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Eventi | 07 agosto 2020, 18:40

Vito, grande mattatore del festival del noir di Andora, rimane affascinato dalla cucina, dai vini e dall’ospitalità della piana di Albenga.

Con un pranzo da Bianca ad Arnasco (SV), una visita alla cantina di Aimone bio, e la scoperta della cipolla Belendina, si è concluso il tour dell’attore e chef del Gambero Rosso con il giornalista Claudio Porchia.

Vito, grande mattatore del festival del noir di Andora, rimane affascinato dalla cucina, dai vini e dall’ospitalità della piana di Albenga.

Vito, personaggio inarrestabile e poliedrico, attore di teatro, cabarettista, cuoco, scrittore, è stato ieri tra i protagonisti di AG Noir, il festival del giallo di Andora, dove ha presentato il suo romanzo dal titolo “Buono da morire”.

Ricordiamo che il libro era stato premiato a Riva Ligure con la targa “Libri da gustare”, la seconda data nel 2020 dopo quella all’oste umbro “Giorgione” Barchiesi.

Prima dell’appuntamento con la rassegna A.G. Noir Vito ha colto l’occasione per trascorrere la giornata a spasso per la piana di Albenga con l’amico e giornalista enogastronomo, Claudio Porchia.

Vito non perde occasione nel corso dei suoi continui viaggi in giro per il bel paese per scoprire locali, ricette e prodotti nuovi. Perché per lui prima dei libri e della televisione viene la passione per il cibo e la cucina unita a una grande curiosità per prodotti e tradizioni legate al territorio. E così il suo viaggio alla scoperta dei sapori e piatti del territorio non poteva che cominciare da quella che è considerata la regina dei ravioli e del coniglio alla ligure, la trattoria da Bianca ad Arnasco, condotta con passione e amore da Marica, che rappresenta l’ultima generazione di una gestione familiare iniziata negli anni sessanta. Antipasti misti, frittelle con verdure e fiori di zucca, ravioli, coniglio e tris di dolci, che l’attore e chef ha apprezzato e si è complimentato con la cuoca.

La Liguria per un emiliano doc rappresenta un’autentica miniera d’oro per la tavola e la trattoria non ha tradito le sue attese.

Dopo aver visitato il Parco delle Sculture di Rainer Kriester a Vendone e il cippo, che ricorda la prima esecuzione di Fischia il Vento, fatta da Felice Cascione e i suoi partigiani nel 1943, Vito ha visitato l’azienda di Chiara e Aimone Vio, BioVio.

 

Un giro in cantina, la visita della cucina, dove il suo amico e collega televisivo, Giorgione ha girato alcune puntate della trasmissione trasmessa dal Gambero Rosso, ed un assaggio dei prodotti dell’orto, fra cui una dolcissima cipolla rossa e frutta, pesche e pere, appena raccolta. Vito davanti all’ottimo Pigato bio si è lasciato andare ai ricordi di famiglia della nonna e raccontato di quello che per un cuoco emiliano rappresenta la prova di esame più dura: la gramigna con il sugo di salsiccia.

Dopo un passaggio nel grande capannone, dove vengono selezionate e messe in vaschetta le aromatiche prodotte, di corsa ad Andora per la serata dedicata alla letteratura noir.

Ma prima del festival un passaggio alle Rocce di Pinamare dove in occasione dell’aperitivo di benvenuto agli ospiti del festival, Vito ha scoperto un altro prodotto, la cipolla Belendina. “Bella e buona” è stato il suo primo commento dopo un assaggio veloce e a crudo di questo interessante ortaggio.

Redazione

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