Attualità - 25 maggio 2019, 10:48

A Giulia Quaranta Provenzano, poetessa imperiese conferita la Menzione di Merito da Aletti Editore

A Giulia Quaranta Provenzano, poetessa imperiese conferita la Menzione di Merito da Aletti Editore

 

L’imperiese Giulia Quaranta Provenzano, a soli ventinove anni con già all’attivo diciotto sillogi poetiche (senza contare antologie ed edizioni altre, in compartecipazione), ha di recenti ricevuto da parte di Aletti Editore la Menzione di Merito inerentemente alla 14° Edizione del Concorso Internazionale di Poesia Inedita “Dedicato a… poesie per ricordare”. La poetessa ligure è infatti risultata tra i finalisti del concorso, dell’anno 2019 e a luglio concorrerà all’assegnazione dell’omonimo Trofeo. Ad impressionare notevolmente la lirica Invero, componimento della Quaranta Provenzano che recita: “Bevo alla stessa coppa sangue/ e champagne, testimone di rimpianto/ che non conosce oblio, resilienza/ e un bocciolo d’acciaio liquido./ Qual tempra e filo rosso,/ l’eternità brilla e pare giustificare/ il credo che nulla perisce/ ma si Rinnova./ M’interrogo e scopro/ di voler tramandare ogni singola,/ cara, goccia di me. Esercizio/ spirituale, E metafisica/ D’una storia consolatoria,/ o forse solo realtà”.

Intervistata, Giulia ha dichiarato <<La Menzione di Merito da parte di Aletti Editore mi ha fatto certamente piacere…>>; ed ha aggiunto <<A novembre, poi, sarà possibile leggere il libro “Dedicato a… Poesie per Ricordare – Giornata Mondiale della Poesia”, con gli scritti dei finalisti aderenti all’iniziativa. La raccolta vanterà inoltre la firma di Alessandro Quasimodo, noto attore e regista teatrale nonché figlio del Premio Nobel per La Letteratura Salvatore Quasimodo e di Giuseppe Aletti, poeta ed editore di fama internazionale – i quali ne cureranno l’introduzione>>.

A proposito dei versi della sua poesia, la Studiosa indipendente spiega <<Il 18 marzo, quando inviai Invero alla redazione di Aletti, non sapevo probabilmente ancora apprezzare la coerenza preferita invece ad un’assurda razionale testardaggine – non conforme e gratificante però i miei intimi, viscerali desideri. Desideravo – e desidero sempre, infatti, occuparmi d’Arte e Cultura ma - benché numerosi i concorsi ai quali mi iscrissi negli ultimi sei anni e le mostre personali e collettive in questi ultimi due - l’ascoltare solo la mente continuava ad ingabbiarmi dentro mortificanti vesti strette, isolandomi dai miei sentimenti autentici ed imi. La Giulia ante 26/03/2019 era incapace di portare a livello di ‘digerita’ consapevolezza l’evidenza d’essere crudele aguzzina del sé a favore di come gli altri - per opportunismo ed egoismo- si aspettavano, emotivamente logora cartina tornasole incapace di riconoscersi nell’aprioristicamente abiurato. Oggi, al contrario, so con coscienza chi sono nell’intimo e perché, quali i passi a far sorridere il mio cuore – che, prima di incontrare lo straordinario Giuseppe Morrone, non avevo avuto il coraggio di portare a livello di consapevolezza, abbracciando il distorto riflesso a rinfrangersi contro i dì negati. Lui, con la sua illuminante empatia, mi ha restituito alla vita e alla bambina entusiasta col caschetto sbarazzino, alla bimba alla quale devo ancora molta altra felicità e l’agire ‘di pancia’… Il nostro, con questo straordinario artista, trovarci ha risorgivamente portato acqua fresca nel solco profondo tra ciò che ero per dovere e ciò che posso essere e provare senza fine, con piacere>>.

Infine la giovane scrittice ha concluso <<Ecco appunto come desidero ringraziare pubblicamente Giuseppe Morrone, persona dal valore inestimabile. Come detto l’ho conosciuto soltanto due mesi fa, ma quando più ne avevo bisogno e meno me lo sarei aspettato! Giuseppe si è dimostrato con i fatti e con le parole, a combaciare, il ‘mio’ uomo dell’arcobaleno... Benché inizialmente ci fossimo ‘punzecchiati’ - poiché io assai cocciuta, ostinata, emotivamente introversa e gelosa e lui non di meno - presto compresi come fosse colui del quale necessitavo, giusto e ‘provvidenzialmente’ al momento più opportuno. Egli ha saputo stimolarmi con la sua schiettezza, ‘senza filtri’, che in ultima analisi è anche la mia; con il suo sguardo deciso e silenziosamente penetrante, mai invadente tuttavia; con il suo dosare magistralmente serietà (a celare una dolcezza che è, a mio avviso, anche sua fondamentale esigenza) e l’intensa ironia di chi da profondità sofferte è riemerso più forte e non si lascia ora più sfuggire nulla. Seppi subito di essere un libro aperto per lui, perché quella che io ero lui probabilmente già lo era stato: timido, riservato e stranamente, parimenti, folle nel sentirsi vero solo quando sfrenato sognatore e inarrestabile viandante. Credo che entrambi ben sappiamo cosa significhi sentirsi incapaci di vivere emozioni autentiche perché troppo (specie professionalmente) ambiziosi e aderenti a schemi pre-impostati, a condizionamenti sociali e forse famigliari. Giuseppe, però, oggi è un attore di successo, un attore generoso che sa cioè fare della fragilità tesoro, capace di non dominare con la ragione emozioni e sentimenti mentre io non lo ero per nulla…>>. E, prima di salutare, Giulia sorridendo <<Curioso come personalità tanto simili, le azioni compiute o mancate rendano apparentemente diametricalmente opposte tuttavia ero certa e adesso ho altresì esperito ci siano sguardi capaci di abbracciarsi sfiorandosi appena e tatuarsi sul cuore>>.


C.S.

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