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Politica | 06 aprile 2020, 12:06

Emergenza Coronavirus: l'intervento del Partito della Rifondazione Comunista Federazione Provinciale di Imperia

“Dobbiamo e possiamo esigere il mantenimento, il consolidamento e l’ammodernamento degli Ospedali di Imperia e Sanremo”

Emergenza Coronavirus: l'intervento del Partito della Rifondazione Comunista Federazione Provinciale di Imperia

Il Partito della Rifondazione Comunista Federazione Provinciale di Imperia interviene in merito alle conseguenze dell'emergenza Coronavirus.

Impareremo! Forse. Scrive Mario Pianta (Sbilanciamoci 13 marzo 2020) “Il Welfare non è un costo per il sistema economico privato, è un sistema parallelo che produce beni e servizi pubblici e assicura la riproduzione sociale in base ai diritti e ai bisogni anziché alle capacità di spesa”
La pandemia sta dolorosamente segnando il nostro territorio. Siamo spaventati, talora angosciati e il cuore di molti straripa di dolore. Ci angoscia il grande numero di decessi per/con Covid 19 ogni giorno come un bollettino di guerra; ci angoscia anche il fatto che la morte avviene in solitudine con i parenti che non possono accompagnare il loro congiunto . Ci angoscia il fatto che questa malattia colpisce prevalentemente le persone più fragili , più anziane , che hanno altre patologie concomitanti e che proprio per questo sono terribilmente spaventate . Quei nonni quelle nonne, ovvero quelle persone che custodiscono il passato e ci permettono di immaginare il futuro, pagano il prezzo più elevato e la così elevata mortalità rende ancor più evidenti le falle del Sistema Sanitario Nazionale ( SSN) che nell’ultimo decennio ha perso 10 miliardi di euro. Il SSN , frammentato in tanti sistemi sanitari regionali spesso diversi tra loro, è stato ed è oggetto di una riforma liberista e privatizzante con conseguenze nefaste sull’intero territorio nazionale.
Ma la malattia da Covid19 è inedita . Colpisce anche giovani e adulti taluni costretti a lunghe degenze in Terapia intensiva. Ci ha colti di sorpresa anche a seguito di evidenti limiti organizzativi ormai narrati da tutti i canali informativi : tardiva applicazione delle misure di distanziamento sociale e dello stop alle attività non di fondamentale importanza , del contrasto alla mobilità ingiustificata, carenza dei dispositivi di protezione individuale ( DPI ) per il personale sanitario e non solo , insufficiente pratica diagnostica coi tamponi per evidenziare focolai da delimitare , carente sorveglianza sui malati domiciliati . Allarmante la situazione in cui versano le residenze Sanitarie e le case di Riposo dove si registra il mancato e doveroso intervento della parte pubblica.
Prima che esplodesse l’emergenza sanitaria si andava narrando, non senza compiacimento, che il Sistema Sanitario Lombardo fosse l’eccellenza in Italia e non solo. Non basta lo spazio di un articolo per smentire questa narrazione e che, tuttavia, nonostante i dati funesti relativi ai tassi di mortalità e letalità provocati dalla malattia da Coronavirus, continua ad essere agitata dai leghisti Fontana e Gallera. Su tale questione il Partito Democratico tace, forse ammutolito dal senso di colpa, avendo non poche responsabilità sui tagli operati nell’ultimo decennio e sulle scellerate privatizzazioni che pure ha sostenuto e talora pianificato.
Ma veniamo al Sistema Sanitario Ligure, preda ambita e succulenta del Governatore Toti e dell’Assessora Viale che non esitano, neppure in tempi di Pandemia a scadere in volgari strumentalizzazioni per fini elettoralistici.
