Sanità - 20 ottobre 2019, 07:05

Termina oggi la settimana della rianimazione cardiopolmonare di ''Viva': 400.000 persone all'anno colpite da un arresto cardiaco improvviso

Il 14 giugno 2012 il Parlamento europeo ha invitato gli Stati membri a realizzare iniziative che aiutino i cittadini (e gli operatori sanitari, che non sono tutti formati sul tema) a saperne di più, su come soccorrere una persona con arresto cardiaco improvviso.

Termina oggi la settimana della rianimazione cardiopolmonare di ''Viva': 400.000 persone all'anno colpite da un arresto cardiaco improvviso

La settimana della rianimazione cardiopolmonare di ''Viva'' cade, in questo 2019, dal 14 al 20 ottobre: ogni anno in Europa sono 400.000 le persone colpite da un arresto cardiaco improvviso che, in quanto tale, non è assolutamente immaginabile che si verifichi in quel momento: molte di queste vite potrebbero essere salvate, se chi è loro vicino fosse subito in grado di intervenire tempestivamente, e con puntualità, con manovre che sono semplici da eseguire: ma che devono essere conosciute in dettaglio.

Per questo motivo, il 14 giugno 2012 il Parlamento europeo ha invitato gli Stati membri a realizzare iniziative che aiutino i cittadini (e gli operatori sanitari, che non sono tutti formati sul tema) a saperne di più, su come soccorrere una persona con arresto cardiaco improvviso. Da allora è stato istituito un giorno dedicato alla Rianimazione Cardiopolmonare che cade ogni 16 ottobre, e ''Viva!'' è la settimana che lo comprende.

A questo riguardo, riprendiamo le parole di un grande esperto, il Prof. Bernd Böttiger (ERC- European Reuscitation Council): ''...L’arresto cardiaco è il più importante problema sanitario in Europa. Se i testimoni di un arresto cardiaco iniziano la rianimazione cardiopolmonare (RCP) prima dell’arrivo dei soccorsi, le possibilità di sopravvivenza della vittima aumentano di due/tre volte rispetto ai casi in cui la RCP non viene iniziata. Nel 70% dei casi l’arresto cardiaco è testimoniato da qualcuno che può iniziare la rianimazione. Ma in Europa la RCP viene iniziata dai testimoni dell’arresto cardiaco soltanto nel 15% dei casi. un dato troppo lontano da percentuali accettabili. Se riuscissimo ad aumentare la percentuale dell'intervento, da parte dei testimoni, dal 15% al 50-60% dei casi potremmo salvare circa 100.000 persone all’anno. In Europa, infatti, ogni 90 secondi viene attuato un tentativo di rianimazione, su un paziente in arresto, senza successo".

Una questione spesso poco nota è che anche fra i professionisti sanitari le manovre di rianimazione cardio polmonare non sono sempre note, e soprattutto non tutti sono formati al riguardo: i corsi di formazione dedicati da qualche anno, soprattutto nelle Aziende pubbliche ed in quelle private convenzionate, prevedono una formazione periodica (ogni 2 anni) con manovre pratiche, al fine di aumentare la confidenza necessaria.

IRC (Italian Resuscitation Council) anche quest'anno rilancia e sostiene l'invito dell'Unione Europea, con la diffusione delle iniziative che sono state riprese con il nome convenzionale di ''Viva!''. Al riguardo la FNOPI (Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche) ha realizzato, con l'attività del suo gruppo di social manager, il filmato che vedete allegato a questo testo. Buona visione e, se avete la possibilità, frequentate uno dei molti corsi che vengono offerti, sia ai professionisti sanitari sia ai ''laici'', cioè a chi non svolge una attività di cura e assistenza ma che, comunque, vuole apprendere le manovre per salvare una vita.

                                                                                           Dott. Francesco Falli
                                                                          Vice Presidente FNOPI La Spezia

Disclaimer: tutti gli articoli redatti dal sottoscritto, si avvalgono dei maggiori siti e documenti basati sulle evidenze, ove necessario sarà menzionata la fonte della notizia: essi NON sostituiscono la catena sanitaria di controllo e diagnosi di tutte le figure preposte, come ad esempio i medici. Solo un medico può effettuare la diagnosi ed approntare un piano di cura.

Le fonti possono non essere aggiornate e allo stato dell’arte possono esservi cure, diagnosi e percorsi migliorati rispetto all’articolo. Immagini, loghi o contenuti sono proprietarie di chi li ha creati, chi è ritratto nelle foto ha dato il suo consenso implicito alla pubblicazione. Le persone intervistate, parlano a titolo personale, per cui assumono la completa responsabilità dell’enunciato, e dei contenuti.

Il sottoscritto e Sanremonews in questo caso non ne rispondono. 

Compito dell’infermiere è la somministrazione della cura, il controllo dei sintomi e la cultura all’ Educazione Sanitaria.

 

Roberto Pioppo

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