Mondo di poesie: "Nostalgia delle libertà smarrite" di Luciano Spalla

Nostalgia delle libertà smarrite.

Noi ricordammo ai
posteri che fummo quelli di Sparta.

Noi fummo i trecento figli del Re Leone.

Il Re degli uomini
liberi, Leonida.

Noi figurammo
quelli che lanciammo il primo urlo di Libertà.

Quando noi
rifummo
tutti attorno
al corpo, pieno di ferite baciate dal sangue,
di Leonida
trovammo i nostri sogni, in modo appieno, realizzati.

Riuscimmo a trovare la morte ma rimanemmo felici
di* Perire * per la Libertà.

Perché noi riavvolgemmo
in noi stessi, l'ideale degli uomini liberi.

Creammo, con il nostro sacrificio,
per le epoche a venire,
un nuovo mondo di valori morali.

Così facemmo grandissime
* arrampicate* verso le montagne
imbiancate.

Incantate, pulite, linde, tenere di Libertà infinite.

Credemmo di aver scalato tutto il cielo.

Poi noi rimanemmo
distesi sulle nuvole, bagnate di lacrime di sangue di pioggia.

Finissima pioggia di fiori di gloria .

Ed ivi ci rassciugammo e ci riposammo .

E poi continuammo ad urlare, Libertà**Libertà! .

Restammo felici ed eterni.

Fummo trecento, diventammo grandi quanto gli uomini del Mondo.

Questa è la Libertà che noi vorremmo
vederla condivisa da tutti gli uomini
Liberi.

Un urlo di Libertà che venisse "eternamente". sentito
nella infinita delle oceaniche Libertà.

Noi fummo quelli della battaglia delle Termopili.

Noi riuscìmmo ad essere solamente "trecento" .

Siamo un* inno*, siamo un* esempio*, siamo un* simbolo*.

E siamo, per la perpetuita' senza principio né fine.

Siamo indistruttibili,
siano eterni.

E *Vivi *.