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Sanità | 16 maggio 2020, 08:00

Malattia: errore fisiologico oppure opportunità di crescita?

La salute dell’uno influenza la salute dell’altro, ma non solo, perché la salute psichica influenza anche il nostro sistema immunitario, attraverso la mediazione del sistema endocrino e nervoso.

Malattia: errore fisiologico oppure opportunità di crescita?

Stiamo vivendo un momento molto delicato dal punto di vista psicoemotivo, un momento che non deve e non può essere sottovalutato, perchè le nostre emozioni mal gestite, lo stress e le tensioni psicologiche generate dalla paura, dalla rabbia e dalle frustrazioni, stanno creando non solo delle cicatrici emozionali molto profonde ma possono diventare concause di malattie psicofisiche anche gravi. La stessa PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia) conferma che lo stato psicologico, tramite il sistema nervoso e il sistema endocrino, influisce non poco sulla condizione di salute dell’intero organismo. Come sempre vi invito a riflettere attraverso la conoscenza del corretto funzionamento del nostro sistema corporeo.

Più volte ho sottolineato nei miei articoli quanto una disbiosi intestinale può andare ad influenzare lo stato di salute e l’efficienza di organi, anche distanti dall’intestino, come ad esempio il cervello. Infatti in condizioni di disbiosi, il nostro cervello può essere “attaccato” da potenti patogeni come la candida che da innocuo lievito si trasforma in un pericoloso fungo con potenti ife, in grado di lacerare la mucosa intestinale, favorendone la permeabilità e quindi il suo passaggio nel flusso sanguigno, fino a raggiungere altri tessuti, anche molto distanti dalla sua “casa” di origine. Per difenderci da questi “attacchi”, il nostro corpo utilizza dei sistemi di filtraggio molto efficienti chiamati “barriere tissutali”. La più nota è la barriera della mucosa intestinale, la cui funzione è quella di far passare i nutrienti nel sangue e al contrario bloccare cibo indigerito, tossine o patogeni come la candida. A protezione del cervello abbiamo la barriera emato-encefalica che filtra il sangue che arriva al cervello per impedire il passaggio di sostanze o microorganismi pericolosi. Naturalmente tutto ciò è possibile solo se le mucose sono integre ed eubiotiche. Purtroppo anche una condizione psicoemotiva instabile (come quella che stiamo vivendo), se reiterata nel tempo, può contribuire al deterioramento di queste due potenti barriere, con una inevitabile conseguenza: l’aumento dello stato infiammatorio sistemico, favorito dalla produzione di citochine pro-infiammatorie, proteine, il cui eccesso contribuisce allo scatenarsi di molti disturbi e patologie che riguardano non solo la sfera fisica ma anche quella psicoemotiva. Oramai lo sapete: l’intestino e il cervello lavorano in sincronia, in un feedback continuo.

La salute dell’uno influenza la salute dell’altro, ma non solo, perché la salute psichica influenza anche il nostro sistema immunitario, attraverso la mediazione del sistema endocrino e nervoso. E’ importante sottolineare che i traumi emotivi profondi, le situazioni stressogene e le paure represse sono tutte situazioni patologiche che hanno un impatto devastante sulla nostra salute, perché quando la nostra psiche va in sofferenza, il nostro sistema immunitario si abbassa, il nostro apparato digestivo va in disfunzione, gli organi emuntori perdono la loro capacità depurativa, le tossine iniziano ad accumularsi nei tessuti e tutto l’organismo entra in quello stato di squilibrio, comunemente chiamato malattia, una condizione generale che interessa tutta la nostra persona, in tutte le sue componenti: fisico, mentale e spirituale. Ma che cosa è la malattia? Ve lo siete mai chiesto? A mio parere la malattia è uno “squilibrio psico-fisico-sociale”, uno “squilibrio tra mente e corpo”, una “mancanza di armonia tra le parti”.

E' un qualcosa di unico, di singolare, di personale, ma soprattutto di naturale e fisiologico. Il corpo si ammala quando perde gli equilibri che regolano la sua omeostasi, ma qualunque sia l’agente stressogeno fisico o psicologico che causa il disequilibrio, l’unico modo che conosce il nostro corpo per ritornare in salute è attraverso la malattia. Dunque la malattia non è qualcosa da contrastare, da temere o da sottovalutare ma è un processo fisiologico e naturale che dovrebbe spingere l'uomo a porsi delle domande sul proprio stile di vita. Sto investendo per la mia salute o sto alimentando la mia malattia? Questo dovremmo chiederci ogni giorno. Ma cosa rappresentano per noi questi due importanti concetti: salute e malattia? La concezione antropologica della salute e della malattia ci dimostra come, anche i concetti più fortemente radicati in noi, sono il risultato mentale di condizionamenti sociali e familiari. Del resto, quando pensiamo che un soggetto sia in piena salute? Quando i suoi valori ematici, di temperatura e psicologici rientrano nei parametri di normalità. Però il “concetto di normalità” si basa sulla statistica, un concetto troppo astratto che non tiene conto della soggettività ed unicità dell'individuo. Purtroppo molto spesso il paziente viene considerato solo un insieme disunito di tessuti, organi, sistemi e funzioni vitali, rivolgendo l’attenzione più alla singola parte che non all'insieme, più al sintomo che non alla causa. E così diventiamo numeri, casi e non persone ed individui.

