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Attualità | 15 marzo 2020, 07:11

Come si vive a Londra al tempo del coronavirus? Ce lo spiega la sanremese Stefania Rulfi "Qui la vita scorre come niente fosse" (foto e video)

"Ovviamente quando sento i miei dall'Italia inizio a preoccuparmi, ma qui è normale essere tranquilli. Nessuno indossa la mascherina, i locali sono aperti, l'altra sera ho organizzato un evento con 200 persone"

Come si vive a Londra al tempo del coronavirus? Ce lo spiega la sanremese Stefania Rulfi "Qui la vita scorre come niente fosse" (foto e video)

Molte famiglie perderanno i loro cari”. È la frase shock pronunciata alcuni giorni fa dal premier inglese Boris Johnson, che ha parlato alla nazione dopo l’aumentare dei casi di coronavirus nel Regno Unito. Ma altrettanto scioccante, per molti, è stato sapere cosa l’Inghilterra ha in mente di fare per contrastare il contagio: niente, semplicemente aspettare che gli inglesi sviluppino gli anticorpi.

Un atteggiamento, quello del premier, affiancato dagli esperti scientifici e sanitari del governo, che inevitabilmente si ripercuote sui comportamenti della popolazione.

Da anni a Londra vive la sanremese Stefania Rulfi, un passato in politica, oggi manager della galleria d’arte Richard Orlinski. L’abbiamo contattata per chiederle come nella vita di tutti i giorni gli inglesi stanno convivendo con il virus. Se in Italia le prescrizioni del governo hanno costretto tutti i cittadini a rimanere nelle proprie case fino al 3 aprile, in Inghilterra, nonostante i segnali che arrivano dal resto del mondo sembrano anni luce dall’adottare provvedimenti di questo tipo.



Qui a Londra procede tutto normale. – ci racconta Stefania, che tutti i giorni prende la metro – Nessuno ha la mascherina. Sono gallery manager di una galleria d’arte con più punti vendita e siamo aperti. L’orario è dalle 10 del mattino alle 8 di sera, ovviamente ci laviamo le mani, ma qui non si sente assolutamente l’ansia. I locali sono aperti, ci sono eventi, l’altro ieri ne ho avuto uno con duecento persone. Se qualcuno ha la tosse, o non si sente bene chiama il numero 111, e se ha proprio sintomi che corrispondono a una possibile infezione al coronavirus è pregato di stare a casa una settimana, ma procede tutto come se nulla fosse. Vediamo se ha ragione Boris, che dice che così diventiamo più forti e combattiamo il virus, e che invece chiudendoci a casa non diventiamo immuni. Può essere una buona idea”.

Stefania, in Italia ha ancora la famiglia e molti amici che la aggiornano sulla situazione. Alla luce di questo, facendo un paragone tra le notizie che arrivano in Italia e la vita di tutti i giorni, come niente fosse in Inghilterra, spiega: “vado a momenti, ci sono momenti in cui sono qui in mezzo alla gente, nessuno con la mascherina, tutti tranquilli che vanno nei negozi, che mi occupo dei miei negozi, non ci penso neanche, sono tranquilla perché non vedo differenze con gli altri giorni. Ovviamente quando sento i miei genitori, mia sorella, i miei nipotini e i miei amici dall’Italia e vedo la situazione, inizio a preoccuparmi, ma qua è assolutamente normale essere tutti tranquilli. Qualcuno ha iniziato a prendere provviste nei supermercati, questo sì, ma in linea di massima vivo momenti di preoccupazione e dei momenti in cui non ci penso proprio, perché qui nessuno ci pensa”.



Non conosco nessuno che si sia ammalato, – conclude – nelle mie conoscenze non c’è nessuno, tutte le persone che conosco, che sono tante, come me stanno facendo vita regolare”.

Francesco Li Noce

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