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Imperia Città | 21 maggio 2020, 07:11

"Hai voluto il bonus bici? E adesso pedala!". Torna Green Ink, la rubrica a cura dell'imperiese Cristina Sala, appassionata di ecologia e attivista FIAB

Terza puntata della nostra rubrica a tema ambiente

"Hai voluto il bonus bici? E adesso pedala!". Torna Green Ink, la rubrica a cura dell'imperiese Cristina Sala, appassionata di ecologia e attivista FIAB

A maggio, complice il Bonus Bici, c’è stato un boom di vendite di biciclette in Italia ma anche in Europa. Possedere una bicicletta è il primo passo verso una mobilità più sostenibile, ma da solo potrebbe non bastare.

Uno degli ostacoli alla diffusione della mobilità ciclistica, infatti è la non-sicurezza. È diffusa la paura di muoversi sulla strada soprattutto quando non si è abituati a farlo, e l’Italia deve recuperare per quanto riguarda le infrastrutture ciclabili.

Andare in bici è intrinsecamente sicuro, è una delle attività motorie/sportive con il tasso di infortuni più bassi, rispetto al numero dei praticanti.

Ma la sicurezza della bicicletta si riduce nei fatti e nella percezione, a causa del traffico stradale. E questo vale anche per chi cammina, altra attività sicura che lo diventa meno, in aree trafficate.

È necessario quindi migliorare la sicurezza di chi si sposta in bici, ma come?

Anche se può suonare strano, è proprio l’aumentare dei ciclisti, che determina la sicurezza dei ciclisti stessi.

Perché? Il motivo è semplice.

Noi tendiamo a vedere quello che ci aspettiamo di vedere. Se il ciclista diviene una “presenza attesa” allora i conducenti delle auto diventano più consapevoli e migliora la loro capacità di anticiparne la presenza nel traffico. Quindi tanti ciclisti in strada, modificano l’aspettativa sociale, l’automobilista cambia prospettiva, rallenta, e il risultato è una maggiore sicurezza per tutti.

Anche la città se considera il ciclista una “presenza attesa” inizierà a modificarsi sulla base di questa presenza. Lo dimostrano Olanda, Danimarca e Belgio, i paesi con il più alto numero di ciclisti e il più basso numero di morti. A Copenhagen tra il 1995 e il 2006, la ciclabilità è aumentata del 44%, con il 36% di pendolari che usano la bicicletta, e gli incidenti (gravi e mortali) sono diminuiti del 60%.

L’aumento delle biciclette ha aumentato in generale la sicurezza stradale. In Olanda la spinta a realizzare infrastrutture per la mobilità ciclabile arrivò proprio a seguito del boom dell’espansione dell’automobile.

Nel 1971 morirono 700 bambini in incidenti stradali e nacque un movimento chiamato “Basta alla morte dei figli”. Questo movimento esercitò una tale pressione sul governo da imporre da quel momento grandi investimenti sulle piste ciclabili, che hanno fatto dell’Olanda il paradiso dei ciclisti e ridotto drasticamente gli incidenti mortali. La mobilità è un diritto, renderla efficiente e sicura è un dovere.

La formula ce l’abbiamo: più ciclisti uguale più sicurezza. Semplice… come andare in bicicletta.

Cristina Sala

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