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Attualità | 09 ottobre 2020, 08:30

Riflessioni e proposte dell’ordine degli ingegneri sulla difesa del suolo dopo l’alluvione e le esondazioni dei fiumi di sabato notte

"Da un decennio circa si assiste ad un progressivo ma costante atteggiamento di scarso interesse da parte del legislatore rispetto alle misure di riduzione del rischio idrogeologico, che dovrebbero essere correlate non semplicemente ad una disciplina di tipo sanzionatorio, ma ad una attività peculiare di programmazione e pianificazione a scala di bacino idrografico".

Riflessioni e proposte dell’ordine degli ingegneri sulla difesa del suolo dopo l’alluvione e le esondazioni dei fiumi di sabato notte

"Ventiquattr’ore di pioggia pressoché ininterrotta tra venerdì e sabato scorsi hanno nuovamente piegato il Ponente Ligure, che assieme al Basso Piemonte si ritrova a fare il conto dei danni conseguenti a frane, esondazioni di corsi d’acqua, crolli di infrastrutture. Eventi meteorologici estremi hanno coinvolto persone, beni privati e pubblici, causando perdite di vite umane e ingenti danni alle attività produttive, rilevanti disagi per le comunicazioni stradali, con implicazioni socio economiche devastanti. Come nel 2016 le comunità della Valle Arroscia e della Valle Argentina pagano a duro prezzo una avversità meteorologica che sembra accanirsi sulle popolazioni di quelle vallate. Ma le immagini più drammatiche giungono dalla Val Roia, dove la Strada Statale del colle di Tenda, simbolo del legame indissolubile tra mare e monti, tra Liguria, Piemonte e Francia, è stata in più tratti inghiottita da una furia meteoclimatica, che ha concluso la sua devastante discesa verso valle proprio a Ventimiglia, inondando la città di confine. Quali e di chi sono le responsabilità? Cambiamenti climatici? Sfruttamento irrazionale del territorio di una regione fragile? Casualità? Dalla seconda metà degli anni ‘90 ad oggi, solo per citare gli eventi che affiorano alla memoria con maggior facilità, il film sembra ripetersi".

Interviene in questo modo l'Ordine degli ingegneri della nostra provincia, commentando gli accadimenti di venerdì e sabato scorso nell'imperiese, dove nuovamente si sono registrati gravi danni. "Eppure qualcosa è cambiato. La macchina della Protezione Civile, sicuramente perfezionata dalla fine del secolo scorso in poi, si è prontamente attivata, sia in fase preventiva (allertamento), sia in fase di evento (gestione dell’emergenza), in analogia a quanto accaduto negli ultimi anni. Ferma restando l’importanza della gestione del rischio, demandata a misure di Protezione Civile in cui le figure professionali di tipo tecnico svolgono un fondamentale ruolo operativo, da un decennio circa si assiste ad un progressivo ma costante atteggiamento di scarso interesse da parte del legislatore rispetto alle misure di riduzione del rischio idrogeologico, che dovrebbero essere correlate non semplicemente ad una disciplina di tipo sanzionatorio, ma ad una attività peculiare di programmazione e pianificazione a scala di bacino idrografico. Complice una evoluzione normativa complessa (le Autorità di Distretto idrografico in molti casi stentano a decollare anche a causa di accorpamenti a livello amministrativo di territori profondamente differenti), quella spinta propulsiva che aveva caratterizzato l’ultimo decennio del secolo scorso e i primi anni del nuovo millennio sembra essersi esaurita, col risultato che gli strumenti di pianificazione in allora approvati, indispensabili per una efficace attività di progettazione e quindi esecuzione di opere di difesa del suolo, spesso non sono stati oggetto di adeguati aggiornamenti".

"I piani straordinari per la messa in sicurezza del territorio italiano, - termina l'Ordine - puntualmente invocati in occasione di eventi alluvionali - che periodicamente si sono ripetuti - dai rappresentanti dei vari governi che negli ultimi vent'anni si sono succeduti, non possono prescindere da una attenta pianificazione finalizzata ad un aggiornamento il quadro dei dissesti alla luce delle conoscenze tecniche e tecnologiche oggi a disposizione, coinvolgendo le competenti figure professionali. Gli ingegneri del terzo millennio sono in possesso di specifiche professionalità anche nel campo della difesa del suolo, grazie a percorsi universitari dedicati e all’acquisizione di competenze specialistiche post lauream che negli ultimi decenni hanno consentito una formazione tecnica altamente specializzata".

In rappresentanza di una fondamentale figura tra le professioni tecniche presenti sul territorio provinciale l’Ordine degli ingegneri della Provincia di Imperia ritiene quindi che occorra avviare in tempi rapidi una nuova stagione di pianificazione e programmazione delle attività di Difesa del Suolo, quale percorso parallelo alle fasi di gestione del rischio demandate ad attività di Protezione Civile, e mette a disposizione degli Enti territoriali preposti le competenze e la professionalità dei propri iscritti per un confronto costruttivo che abbracci le reali esigenze del nostro territorio.

Redazione

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