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Attualità | 11 aprile 2020, 13:48

Le proposte di Cna Costruzioni Imperia alle Istituzioni: “Basta parole, rinvii di responsabilità a cascata, rimpalli di competenze e termini di intervento poco chiari”

“Fra pochi mesi, nonostante gli ammortizzatori sociali, i datori di lavoro non potranno più garantire gli stipendi al personale con conseguenze devastanti in termini sociali"

Le proposte di Cna Costruzioni Imperia alle Istituzioni: “Basta parole, rinvii di responsabilità a cascata, rimpalli di competenze e termini di intervento poco chiari”

Le attività del settore costruzioni si sono fermate, ma già prima del lockdown avevano registrato enormi rallentamenti, sia logistici per problemi legati all’approvvigionamento dei materiali, sia in termini di operatività per le decisioni dei committenti di rinviare lavori già iniziati o programmati. Stanno saltando le ristrutturazioni previste per la primavera e i numerosi rifacimenti delle facciate, messi in cantiere grazie ai bonus fiscali; rinviate le gare d’appalto ed anche nel momento della “ripartenza”, enormi saranno i problemi nella gestione degli anticipi e degli incassi.

“Oggi la stessa sopravvivenza del comparto delle costruzioni è a rischio: il pericolo reale è che domani manchino le imprese che dovranno realizzare gli investimenti di un settore fondamentale per la tenuta economica e sociale del nostro Paese, che alla ripresa potrebbe valere una quota rilevante del PIL nazionale.”, dichiara Luciano Vazzano, Segretario territoriale CNA Imperia.

Giorni fa le associazioni datoriali della filiera delle costruzioni, tra cui CNA Costruzioni, hanno rivolto un accorato appello a Governo e Parlamento per la messa in atto, immediata, di misure per garantire la sopravvivenza delle imprese e per l’adozione di un grande Piano di opere pubbliche e di incentivi per sostenere l’edilizia privata.

Cinque le priorità indicate:
- condizioni chiare e univoche per gestire in sicurezza i cantieri;
- tempestiva iniezione di liquidità, pagamento dei crediti ed eliminazione dello split payment;
- pagare i lavori eseguiti con Sal emergenziale subito e Sal mensile a regime;
- “Piano Marshall” per le costruzioni: risorse agli enti locali per aprire subito cantieri su tutto il territorio e rafforzare incentivi per le riqualificazioni edilizie;
- forte semplificazione di procedure e balzelli.

Dai contenuti dell’appello, è nato poi un confronto diretto con gli operatori del settore di CNA Costruzioni della Provincia di Imperia, che accoglie le istanze dell’intero comparto, sia micro sia più strutturate, ed a gran voce è emersa una esigenza urgente ed impellente: quella di fare in fretta nell’attuazione e gestione dei provvedimenti che il governo nazionale ha varato a favore del tessuto economico e ripensare a fondo la struttura della pubblica amministrazione.

“Perché è chiara”, sottolinea Vazzano, “la drammatica situazione attuale, ma anche quella legata alla ripartenza: gli interventi messi in campo non sono sufficienti e servono interventi per supportare la crescita della domanda interna. In questa ottica sono state avanzate delle proposte finalizzate a fornire strumenti che tengano conto anche della sicurezza nei cantieri, che va letta sotto una luce nuova a seguito dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo.”

Ecco le proposte di CNA Costruzioni della Provincia di Imperia da portare ai Tavoli tecnici aperti con le Istituzioni:
- Defiscalizzazione totale per almeno 6 mesi;
- Erogazione alle imprese di un finanziamento immediato di liquidità pari ad almeno il 40% del fatturato medio realizzato negli ultimi due o tre anni;
- Erogazioni fondi per la disponibilità immediata relativa alle spese per la ripartenza, con somme previste per progetti di rilancio delle imprese (con la restituzione delle somme a zero interessi, con 24 mesi di preammortamento e 10 anni per la restituzione);
- Anticipazione dei certificati di pagamento per i lavori sia degli enti pubblici sia dei privati, dietro presentazione fattura, anche destinatarie di finanziamenti pubblici, da parte degli istituti finanziari, senza il pagamento degli interessi, che verrebbero sostenuti dallo Stato;
- Programmazione seria di un piano di lavoro, che alimenti gli enti locali e contenga l’apertura di un numero importante di cantieri per interventi straordinari negli edifici pubblici, fondamentali anche per il tessuto sociale dei territori.

“Fra pochi mesi, nonostante gli ammortizzatori sociali, i datori di lavoro non potranno più garantire gli stipendi al personale con conseguenze devastanti in termini sociali: basta parole, rinvii di responsabilità a cascata, rimpalli di competenze e termini di intervento poco chiari, vogliamo solo un Paese efficiente, che salvaguardi la salute e la sopravvivenza lavorativa dei suoi abitanti” conclude Vazzano.

Redazione

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