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Attualità | 22 settembre 2018, 21:06

Imperia: grande successo per la sfilata "Tutti i colori del mondo", organizzata dalle cooperative che si occupano di accoglienza migranti (foto e video)

“Happy Job”, il nome del progetto da cui parte la sfilata che riguarda la sartoria sociale, nato da alcuni richiedenti asilo ospiti della Cooperativa Jobel, e interamente finanziato da essa

Imperia: grande successo per la sfilata "Tutti i colori del mondo", organizzata dalle cooperative che si occupano di accoglienza migranti (foto e video)

Grande successo questo pomeriggio in via Vieusseux per la sfilata ‘Tutti i colori del Mondo – Sensi di viaggio’, organizzata dal Coordinamento provinciale Imperia Immigrazione da poco costituito, con la finalità di riunire in un unico interlocutore quelle realtà che nel territorio si occupano dell’accoglienza migranti, su iniziativa delle Coop. Jobel, La Goccia e L’Ancora, Caritas Ventimiglia e Caritas Sanremo, dell’associazione Io Sono).


“Happy Job”, il nome del progetto da cui parte la sfilata che riguarda la sartoria sociale, nato da alcuni richiedenti asilo ospiti della Cooperativa Jobel, e interamente finanziato da essa.

L’evento si è aperto con il saluto dell’assessore del Comune di Imperia Luca Volpe, di Claudia Regina, e di Alessandro Giulla, rispettivamente responsabile del settore migranti e presidente della cooperativa Jobel.

Prima della sfilata, sono stati letti racconti di viaggio, storie di traversate e di migrazioni tra sacrifici e strategie di sopravvivenza di alcuni migranti che ora vivono a Imperia. L’evento si è concluso con un aperitivo presso il vicino locale Bacan.

“Vorrei ringraziare Antonella la parrucchiera di via Garessio per le acconciature dei modelli - spiega Claudia Regina - Fabio Incolto Abbigliamento per gli accessori e i capi spalla, ma anche i due sarti professionisti che si sono occupati della formazione dei nostri tirocinanti, ovvero Cinzia Esposito e Alì Jafari”. “Il progetto si chiama ‘Happy Job’ ed è iniziato l’estate scorsa con una prima sfilata che abbiamo fatto in spiaggia, - spiega Alessandro Giulla a Imperia News - perché abbiamo incontrato due nostri richiedenti asilo politico che avevano delle competenze sartoriali. Dalla valorizzazione delle loro competenze è nata l’idea di iniziare a fare abiti in stile africano. L’idea è maturata ed è diventato un progetto dal punto di vista imprenditoriale. È un anno che lavoriamo alla ricerca di fondi, di una sede per creare il laboratorio sartoriale. Gli investimenti giusti per poter acquistare le attrezzature, e adesso siamo vicini all’apertura del vero e proprio laboratorio industriale. Abbiamo ottenuto un finanziamento al 50% dalla Filse sulla progettazione, abbiamo già individuato la sede che è a Sanremo e abbiamo iniziato le opere edili per poterlo mettere a norma e creare gli spazi affinché siano funzionali all’attività. Entro un mese e mezzo i lavori dovrebbero terminare e a novembre dovrebbe iniziare la produzione di tipo professionale. L’idea è quella di creare una equipe di persone non solo straniere, ma anche italiani disoccupati. Saranno tutte persone svantaggiate”. A coordinare i sarti, Alì, “una persona che abbiamo accolto in un progetto Sprar, un ragazzo iraniano che ha fatto il sarto per vent’anni ed è un vero e proprio modellista. Riesce a creare abiti dall’inizio alla fine disegnandoli. Lui insegnerà e gestirà le fasi di produzione. A fianco a lui una sarta italiana che curerà la parte femminile”, conclude Giulla. “E’ una manifestazione che ha promosso il coordinamento delle cooperative che si occupano di accoglienza. – ha aggiunto Luca Volpe al nostro gionale - È un momento particolare, di festa per loro. Il Comune di Imperia, specialmente la nostra amministrazione durante la campagna elettorale ha preso l’impegno di avere una città più solidale, ma questo significa anche che non deve essere esclusivamente solidale da parte dei cittadini, ma tutti devono sentirsi partecipi di questo, anche gli immigrati che vengono nella nostra città devono in qualche modo integrarsi, devono mettersi a disposizione. Abbiamo già fatto un bel progetto con l’utilizzo di alcuni immigrati che si sono occupati degli ascensori e dell’accoglienza alle persone. Questo va bene, non va bene avere le persone che si trovano in mezzo alla strada a chiedere l’elemosina. Questo non ci piace, non è quello che vogliamo. Noi vogliamo essere una città solidale, ma non vogliamo essere una città che accoglie e non ha indietro il riconoscimento da parte di chi viene accolto”.

Francesco Li Noce

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