La verità è che diventiamo “malati” nel momento stesso in cui il medico, con la sua diagnosi (basata sui sintomi), ce lo conferma, ma il problema è che in quel preciso momento la nostra mente mette in atto tutta una serie di meccanismi che andranno a peggiorare il nostro squilibrio, forse solo passeggero, rafforzando la nostra convinzione di “essere malati”! La malattia non è solo un “errore fisiologico” e una “degenerazione organica”, ma è una risposta a uno squilibrio più o meno profondo. Potremmo definirla “lo sforzo che compie l'organismo per riportarci in salute. La persona “sana” non è colei che non si ammala mai ma è colei che si ammala e poi guarisce senza troppe difficoltà, perchè il suo organismo, pur ammalandosi, possiede tutte le armi per superare lo stato fisiologico alterato e, una volta ritrovato l'equilibrio energetico-vitale, diventa più forte di prima. La salute è armonia, coordinazione e collaborazione. Pensate che, per correre in aiuto alla nostra mente, il corpo somatizza i disturbi, anche per permettere al cervello di continuare a coordinare le innumerevoli e complesse funzioni neuro-connettive e associative grazie alle quali ad es. possiamo scendere le scale o attraversare una strada senza cadere. Il corpo (pensiamo alla radice “soma”) si fa così carico del peso delle varie preoccupazioni quotidiane: la mente scarica sul corpo ciò che potrebbe divenire troppo gravoso per la psiche. Penso sia fondamentale avere un approccio più positivo e consapevole nei confronti della malattia, piuttosto che vederla solo come fonte di sofferenza fisica e psicologica. Il problema è che tendiamo a scaricare la responsabilità della nostra salute e malattia, senza pretendere la giusta informazione. Se impariamo ad avere una visione più ampia, che a me piace definire olistica, allora non ci accontenteremo più di prendere una “pillola”, senza neanche conoscerne il contenuto, per mettere a tacere il sintomo fastidioso, ma avremo voglia di fermarci un attimo, di riflettere, per cercare le cause del disturbo e insieme al medico, trovare una soluzione di salute. Certo diventare responsabili della nostra salute, è un percorso impegnativo e tutt’altro che facile, per questo molto spesso preferiamo una via più comoda, quella della autocommiserazione, entrando nel ruolo di “vittime”, fragili e insicure, demotivate e spaventate.

A quel punto essere influenzate dalla scorretta informazione di salute diventa gioco facile, e si entra in un circolo vizioso che diventa un terreno fertile per l'instaurarsi di ogni sorta di malattie: le nostre difese immunitarie si abbassano, la nostra voglia di reagire si annulla e così ci leghiamo (a volte per sempre) a quelle insostituibili “pilloline” o al cibo spazzatura (ricco di zuccheri sintetici) che almeno per un po' fanno scomparire quel disagio e quella sofferenza nella quale ci “culliamo” e con la quale, giustifichiamo il nostro ruolo proprio di “vittima”. A questo punto mi sorge spontanea una considerazione: “Come è complesso ed esigente l'essere umano! Sempre insoddisfatto e in conflitto con sè stesso e con il mondo intero! Così contraddittorio e incoerente nelle sue scelte. Desideroso di alimentare il proprio ego cercando di raggiungere obbiettivi spesso irrealizzabili o al contrario così mediocre da non porsene alcuno. Così condizionabile e facilmente corrompibile, poco attento alle necessità altrui ed estremamente fragile nella volontà e determinazione. Chiude gli occhi, preferisce non vedere, non sentire, finge di non capire, nasconde nelle parti più recondite della sua mente tutto ciò che lo infastidisce, lo turba o va ad intaccare i fragili equilibri su cui ha fondato la sua “fragile” esistenza: le sue abitudini, la sua routine quotidiana, le sue convinzioni, in poche parole i suoi rigidi schemi mentali. Così, non si accorge che è proprio il suo comportamento sconsiderato ad avere un effetto negativo sulla sua esistenza. Il suo non sapersi adattare ai continui cambiamenti e mutazioni lo rende vulnerabile, ma non importa, lui finge che vada tutto bene e sempre più stressato mette a dura prova la sua salute psicofisica! Fino ad esplodere, quando la sua mente non ce la fa più o il suo corpo è talmente intossicato da non riuscire a digerire neanche più una banale insalata! No, proprio non riesce a sentire “la voce” del suo organismo che attraverso i sintomi della malattia, urla e si lamenta. E così, con la mente squilibrata e il corpo intossicato, inevitabilmente si ammala e si indebolisce, andando ad esaurire tutte le sue risorse ed energie vitali. Il passo poi da un semplice disturbo, a una patologia acuta e poi cronica e a volte mortale, è sempre più veloce. Per concludere voglio invitarvi ad abbandonare la limitante visione della malattia come una sorta di “sfortuna” o di “castigo divino” o come un “errore fisiologico” o una “degenerazione organica” causata da un qualcosa che non dipende dalla vostra responsabilità ma dobbiamo imparare a viverla come uno stimolo a cambiare il nostro stile di vita, un segnale, un campanellino d’allarme che ci avverte che ci siamo allontanati troppo da tutto ciò che è naturale ed equilibrato. Dobbiamo riportare la salute al primo posto delle nostre priorità quotidiane, imparando a vivere, pur in un contesto ambientale ipertecnologico e per molti versi snaturato, in armonia con la Natura, in senso economico, olistico e globale.

Solo così riusciremo a ottimizzare le nostre risorse e le nostre energie, così da trovare le migliori soluzioni per vivere al meglio la nostra esperienza di vita, soprattutto nei momenti difficili come quello che stiamo vivendo adesso!

Simona Oberto cura il sito web www.cibocuranaturale.com e la pagina facebook "Il tuo coach alimentare".

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