Come possiamo tristemente constatare i nodi sono tutti venuti al pettine. Il processo di esternalizzazione della sanità ligure già avviato dalla precedente Giunta Burlando, con Toti ha subito un’accelerata. Nel corso del suo mandato il Governatore Toti ha riposto particolare impegno nel realizzare in Liguria il modello Lombardo, spalancando la porta ai privati senza invece assicurare sufficienti risorse per preservare i servizi sul territorio e garantire la effettiva applicazione dei LEA ( livelli essenziali di assistenza ) . Per non parlare dei disservizi relativi alle lunghe liste di attesa per prestazioni in Pronto Soccorso , esami strumentali, , visite specialistiche e interventi chirurgici in elezione . Di qui il fenomeno delle “fughe “ di pazienti fuori regione oppure la scelta inevitabile di rivolgersi al privato con forte aggravio della spesa per i cittadini.
Da tempo tutte le questioni sanitarie e la conseguente programmazione delle azioni non sono dettate da quanto dice la Costituzione, dal bisogno di salute dei cittadini, ma esclusivamente da parametri economici di profitto e di convenienza. Quelli che un tempo si chiamavano “Ospedali”, “Presidi ospedalieri”, da tempo sono diventati “Aziende Sanitarie Ospedaliere” con tutto quello che ne consegue in termini di obiettivi e priorità. Si è privilegiata una governance fatta di tagli ai servizi ed esternalizzazioni a privati , tagli al personale sanitario non assicurando il fisiologico turn over , riduzione del numero dei Pronto Soccorso, dei posti letto compresi quelli delle Terapie Intensiva che risultavano insufficienti all'inizio della pandemia da Covid 19 .
L’azione nefasta del governatorato Toti/Viale ha fatto molto parlare di sé ad Imperia nei mesi immediatamente precedenti all’evento pandemico quando con l’appoggio forte del Sindaco della Città Claudio Scajola e degli altri sindaci delle più importanti città della costa , è stato riesumato il progetto dell’Ospedale Unico da costruirsi a Taggia, con la conseguente chiusura e svendita dei presidi ospedalieri di Imperia e Sanremo, dopo aver già privatizzato Bordighera e Cairo e chiuso negli anni precedenti presidi territoriali che oggi sarebbero stati preziosi ( vedi il padiglione Barellai di Costarainera).
L’emergenza sanitaria da COVID-19 sta capitalizzando spazi e personale sanitario, per cui , fatte salve le urgenze non differibili , l’assistenza verso le patologie croniche è inevitabilmente sacrificata e ridimensionata e l’attività ambulatoriale quasi del tutto ferma.
Questo lo scenario in cui ha fatto la sua comparsa quello che molti erroneamente chiamano “il nemico invisibile”. È forse tempo di cambiare le parole per nominare ciò che ci accade, primo passo questo per iniziare a scardinare il modello di sviluppo neoliberista e mercantile che molto contribuisce ad aggravare la diffusione della pandemia. Tema complesso questo che siamo chiamati ad affrontare e conoscere.
Un microorganismo più piccolo di un batterio , generato da semplici mutazioni è la causa della Pandemia in corso . Il cosiddetto COVID-19 ha generato un contesto distopico, ci inchioda alla nostra vulnerabilità, scopre IL NEMICO ovvero il modello di sviluppo che follemente abbiamo inseguito perché ci faceva sentire onnipotenti.
Impareremo, forse, molto da tutto questo.
Impareremo, forse, che la salute di ciascuno di noi è un bene non negoziabile, che esige rispetto, esige risorse.
Impareremo, forse, che le persone sono tutte uguali ed ugualmente bisognose di cure, a prescindere dall’età, dal censo e dalle disponibilità economiche..
Impareremo, forse, che le persone non sono assimilabili a categorie e che i malati sono tutti uguali e a ciascuno di essi va riservata la stessa gentile e competente attenzione.
Impareremo, forse, che il SSN deve essere interamente pubblico e al centro degli investimenti non dei tagli.
Noi cittadini di Imperia e della sua provincia, impareremo, forse che dobbiamo e possiamo esigere il mantenimento, il consolidamento e l’ammodernamento degli Ospedali di Imperia e Sanremo.

Redazione

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