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Politica | 29 giugno 2020, 15:46

Caos autostrade, Toti firma l'ordinanza per il nuovo piano di manutenzione: "A garanzia della sicurezza e della mobilità dei cittadini"

Il governatore fa quadrato con Anci, Camera di Commercio e Confindustria. Annunciato anche un tavolo con il Mit "per quantificare i danni provocati da inottemperanze e inadempienze di questi mesi"

Caos autostrade, Toti firma l'ordinanza per il nuovo piano di manutenzione: "A garanzia della sicurezza e della mobilità dei cittadini"

"La situazione resta insostenibile. Oggi firmo un'ordinanza, comprendo che può essere interpretato come un atto inusuale, ma abbiamo il dovere di garantire ai nostri cittadini i diritti di sicurezza e di mobilità sul territorio". Lo ha detto di presidente della Giunta regionale, Giovanni Toti, durante la conferenza stampa om cui sono state illustrate le azioni volte a contrastare i disagi provenienti dalla questione autostrade. Azioni concordate insieme all’assessore allo Sviluppo Economico Andrea Benveduti, con il sindaco di Genova e presidente di Anci Liguria Marco Bucci, una rappresentanza di sindaci liguri dell’ufficio di presidenza di Anci e i rappresentanti di Camera di Commercio e delle categorie economiche oltre ai presidenti delle due autorità di sistema portuale del mar ligure Occidentale e Orientale, Signorini e Roncallo.

Nell'ordinanza che oggi il governatore firmerà la Regione chiederà alla società "Autostrade" e al ministero delle Infrastrutture "di predisporre immediatamente e comunque non oltre tre giorni un nuovo piano di manutenzione della rete autostradale in concessione ad Aspi che contemperi le primarie esigenze di sicurezza ‘strutturale’ con quelle di sicurezza ‘funzionale’, garantendo quindi il diritto fondamentale alla mobilità, a sua volta strumentale all’esercizio di funzioni pubbliche nonché al godimento di altri diritti di rilievo costituzionale, come, tra l’altro, la libertà di iniziativa economica". Nelle prossime ore Toti ha annunciato che inoltre, verrà chiesto al Mit e alla società concessionaria "di sedersi ad un tavolo per quantificare il danno provocato da inottemperanze e inadempienze di questi mesi, e questo, puntualizza, sarà propedeutico ad una richiesta danni complessiva, che varierà dal danno biologico per il singolo cittadino al danno d’impresa delle singole categorie”. 

“Chiediamo che la nostra rete autostradale sia messa in sicurezza, aggiunge, e che qualcuno elabori un piano, avendone la competenza, in cui si stabilisca una gradualità degli interventi in funzione della gravità delle singole situazioni riscontrate, in modo da evitare che la Liguria finisca soffocata, imprigionata, danneggiata o resa ancora più insicura dai lavori in corso. A fronte di una reiterata assenza risposte alle nostre richieste e del persistere di disagi ormai insostenibili, non ci resta che procedere con questa azione formale a cui siamo pronti a farne seguire altre”.

Il governatore ligure ha ricordato di aver cercato di mitigare i disagi sia potenziando la rete ferroviaria, la Liguria infatti è il la regione che ha riattivato il maggior numero di treni dopo il lockdown con tutto il servizio regionale di nuovo in campo e il 90% di quello interregionale per cui è stato chiesto di potenziarlo ulteriormente – sia proponendo ad Anas di accelerare i tempi di ripristino dei tratti di viabilità ordinaria interrotti da frane grazie ad un’ordinanza regionale di protezione civile a copertura degli interventi in danno ai privati. "Siamo in attesa di una risposta. Se ci troviamo in questa situazione –spiega Toti – è perché lo screening effettuato da Aspi su 23 gallerie tra gennaio e aprile è stato valutato insufficiente dal commissario del ministero delle Infrastrutture che, in applicazione di una circolare del 1967, ha previsto a metà maggio di ripetere gli screening, intervenendo contemporaneamente su tutte le 250 gallerie liguri a cielo nudo, quindi smontando le onduline, a prescindere da ogni gradualità dell’intervento in funzione delle eventuali anomalie riscontrate. Questa è una responsabilità che evidentemente i soggetti competenti, ministero e concessionario, non vogliono assumersi, ma questo metodo di controllo, in assenza di una tempistica di intervento legata alla gravità delle anomalie riscontrate, comporta la paralisi in cui ci troviamo. Se qualcuno dovesse impugnare l’ordinanza prosegue Toti – dovrà assumersi la responsabilità di dire che i cittadini della Liguria non hanno diritto alla mobilità, alla sicurezza, alla salute e alla libertà d’impresa. Se le concessioni autostradali sono gestite dal ministero delle Infrastrutture in modo slegato dalla Costituzione, ne prenderemo atto. E, in quel caso, presenteremo un disegno di legge con i medesimi contenuti dell’ordinanza”.

L’assessore allo Sviluppo Economico Andrea Benveduti ha sottolineato che “è il momento di farsi sentire in modo forte e deciso, di fronte a questa situazione insostenibile. Iniziamo con questo provvedimento di buon senso, avviando subito tutti gli ulteriori interventi che si possono mettere in campo: non ci sono più alibi, non c’è spazio per temporeggiare. Oltre a questo, è indispensabile avviare le grandi opere che sono pronte a partire, in primis la Gronda autostradale. Fare sviluppo economico, ha concluso, in questa situazione sta diventando impossibile, quasi una presa in giro”. 

Sul "caos autostrade" domani i sindaci liguri ai confronteranno con il ministro delle Infrastrutture. "Porteremo come richiesta del territorio, ha spiegato Marco Bucci sindaco di Genova e presidente di Anci Liguria, che dal 10 luglio si garantiscano due corsie libere per ogni carreggiata nella fascia oraria 6-22 e eventuali restrizioni solo durante l’orario notturno. Per noi sarebbe una soluzione accettabile per gestire le attuali criticità". 

Luigi Attanasio, presidente Camera di Commercio di Genova, ha condiviso i toto la posizione della Regione precisando che "se questo ulteriore tentativo fallirà, la nostra risposta sarà alta e forte”. Accordo su tutta la linea anche da Giovanni Mondini, presidente di Confindustria Genova, il quale ha affermato che "fa rabbia vedere che abbiamo un blocco su tutta la rete autostradale ligure e intorno a Genova per una circolare del 1967, mentre prima si era intrapresa una strada diversa. Improvvisamente, da metà maggio, tutto si è fermato. Per un anno e mezzo tutta la città e le sue forze imprenditoriali e istituzionali, puntualizza, si sono spese dopo il crollo di Ponte Morandi per evitare che le aziende lasciassero Genova e ce l’abbiamo fatta perché Genova e la Liguria hanno avuto una grande credibilità, dimostrando che il nuovo ponte sarebbe stato ricostruito nei tempi previsti. Oggi fatichiamo e non so più cosa raccontare per convincerli a rimanere. Non possiamo firmare questa ordinanza ma lo faremmo volentieri- ha concluso- perché siamo completamente allineati e sono convinto che la firmerebbero anche tutte le Confindustrie del nord ovest e non solo”.

In allegato l'ordinanza firmata dal governatore Toti: 

Files:
 Ordinanza 42 2020 (1.4 MB)

Redazione

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