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Attualità | 27 febbraio 2020, 18:09

Imperia: Ilvo Calzia presenta il conto, il dirigente fa causa al comune per 229mila euro

Con oltre 180 pagine di ricorso, il capo dell'urbanistica ripercorre le vicende che gli sono costate la sospensione dal servizio dopo la bufera sul porto turistico da cui uscì due volte assolto

Imperia: Ilvo Calzia presenta il conto, il dirigente fa causa al comune per 229mila euro

Con oltre 180 pagine di ricorso il legale Roberto Trevia  ha presentato questa mattina causa contro il comune di Imperia per i provvedimenti presi contro il dirigente Ilvo Calzia dalle precedenti amministrazioni Strescino e Capacci. La richiesta risarcitoria è di 229mila euro, oltre alle somme dovute per i danni morali, d'immagine, e per le gravi patologie insorte in seguito alla sospensione. A ciò si aggiungono i danni da demansionamento subito dopo il reintegro in servizio.Tutte queste somme saranno stabilite in sede di causa. La sola cifra di 229 mila euro  richiesta spetterebbe invece a Calzia, secondo il proprio legale, per i mancati stipendi durante il periodo di sospensione e per l'errata corresponsione dell'assegno familiare, che risulterebbe di molto minore a quanto previsto dalla legge. A Calzia sono stati erogati 628 euro per tutti i tre anni di sospensione. L'amministrazione Capacci ha contestato alcuni lavori svolti senza autorizzazione durante tale periodo e ha applicato una serie di sanzioni disciplinari anche per anni precedenti, tanto da riconoscergli la cifra sopra indicata. Per integrare il modesto assegno familiare Calzia avrebbe svolto alcuni lavori non autorizzati, "senza sottrarre risorse e tempo al comune visto che era sospeso dal servizio", sostiene.

Calzia fu sospeso, in contrasto con la decisione del giudice che ne disponeva il pieno rientro al lavoro, perché indagato e poi imputato nel processo del porto turistico. Nonostante la sentenza di assoluzione in primo grado, l’amministrazione Capacci ha mantenuto la sospensione per diversi mesi, in attesa di creare un nuovo settore, in quanto quello dell'urbanistica era stato nel frattempo soppresso. Il sindaco Capacci lo reintegrò nel nuovo settore patrimonio, pianificazione e tpl, un provvedimento che Calzia e ilisuo legale definiscono un evidente demansionamento.

Successivamente gli fu affidato anche il settore ambiente, in concomitanza con le indagini sul depuratore cittadino. Calzia lamentava di non avere adeguata formazione in materia, come si legge dall'atto. Solo nel 2018 il comune ha deciso di reintegrarlo alle mansioni originarie. 

Nel frattempo sono stati diversi i processi a suo carico, tutti conclusisi con assoluzioni con formula piena, a cominciare dalle due più  rilevanti “perché il fatto non sussiste”, al processo di Torino sul porto turistico.

Una serie di fattori anche personali sono contenuti nell’atto con cui il dirigente chiede il risarcimento danni al suo stesso ente, difeso dall’avvocato Davide Carpano. 

La causa è stata rinviata al prossimo 11 maggio. L’avvocato Roberto Trevia ha chiamato numerosi testimoni, chiedendo  al tribunale di ammettere anche l’interrogatorio formale dell’attuale sindaco Claudio Scajola.

Francesco Li Noce

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