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Politica | 11 settembre 2020, 12:53

Imperia, Rifondazione Comunista apre le porte della casa del popolo, Mij: "Spazio ad associazioni e iniziative per avvicinare il partito e i cittadini" (foto e video)

Alla casa del popolo di via del Collegio, questa mattina i vertici di Rifondazione Comunista della provincia di Imperia, hanno incontrato la stampa per discutere delle iniziative del partito, sia a livello locale che nazionale, a cominciare dall'impegno per il no al referendum sul taglio dei parlamentari e all'ospedale unico

Imperia, Rifondazione Comunista apre le porte della casa del popolo, Mij: "Spazio ad associazioni e iniziative per avvicinare il partito e i cittadini" (foto e video)

Alla casa del popolo di via del Collegio, questa mattina i vertici di Rifondazione Comunista della provincia di Imperia, hanno incontrato la stampa per discutere delle iniziative del partito, sia a livello locale che nazionale, a cominciare dall'impegno per il no al referendum sul taglio dei parlamentari e all'ospedale unico.

La casa del popolo – ha dichiarato il segretario provinciale di Rifondazione Comunista Mariano Mij - sarà una possibilità per ricollocare il nostro partito più all'interno del territorio cittadino. Vorremmo far vivere questa sede con le associazioni, con il volontariato, con iniziative anche ricreative e di carattere ludico, proprio per avvicinare i cittadini al paritto e il partito ai cittadini, cercando di soddisfare i bisogni”.

Mij affronta il problema di Rifondazione, ma che riguarda tutta la sinistra, ovvero quello di non riuscire a intercettare come un tempo un elettorato, che sembra essere più orientato a destra.



Il problema delle percentuali è legato a tante cose, essenzialmente alla legge elettorale e ai costi della politica. Noi non abbiamo grandi finanziatori, siamo tutti autofinanziati e quindi le campagne elettorali sono fatte con le risorse che abbiamo. Sapete bene quanti soldi sono capaci di spendere alcuni candidati alla presidenza della regione Liguria in termini di manifesti, locandine, rinfreschi e campagna elettorale. Noi per quello che possiamo cerchiamo di soddisfare i bisogni della gente, con i mezzi che sono quelli dell'autofinanziamento, della nostra testimonianza nel mondo del lavoro e nel coinvolgimento delle associazioni e delle persone all'interno e fuori la nostra sede”.

Sui temi, Mij ha ricordato l'impegno del suo partito per il no al referendum.

Noi siamo assolutamente per il no, non crediamo che il taglio dei parlamentari risolverà il deficit pubblico italiano, si risparmieranno al massimo 60 milioni di euro. Noi siamo per mantenere la rappresentanza ma tagliare i privilegi, cioè cominciare a toccare gli stipendi dei parlamentari, le loro indennità, i loro privilegi, il loro assenteismo. Noi crediamo che i parlamentari debbano garantire in questo numero attuale la rappresentanza in tutte le regioni, in tutti i collegi e anche dare forza alle voci fuori dal coro che sono contro il pensiero unico. Tagliamo i privilegi, ma non la rappresentanza, non la democrazia, non il pluralismo”.

Sul tema dell'ospedale unico: “Siamo contrari per diversi motivi, innanzitutto perché è una grossa spesa che graverà sui cittadini, quando invece abbiamo tre ospedali: Bordighera, Sanremo e Imperia che vanno potenziati in modo da coprire tutta la nostra Asl. Siamo contro l'ospedale unico perché il nostro territorio è privo di una viabilità davvero rapida per garantire interventi di urgenza, spostamenti di pazienti e dei parenti che vanno ad assistere i ricoverati. Siamo contro l'ospedale unico perché non risolverà i grandi problemi attuali dei cittadini che sono quelli delle liste d'attesa per fare esami specialistici, visite, interventi chirurgici in elezione. Noi abbiamo bisogno che questi stessi soldi, e parlo di 225 milioni di euro vengano investiti sugli ospedali esistenti, sul territorio, sulla riabilitazione e sul personale medico e infermieristico, in modo che gli ambulatori possano essere aperti un maggior numero di ore proprio per riuscire a sfoltire e accelerare le liste d'attesa che è il grande problema dei cittadini. Attualmente i cittadini non riescono telefonicamente neanche ad accedere ai sistemi di prenotazione. Questo è un problema che non verrebbe risolto dalla costruzione di un ospedale unico così costoso che graverebbe sui cittadini e che toglierà risorse ai servizi”.

