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Economia | 11 aprile 2020, 17:00

Futuro chiama Italia, trasformiamo il lockdown in una grande opportunità per il Paese

Il tempo passa e le misure del contenimento per Covid-19 iniziano a funzionare. Ma prima di accelerare a tutti i costi e senza una strategia la ripresa, siamo noi l’unica tecnologia che deve pensare a come affrontare il futuro post Coronavirus».

Futuro chiama Italia, trasformiamo il lockdown in una grande opportunità per il Paese

Il mondo ci aspetta fuori.

Tutti siamo impazienti di ricominciare a passare ore nel traffico, di benedire le code negli uffici pubblici e di attendere un’ora per farci portare una semplice pizza sui Navigli il sabato sera.

Appunto “semplice” pizza, una delle cose più banali e scontate nell’Italia che le diede vita nel 1889 grazie ad un’intuizione del cuoco napoletano Raffaele Esposito capace di mettere insieme pomodoro, mozzarella e basilico per formare un Tricolore in onore della Regina Margherita di Savoia e dell’Italia intera. Un’invenzione vecchia di due secoli che ha rivoluzionato nel mondo lo stile di vita e che ha consacrato la creatività e la capacità di saper fare italiano a partire da idee semplici, ma concrete.

Quanto mai oggi abbiamo capito di non poter fare a meno della tecnologia, della robotica che aiuta i nostri medici in corsia, della potenza di calcolo di super computer capaci di elaborare miliardi di dati in pochi secondi, della biotecnologia al servizio della ricerca scientifica dell’Intelligenza Artificiale in grado di comprimere in modo incredibile il tempo che ci divide oggi dal vaccino per Covid-19 e in futuro dalla prossima criticità. Ma nessuna innovazione oggi è efficace senza il controllo umano e soprattutto senza la consapevolezza che a fare la differenza in un periodo così complicato saranno sempre il buon senso civico e il rispetto delle regole.

Ecco perché dai Big Data dobbiamo passare agli Human Data per ricominciare presto, ma in sicurezza, ad essere il grande Paese che tutti conoscono. Scopriamo allora di doverci trasformare nella tecnologia più avanzata che da sempre esiste sulla Terra, la civiltà, capace di evolversi nel corso dei millenni e di rivoluzionare il mondo con l’arte, la cultura, le invenzioni, il lavoro e la scienza. Una lezione che forse avremmo potuto imparare da soli, ma che ci è dato comprendere appieno solo ora, adempiendo alle disposizioni di distanza sociale indispensabili all’epoca della pandemia.

La storia insegna sempre e nel suo rispetto dobbiamo oggi trovare modo di pensare a come vorremo vivere nel tempo che ci aspetta e su quali valori investire per il futuro a livello professionale e personale, proprio in quelle città industriali in cui è crollato negli ultimi due mesi il livello di smog, oppure in quelle realtà più piccole e affacciate sul mare che si sono risvegliate con i delfini a giocare a pochi metri dalle spiagge, con la balene a nuotare nello stretto di Messina oppure con anatre e cigni selvatici diventare cittadini onorari di tutti i corsi d’acqua della caotica Milano.

È arrivato il momento di connettere le persone, di trasformarsi in tecnologia con le gambe, pronti a ricominciare a dare impulso alle attività produttive dell’Italia, ma soprattutto con il cuore capace di preparare quel fatidico momento in cui girare nuovamente la chiave nel quadro della vita quotidiana. Siamo oggi tutti chiamati ad essere al servizio del futuro, consapevoli di poter fare la differenza nell’unico modo in cui l’uomo può farlo: tornando ad essere umani. Tutto sarà diverso, ma è indispensabile cogliere prima del ritorno alla quotidianità questa opportunità per respirare un’aria di rinnovamento, per avere il tempo di metabolizzare una rivoluzione che camminerà al fianco di tutti i cittadini del mondo.

Nel frattempo, alla concreta presa di coscienza di come poter vivere con nuovi occhi, ricordiamoci che come diceva lo scrittore e filosofo francese Alber Camus «nel bel mezzo dell'inverno, ho infine imparato che vi era in me un’invincibile estate».

Enrico Molinari

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