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Attualità | 18 marzo 2020, 15:28

Coronavirus: interviene Coldiretti “Serve intervenire per salvare le produzioni liguri e la pesca”

“Bene il DL su indigenti ma è necessario agevolare l’attività di tutte le aziende e sostenere i settori cardine della nostra regione”

Coronavirus: interviene Coldiretti “Serve intervenire per salvare le produzioni liguri e la pesca”

Dal florovivaismo al vitivinicolo, dall’agriturismo fino alla pesca: occorre intervenire per salvare importanti settori dell’economia regionale ligure che stanno subendo dei contraccolpi forti causati dall’emergenza Coronavirus. 

È quanto afferma Coldiretti Liguria a seguito dell’approvazione nel Consiglio dei Ministri del Decreto ”Cura Italia”, intervento a favore degli indigenti sul latte, che sarà esteso anche alla carne bovina, ovina e suina, ma che deve far riflettere sull’esigenza che vengano stanziate anche risorse per indennizzare dalle perdite subite le aziende florovivaistiche, vitivinicole e di tutte le attività agricole in generale, oltre a quelle ittiche locali, che al momento si trovano in grosse difficoltà nel commercializzare i propri prodotti per effetto all’emergenza sanitaria in corso.  

Ad oggi le marinerie liguri hanno registrato un crollo della domanda di pesce fresco causato principalmente dal cambio delle abitudini dei cittadini e dalla chiusura di mense scolastiche e ristoranti, che hanno portato i pescatori a non avere, una volta a terra, il canale di vendita assicurato; allo stesso modo la riduzione della domanda da parte di ristoranti, alberghi, agriturismi e bar chiusi per l’emergenza, sta colpendo, di riflesso, altri settori agricoli vitali dell’economia regionale quali il vitivinicolo. Ma il settore che sta subendo la peggiore sorte è il florovivaismo ligure dove ritardi, disdette e blocchi dei commerci con Francia, Olanda e Stati Uniti, ai quali si sommano le incertezze del mercato nazionale a causa dell’emergenza, hanno addirittura stoppato del 100%l’esportazione di ranuncoli e di altri fiori recisi mentre sono fortemente rallentate le vendite di aromatiche e piante in vaso, nel momento dell’anno dove si concentra l’80% della produzione aziendale .

Da quando è iniziata l’emergenza coronavirus l’attività delle aziende agricole, in generale, secondo l’Indagine Coldiretti/Ixe’ è crollata nel 41% e non è accettabile dunque limitare solo alle aziende con meno di 2 milioni di fatturato la sospensione dei versamenti e adempimenti fiscali e contributivi in scadenza tra l’8 ed il 31 di marzo, che vanno pagati entro il 31 maggio. 

“Il blocco del mercato interno e i rallentamenti su quello estero – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa stanno colpendo duramente le nostre imprese agricole, in special modo quelle floricole, vitivinicole nonché le ittiche, da sempre impegnate nella produzione e vendita delle grandi eccellenze Made in Liguria apprezzate a livello nazionale ed internazionale. Viste le difficoltà che accomunano i settori a nostro avviso i primi interventi dovrebbero andare nella direzione di consentire la continuazione dell’attività produttiva a tutte le aziende. Per la pesca bene il fermo volontario e l’attivazione della Cassa integrazione in deroga per tutti i lavoratori, ma, soprattutto per il settore florovivaistico locale è necessario pensare a degli aiuti che compensino le perdite di produzione di fiori recisi ed in vaso e successivamente delle piante stesse, oltre ad interventi straordinari come la cassa integrazione per i dipendenti ed interventi diretti in conto capitale per sostenere le imprese che hanno perso la produzione per l’impossibilità di commercializzarla sia nel mercato interno sia estero. Per quanto riguarda l’agroalimentare non bisogna infine dimenticare che l’approvvigionamento adesso è assicurato in Italia grazie al lavoro costante delle aziende agricole, stalle e pescherecci, nonostante le preoccupazioni per la sicurezza, i vincoli, le difficoltà economiche e gli ostacoli oggettivi all’operatività, dalla ridotta disponibilità di manodopera ai blocchi alle frontiere per i trasporti con l’88% delle merci che in Italia viaggia su gomma. Per questo, è importante ora anche un decisivo intervento della Commissione Europea per garantire la libera circolazione dei prodotti.”  

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