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Politica | 23 febbraio 2019, 13:25

Primarie Pd, l'ex Ministro Orlando a Imperia a sostegno di Zingaretti "Con lui riparte il centro sinistra" (foto e video)

“Chi vuole fermare il governo gialloverde, dare un segnale di insoddisfazione a chi sta portando il nostro Paese fuori strada ha una possibilità: votare per le primarie del Pd e votare per Nicola Zingaretti”, ha detto Orlando

Primarie Pd, l'ex Ministro Orlando a Imperia a sostegno di Zingaretti "Con lui riparte il centro sinistra" (foto e video)

Chi vuole fermare il governo gialloverde, dare un segnale di insoddisfazione a chi sta portando il nostro Paese fuori strada ha una possibilità: votare per le primarie del Pd e votare per Nicola Zingaretti”, lo ha detto l’ex Ministro alla Giustizia Andrea Orlando in visita questa mattina a Imperia a sostegno della candidatura alla segreteria del Pd di Zingaretti.



Il giorno dopo questo ci consentirà di avere una forza da spendere politicamente e un segretario”, continua Orlando che ha sottolineato come le primarie siano un banco di prova fondamentale per la ripartenza del Partito Democratico e del centro sinistra per ritrovare una coesione a livello nazionale.

Orlando, ligure, sottolinea come la crisi della sinistra sia iniziata proprio dalle regionali del 2015 che hanno visto la vittoria a sorpresa di Giovanni Toti, sostenuto dalle forze di centro destra. “Qui non abbiamo fatto i conti con la sconfitta che ha aperto la strada ad altre sconfitte. Abbiamo litigato con quasi tutte le forze sociali e con le altre forze del centrosinistra”.

Questo per Orlando ha contribuito a spianare la strada ai populismi che ora si trovano alle prese con i primi mal di pancia di chi li ha votati. “C’è stata una manifestazione unitaria dei sindacati, un’unità che non si aveva da anni. In piazza è sceso anche chi si è pentito di aver dato il proprio voto alle attuali forze di governo”, ha detto l’ex Ministro.

Per anni la sinistra ha fatto un racconto nocivo del Paese in cui si diceva che tutto andava bene. - continua – Chi non si è riconosciuto in tutto ciò ha votato in modo irrazionale. Io lancio un appello a chi vuole che il Pd riparta. Andate a votare il 3 marzo e portate qualcuno ai gazebo per far vincere Nicola Zingaretti, la cui vittoria può cambiare il quadro del partito, anche in vista delle prossime elezioni”.

L’appello a recarsi ai gazebo non è un caso. Uno dei maggiori timori è la scarsa affluenza, come ha ammesso l’ex segretario cittadino Antonio De Bonis che ha sottolineato come qualunque dato sarà sempre superiore in termini di partecipazione con i congressi degli altri partiti. “Salvini è stato eletto con 6 mila voti”, ha detto. Verosimilmente i vertici si attendono, o meglio si augurano un dato che si aggiri intorno a 1 milione di votanti.

Il segretario deve avere più del 50% che significa avere subito un punto di riferimento per le Europee. – continua Orlando - Nicola Zingaretti è una figura di rottura rispetto a questi anni e di ricostruzione di un campo di forze largo del centro sinistra. Ha messo al centro della sua piattaforma politica un tema che credo sia cruciale, quello della lotta alle disuguaglianze sociali, terreno su cui si sono rafforzate le destre. La nostra sottovalutazione di un malessere sociale che colpiva una parte della società italiana è stato il presupposto per l’assegnazione delle destre e del M5S. adesso è tempo di prendere le misure, riconoscere i nostri errori e provare a ripartire sulla base della capacità di dare risposte concrete a chi non trova un lavoro, a chi non arriva in fondo al mese, a chi ha figli che hanno studiato e non riescono a inserirsi nella società. A chi si sente solo in una società che tende sempre più a escludere e a emarginare”.

In vista delle prossime Regionali in Liguria Orlando ha poi bollato come “Fantascienza” le ipotesi di accordo, soprattutto a ponente, tra il centro sinistra e il centro destra di riferimento a Claudio Scajola. “Prima di parlare di accordi mi occuperei di ricostruire il centro sinistra e di rimettere in moto il Partito Democratico che non può che essere il centro di questa coalizione. Lo dico perché in questi mesi onestamente, mentre si perdeva tempo a livello nazionale se n’è perso molto anche a livello regionale. Non è stato fatto un lavoro adeguato a costruire questa sfida. La vittoria di Zingaretti serve anche per cambiare pagina in Liguria e provare a ripartire nella costruzione del centro sinistra”.

Orlando, ex Ministro della Giustizia è infine intervenuto sulla vicenda dei domiciliari ai genitori di Matteo Renzi e sulle parole usate dallo stesso Renzi e altri esponenti del Pd che hanno criticato l’operato della magistratura.

I magistrati possono e devono essere criticati in democrazia. Ogni sentenza è infatti per questo dotata di motivazioni che sono la verifica per un presupposto di un’eventuale critica. Non credo però al complotto, banalmente perché, avendo avuto esperienza da Ministro, credo che sarebbe impossibile da realizzare. Abbiamo un sistema in cui un giudice terzo valuta l’azione dei Pm. Anche Renzi ieri ha corretto il tiro dicendo che non si tratta di un complotto, e di questo sono lieto, anche perché dirlo è fare un favore ai populisti che nei prossimi mesi potranno dare la colpa all’Europa o alla magistratura per i loro disastri. Quindi, oltre che sbagliato è anche stupido fare queste illazioni.

Detto questo in me ha suscitato alcune perplessità la scelta della misura cautelare, credo che sia giusto interrogarsi sulla legittimità di questa misura
”.

Erano presenti questa mattina i vertici del Pd locale, tra cui il neo segretario cittadino Domenico Abbo, sostenitore però di Maurizio Martina.

Dopo che si è compiuto il rito delle primarie che è giusto, - ha detto Abbo - ed è un momento democratico di raccolta dei nostri iscritti e simpatizzanti, auspico che il partito ritrovi una linea unitaria, al di là di quello che sarà il vincitore tutti si remi da una parte sola perché abbiamo la necessità, dopo le vicende del 2018 di risollevarci. Ci sono le condizioni perché mi pare che il governo nazionale cominci ad accusare i primi colpi”.



La sfida, ricordiamo, è tra Roberto Giachetti, Maurizio Martina e Nicola Zingaretti. Se uno dei tre non raggiungerà il 51%, i due più votati saranno nuovamente sottoposti al voto, però dell’assemblea nazionale che sceglierà il nuovo segretario.

Francesco Li Noce

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