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Al Direttore | 31 marzo 2020, 10:11

Un nostro lettore perde il nonno di 92 anni: il toccante e triste ricordo di chi non c'è più

Un nostro lettore perde il nonno di 92 anni: il toccante e triste ricordo di chi non c'è più

Un nostro lettore, che ci chiede di non firmare la lettera, ci ha inviato un ricordo del nonno:

“A Pino Genova, mio nonno: in questo momento difficile, dove si fatica anche a dire addio, ti dedico questo breve pensiero. Nonno Pino caro, non ti posso più parlare con la voce o con le parole, ma sento il bisogno di scriverti un’ultima volta. Questo, è per noi cari che restiamo, un qualcosa per ricordare a noi stessi questo giorno. Il nuovo anno ci ha riservato parecchie sorprese, in mezzo a molte difficoltà ci ha permesso di tornare ad assaporare le piccole cose e i piccoli gesti e, forse, a rispettare di più gli altri… ma è più di un mese ormai che non mi concede più di vederti. Sei sempre stato ‘puntuale’ a scegliere i momenti, sempre quelli più scomodi. Ieri mi hai chiamato tre volte e, di tre, ho risposto solo all’ultima. Lo sapevi, lo sapevi che sarebbe andata così. Io ti ho detto che avremmo parlato di persona, che ti avrei rivisto ancora. Mi hai risposto di non preoccuparmi, che mi volevi bene e che mi abbracciavi forte. Da un lato sono felice che tu sia finalmente riuscito a tornare con la nonna, ti mancava troppo. Mi piace sapere che voi due siete sempre stati uniti, nel bene e nel male. Avevi 92 anni, eri vecchio e avevi vissuto la tua vita. Saresti entrato nei 93, come dicevi tu. Non ti ha ucciso la guerra e non ti ha ucciso questo virus. Hai vissuto sempre a testa alta, senza mai farti mettere i piedi in testa, capace di prendere in giro un ventenne e ballare a novant’anni, perché, forse, la vecchiaia non l’hai mai vissuta realmente, così giovanile e in guardia per ogni cosa. Sei sempre stato dalla mia parte, sempre pronto a lottare. Accanito nel voler vincere ad ogni gara, anche alle tua amate ‘boccette’ (gioco che ancora capisco poco). Mi hai insegnato a ridere per una rana in un taschino e ad essere sempre vicino alla mia famiglia, soprattutto nei momenti difficili. Eri arrogante e testardo, non si può negare, avevi fatto tutto tu, ma io ti credevo, ti credo ancora e ti crederò sempre. Mi hai sempre detto di farmi conoscere e di non abbassare mai la testa. Sappi solo che tutti noi, i tuoi cari, che restiamo qui, su questo mondo, ti abbiamo voluto e ti vorremo sempre bene”.

Carlo Alessi

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