- 02 agosto 2018, 11:45

Sanremo: al Forte di Santa Tecla la Mostra Sanremo e l’Europa ha compiuto due settimane

Un primo bilancio positivo è fornito dall’affluenza e dall’interesse; la visitano in media 200 persone al giorno fra turisti ospiti e sanremesi; gli stranieri colpiti dalla qualità delle immagine d’epoca illustrate da didascalie tratte da guide ottocentesche.

Sanremo: al Forte di Santa Tecla la Mostra Sanremo e l’Europa ha compiuto due settimane

A Santa Tecla, da mercoledì 18 luglio, giorno dell’apertura, schiere di sanremesi e di ospiti “entrano in carcere” per visitare la Mostra sulla nascita della Sanremo turistica,  presentata dal Club UNESCO che si avvale del Patrocinio del Polo Museale Ligure, del contributo del Comune di Sanremo, del prezioso aiuto degli Sponsor  Banca di Caraglio, COOP Liguria, C.N.A. Imperia, UNOGAS e Impresa Marino Sanremo.

Rassicuriamo la città che tutti i visitatori ne riescono liberi, ma molto interessati e compiaciuti per la rilevante mole di argomenti e di immagini assaporate alla fresca aria “condizionale” che si gode al riparo delle spesse ed antiche mura: un tempo avamposto armato per domare la città, oggi gradito riparo dalla calura di questo periodo.

Le quattrocento immagini variamente assemblate nella Mostra “Sanremo e l’Europa”  sono in grado di suggerire ad ogni visitatore attento il clima, gli aspetti, i caratteri, il personale film della rivoluzione avvenuta tra Capo Nero e Capo Verde nel 1872, quando Sanremo riacquistò, in pieno, un agevole contatto con il resto del Mondo. Quello parziale era già arrivato poco prima del 1830 con il completamento della Genova Nizza accompagnato dal traballio delle prime diligenze. Sino ad allora, l’isolamento era stato solamente attenuato dalle feluche e dagli schooner, ad uno o due alberi, adibiti al trasporto di merci e persone a filo di costa; Infatti, l’antica bigostrada Julia Augusta era franata assieme all’impero Romano. 

Per 1500 anni circa, fu percorribile solo a 2 piedi, o 4 zampe esperte, dai transitanti di allora: in genere, pellegrini per Roma, commercianti o dalle prime schiere dei granturiani. Nel porto di Sanremo, obbligato a rimanere a molo corto da Genova, trovavano precario riparo un’ottantina di piccoli velieri, una flotta che può apparire sopravvalutata, rispetto ad una popolazione che oscillava attorno ai diecimila abitanti, almeno sino al 1798, quando Napoleone la requisì interamente per una “spedizione d’Egitto”, dalla quale tornarono pochi legni (4 per la precisione) ed alcuni marinai.

L’elevato numero di imbarcazioni, in gran parte costruito sul posto da maestri d’ascia locali, era assorbito dal trasporto della qualificata produzione di agrumi che aveva promosso Sanremo come uno dei centri di eccellenza del settore. Furono gli ampi sbuffi aerei del primo locomotore a consentire alla città di cominciare a competere alla pari con altri centri italiani, e non, nella conquista della crescente massa di viaggiatori che si stava muovendo alla ricerca di un piacevole soggiorno verso il solare meridione.

Sabato prossimo alle 21 a Santa Tecla conferenza di Alberto Nocerino

Proprio sui visitatori stranieri dell’800 nella Riviera e nell’intera Liguria verte l’incontro programmato alle 21 di sbato 4 Agosto nella sala conferenze di Santa Tecla, tenuto dal Professor Alberto Nocerino, laureato in semiotica con Umberto Eco all'Università di Bologna nel 1988, che si occupa di poesia e letteratura, drammaturgia teatrale, antropologia culturale.  

Il titolo della conversazione "Tre modi di 'scrivere' Genova:  Dickens,  James,  Valéry" annuncia che si baserà sui  mutamenti della città di Genova tra metá Ottocento e inizio Novecento, secondo la testimonianza degli  illustri scrittori che vi hanno soggiornato.  Introduce e dialoga  con Nocerino la curatrice della Mostra Letizia Lodi. Nel curriculum di Nocerino si legge che dal 1992 tiene  pubbliche letture dei suoi testi poetici, partecipando a festival nazionali e internazionali.

È confondatore di tre associazioni culturali: La Milonga (1994), TeatrOvunque (2003), Genova Voci (2015). Dal 1999 organizza laboratori di scrittura creativa, che dal 2003 al 2009 tiene per la Cattedra di Semiotica dell’Università degli studi di Genova (Scienze della Formazione). Da questa esperienza ha origine il saggio Laboratori di scrittura. Istruzioni per una ginnastica alfabetica infinita, di cui è coautore con Roberto Pellerey (Graphofeel Edizioni, Roma 2011). Dal 1997 al 2005 cura la drammaturgia e l’organizzazione del Laboratorio Teatrale Integrato Tuttinscena, diretto da Sandro Baldacci, con cinque adattamenti per ragazzi andati in scena al Teatro di Genova.

Collabora dalla prima edizione del 1995 al Festival Internazionale di Poesia di Genova per il quale è responsabile dell'ideazione e della realizzazione dei Percorsi Poetici, di cui ha pubblicato: Percorsi Poetici a Genova in provincia (1996), Dino Campana, per Genova (Liberodiscrivere, 2012), Genova canta il tuo canta. Percorso poetico di e con autori vivi e vegeti (Zona, 2015), 'Se frugo addietro sino a corso Dogali'. Percorso poetico dedicato a Eugenio Montale (Zona, in corso di pubbicazione).

Dal 2010, collabora con Massimo Bacigalupo per il Bloomsday, lettura integrale dell'Ulysses di J. James in 18 diverse postazioni a Genova, con 100 lettori coinvolti. Tra 2016 e 2018 per il Coro dei Poeti di Genova Voci ha elaborato i testi delle letture collettive dedicate a Guido Gozzano e Elio Pagliarani, eseguite a Genova, Trieste, Roma e Bocchignano (Rieti). Dal 2015 lavora all'Ufficio attività culturali  della Biblioteca Universitaria di Genova (MIBAC).

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