Al Direttore - 28 dicembre 2019, 07:31

Un nostro lettore interviene per chiedere alla politica maggiore attenzione agli impianti sportivi

Un nostro lettore interviene per chiedere alla politica maggiore attenzione agli impianti sportivi

Un nostro lettore, Alex Nardini, ci ha scritto per manifestare il disagio sia come padre di un giovane sportivo che come atleta e sportivo in prima persona:

“Ieri ho potuto vedere con i miei occhi la bellezza dell’ennesimo nuovo impianto sportivo calcistico in provincia di Savona: lo stadio di Andora, che si aggiunge ai nuovi campi di Vado, Pietra Ligure, Celle, Alassio, Albenga e molti altri che permettono ai cittadini di quelle città di dedicarsi con piacere e serena partecipazione allo sport che amano, giorno e sera, con luci adeguate, con spogliatoi decorosi. In provincia di Imperia non esistono impianti nuovi perchè gli stessi che da anni sostengono lo sport locale sono vetusti e trascurati. Amministratori che da anni si susseguono,  hanno abusato del loro ruolo di assessori allo sport, fregiandosi di un titolo nei salotti e sui palchi, di cui in realtà ne hanno solo tradito la missione. In più di vent’anni nessuna amministrazione da Ventimiglia a Imperia ha saputo trovare i soldi per rinnovare i manti, e le strutture di stadi esistenti dal dopoguerra. Nessun palazzetto dello sport realizzato. Comuni, Provincia, Regione, Comunita Europea, sono sempre stati entità sorde ai bisogni degli sportivi, pur essendo questi ultimi, fruitori di un diritto al benessere fisico e spirituale universalmente riconosciuto in tutto il mondo. Le classifiche del nostro livello di qualità della vita ci vedono ogni anno retrocedere anche per queste lacune. Si preferisce realizzare costose opere come rotonde stradali con monumenti inutili, palazzi grandiosi, oppure studi di fattibilità di opere che non verranno mai realizzate per dissanguare le casse pubbliche a vantaggio di clientele private: vecchi vizi di una classe politica abile nel gioco delle tre carte pur di sopravvivere... e noi restiamo qui, inermi, senza protestare, passivi e rassegnati a votare gli stessi ‘amici’ perché in fondo quando i politici diventiamo noi, ci adeguiamo allo status quo; abbiamo paura di perdere i nostri privilegi, ripetiamo per autoconvincerci che ‘i fondi non ci sono’, ‘non si trovano’ ma che in realtà siamo smentiti dall’evidenza che nel resto d Italia, anche non lontano da qui, in provincia di Savona, anche in paesi di soli 1000 abitanti, li hanno trovati i fondi per avere stadio e palazzetto dello sport nuovi.. Oggi, negli anni ‘20 del 2000... non a giugno... ora! Cosa possiamo fare se ci rimane una traccia di dignità? Protestare, sommergere di lettere i direttori di giornali, di testate on line, i nostri comuni, non arrenderci, non rassegnarci perché la realtà non è quella in cui viviamo ma è quella per cui noi vogliamo lottare, contro noi stessi quando siamo là, sazi e seduti in poltrona e ci facciamo chiamare politici”.

Carlo Alessi

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