situata nell'odierna Turchia), di cui per esempio si racconta che ritrovò e riportò in vita cinque fanciulli, rapiti ed uccisi da un oste, e che per questo era considerato il protettore dei bimbi. L'appellativo Santa Claus deriva da Sinterklaas, nome olandese  di san Nicola. Le reliquie di San Nicola furono poi in parte traslate a Bari, infatti si parla sempre di san Nicola di Bari. Non a caso in molti paesi, soprattutto in Olanda e nei Paesi Bassi, Santa Claus è ancora oggi rappresentato in abiti vescovili.

Nel Villaggio di Natale a Finale, immersa in una bellissima scenografia del paese degli Elfi dove si possono fare tanti laboratori per i più piccoli, c’è proprio la sua casa: i bambini vanno a incontrare Babbo Natale e gli lasciano la loro letterina dei desideri.

Non sono poi da perdere le tantissime altre attrazioni, tutte da scoprire sul sitoilnataledigiuele.it e lo spettacolo di un’ora sotto il tendone del circo dal titolo One Milion Dream, una produzione originale Il Villaggio di Natale di Giuele messa in scena dalla compagnia Mister Davide end the family Dem: tutti i giorni due spettacoli, alle 15 e alle 17.

Non resta che lasciarsi conquistare dalla magia del Natale al Villaggio di Giuele a Finale Ligure.

Il Villaggio è aperto tutti i giorni fino al 6 gennaio dalle 11 alle 19.

Informazione pubblicitaria

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium