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Politica | 07 aprile 2020, 14:47

Emergenza sanitaria nelle strutture socio sanitarie: CGIL, CISL e UIL chiedono intervento dell’Unità di Crisi Regionale

"Una situazione terrificante per gli anziani ospiti e per chi lavora, operatori sanitari ormai stremati da settimane di turni straordinari e tanti troppi malati, alcuni già dichiarati positivi, alcuni in attesa di tampone, alcune strutture, si ritrovano con un unico infermiere e pochissimi operatori socio sanitari"

Emergenza sanitaria nelle strutture socio sanitarie: CGIL, CISL e UIL chiedono intervento dell’Unità di Crisi Regionale

FP CGIL, CISL FP e UIL FPL vogliono denunciare la situazione drammatica in cui riversano le strutture socio sanitarie del territorio e chiedono l’intervento dell’Unità di Crisi Regionale affinché utenti e lavoratori siano messi in sicurezza.

"Decine di anziani contagiati, molti morti e pochi classificati come coronavirus, alcuni muoiono nei loro letti, senza una diagnosi precisa che possa ricondurre al covid19, perché non viene eseguito il tampone.

Situazione terrificante per gli anziani ospiti e per chi lavora, operatori sanitari ormai stremati da settimane di turni straordinari e tanti troppi malati, alcuni già dichiarati positivi, alcuni in attesa di tampone, alcune strutture, si ritrovano con un unico infermiere e pochissimi operatori socio sanitari.

La maggior parte del personale si e ammalato anche per colpa della confusione creata da indicazioni esterne sui dispositivi da usare, più basate sulla carenza degli stessi, che proiettate verso la tutela degli operatori e di conseguenza quella degli ospiti, a tal proposito consideriamo poco opportuna l’ultima indicazione data, circa l’utilizzo per una settimana consecutiva di una mascherina FPP2 non riutilizzabile.

Dall’inizio dell’epidemia le organizzazioni sindacali hanno chiesto attenzione da parte di tutti gli enti preposti, ma ancora oggi Alisa e Asl appaiono poco attente verso l’emergenza sanitaria che le case di riposo e tutte le altre microstrutture, stanno affrontando.

Le strutture non possono essere parificate agli ospedali, tanto più non sono attrezzati come reparti di malattie infettive, il contatto tra Operatori e ospiti e strettissimo, ci sono molti ospiti itineranti, tra tutti non esistono barriere, non si possono creare le distanze minime di sicurezza, poche strutture hanno la possibilità di separare le persone sane dalle malate motivo per cui il contagio e molto elevato.

A questo punto crediamo non ci sia più tempo per attendere, il ruolo che abbiamo, ci impone di agire con la responsabilità richiesta per questo momento, abbiamo atteso fino ad oggi per non creare ulteriori disagi e preoccupazioni per gli operatori e i familiari degli ospiti, ma adesso, richiediamo immediatamente un intervento da parte di tutti gli attori pubblici e privati, ma sopratutto chiediamo l’intervento urgente dell’Unita di Crisi Regionale, affinché si invii personale e si individuino sul territorio, strutture dove collocare gli ospiti già affetti dal virus, salvaguardando cosi chi, tra utenti e Operatori, può ancora per il momento, ritenersi non malato.

Infine ci auspichiamo che, nel giro di pochi giorni, venga inviato personale in sostituzione di quello ormai collocato a casa, al fine di evitare che si possano raffigurare situazioni di abbandono nelle cure di chi ancora vive nelle strutture e ha bisogno continuo di assistenza sanitaria ed alberghiera”.

C.S.

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