Presente all'incontro, in cui ha parlato dell'emergenza lavorativa in provincia, anche Maria Sepe, militante di Rifondazione e già candidata sindaco di Imperia nel 2018.

I dati sono preoccupanti, il primo semestre del 2020, 3500 unità perse, e questo prima dell'emergenza pandemica, il dato della disoccupazione giovanile è attestato intorno al 48,3%, anche questo dato precede l'emergenza. Pertanto, la preoccupazione è veramente alta, Imperia fanalino di coda, primato nel primato, sia a livello nazionale che a livello locale. Pertanto, la nostra grande preoccupazione che trasferiamo ai futuri governatori è proprio questa: come intendono diversificare occupazione, e soprattutto opportunità lavorative, considerata la grave difficoltà di reperire figure specializzate sul territorio. Questo è assolutamente fondamentale per evitare che i giovani continuino a fuggire da questa città”.

Le proposte per lo sviluppo e il futuro del territorio sono riassunte dal militante Alberto Gabrielli, che ha parlato di porto, ex Agnesi e porta del mare.

Noi ci ripetiamo da anni su questo argomento. Siccome la regione Liguria ha delle responsabilità enormi sulla pianificazione territoriale e ha la possibilità di indirizzare cocentemente le scelte urbanistiche delle città, è importante che la regione sappia cosa voglia fare di queste emergenze che abbiamo a Imperia in particolare.

Il porto, dei due porti commerciali che avevamo ne è rimasto uno che però è stato in gran parte svuotato delle sue possibilità commerciali, volendone fare esclusivamente un porto turistico. Noi pensiamo che questo porto debba essere invece rilanciato, prima di tutto per i traghetti Ro-Ro, ovvero per caricare merci direttamente da camion e poterli trasportare lungo tutto il mediterraneo, togliendo un po' di traffico di gomma pesante sulle nostre autostrade. Poi c'è la possibilità di fare attraccare traghetti e di farne un punto, quasi un hub per la circolazione di servizio nautico tra Marsiglia e La Spezia, con fermate lungo tutti i nostri porticcioli della Liguria.

Per quel che riguarda l'Agnesi, si è voluta fare morire, non farà più pasta, però quell'enorme volume non può essere trasformato in una grande distribuzione organizzata, ma può essere utilizzato utilmente per farne dei cantieri di riparazione e costruzioni navali, parliamo di barche da diporto e da pesca, per fare il famoso museo della dieta mediterranea, che era già un accordo con Colussi che è poi caduto in disuso, per farne una parte, un silos parcheggio che potrebbe essere importante nel centro di Imperia, anche nell'ottica di un nuovo bisogno della mobilità. Per le ex Ferriere, porta del mare, anche qui si è fatto del gran battage su un modello che noi non condiviamo assolutamente. Riteniamo che alle Ferriere sia importante utilizzare spazi per delle start up, quindi fare degli incubatori di impresa, in modo che possano partire delle attività produttive e lavorative, magari anche un ostello della gioventù, in alternativa a quello che avevamo proposto di fare nelle famose stecche residenziali di calata San Lazzaro. Questo molto in sintesi, richiediamo che chi entrerà a comandare e a governare la Liguria cerchi di avere chiare le scelte dal punto di vista non miope, non del domani, ma dal punto di vista organizzativo e strategico per questa provincia
”.

Christian Flammia

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