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Attualità | 01 agosto 2020, 07:26

La strage mancata all'Olimpico: Antonio Padellaro porta una storia di mafia sconosciuta a Riva Ligure (l'intervista)

Il 23 gennaio 1994 non è stata una giornata come tante. Lo sanno bene i tifosi di Roma-Udinese che scamparono a quello che sarebbe potuto essere uno degli attentati mafiosi più gravi della storia italiana. Tra di loro c'era Antonio Padellaro.

La strage mancata all'Olimpico: Antonio Padellaro porta una storia di mafia sconosciuta a Riva Ligure (l'intervista)

Il 23 gennaio 1994 non è stata una giornata come tante. Lo sanno bene i tifosi di Roma-Udinese che scamparono a quello che sarebbe potuto essere uno degli attentati mafiosi più efferati della storia italiana. Tra quei 44mila che si trovavano all'Olimpico c'era anche Antonio Padellaro. 

La storia di questo episodio poco noto della stagione delle bombe del 92/94 è racchiusa all'interno de "La strage e il miracolo, 23 gennaio 1994. La mafia all’Olimpico". Il libro è stato presentato da Padellaro, un noto giornalista, ospite per una sera a 'Sale in Zucca', l'importante rassegna culturale estiva di Riva Ligure, curata da Claudio Porchia. Insieme a loro sul palco, il sindaco della cittadina, Giorgio Giuffra. 

In uno scambio di considerazioni e collegamenti con la storia contemporanea, Porchia e Padellaro hanno tracciato lo scenario politico italiano che si stagliava intorno a quella mancata esplosione dell'autobomba, parlando quindi anche dell’evoluzione di Cosa Nostra. 

Il 23 gennaio del 1994 fallì l'attentato mafioso allo stadio Olimpico e per un caso fortuito, un miracolo, non esplose la Lancia Thema imbottita di tritolo e tondini di ferro, posteggiata in prossimità di un ingresso dell'impianto sportivo.  L'obiettivo non era casuale. L'esplosione avrebbe dovuto primariamente uccidere tutti i Carabinieri che erano nei pressi dell'auto e dell'ingresso allo stadio e in seconda battuta tutte le persone che si trovavano nei paraggi. Eppure qualcosa non funzionò nel radiocomando che da lontano avrebbe dovuto far detonare l'ordigno. Quel giorno la bomba non esplose, non ci fu la strage, anche perchè ad un certo punto uno dei due killer si rifiutò di andare oltre quando vide che non c'era verso di portare a termine quell'incarico.

Tutto questo in un clima politico difficile, con una crisi istituzionale in atto e nel momento di lotta alla mafia che passa con la legge che introduce il 41 Bis, il carcere duro esteso ai detenuti facenti parte dell'organizzazione criminale mafiosa. Una disposizione assunta dopo la Strage di Capaci del 1992. Il fallito attentato non doveva essere una vendetta ma un atto strategico per piegare lo Stato.   

Questi ed altri temi li abbiamo toccati con Antonio Padellaro prima della presentazione del suo libro.

La rassegna 'Sale in Zucca' a Riva Ligure, proseguirà con altre quattro serate fino alla fine di agosto:  

- Mercoledì 5 agosto, “Buono da Morire” con Stefano Bicocchi, in arte Vito; 

- Giovedì 13 agosto, “Doppio silenzio” di Gianni Farinetti con Renata Barberis;

- Giovedì 20 agosto, “D’indaco il mare” di Marzia Taruffi con Marino Magliani; 

- Giovedì 27 agosto, “Lingua della terra” di Giacomo Revelli.

Questo ciclo di appuntamenti è promosso dall’Assessorato al Turismo e Manifestazioni in collaborazione con la casa editrice Zem. "Anche se non è obbligatoria è consigliabile la prenotazione scrivendo una mail a sem.rivaligure@gmail.com oppure direttamente presso il SEM Spazio Espositivo Multimediale di via Nino Bixio 15 a Riva Ligure. La prenotazione garantisce il posto in piazza ed evita gli assembramenti all'ingresso" - ricordano gli organizzatori.

 

Stefano Michero

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