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Attualità | 14 ottobre 2020, 17:03

Imperia, stretta sulla movida con il nuovo decreto. I pubblici esercizi: "Rispetteremo le regole, ma i danni saranno ingenti" (foto e video)

Gli imprenditori imperiesi da un lato convengono sull’assoluto rispetto delle norme volte a tutelare la salute, dall’altro temono che queste nuove disposizioni possano rappresentare l’ennesimo prezzo troppo alto da pagare per un settore già in difficoltà

Imperia, stretta sulla movida con il nuovo decreto. I pubblici esercizi: "Rispetteremo le regole, ma i danni saranno ingenti" (foto e video)

Con l’entrata in vigore oggi del nuovo Dpcm che impone nuove regole e divieti, soprattutto sul fronte della movida, per arginare il contagio da covid-19, ritornano le preoccupazioni e l’incertezza per il futuro tra i titolari dei pubblici esercizi.

Un settore questo, già colpito duramente dai mesi di lockdown che hanno investito in tra marzo e maggio il nostro Paese e che durante la stagione estiva avevano iniziato a risollevare gli introiti.

Gli imprenditori imperiesi da un lato convengono sull’assoluto rispetto delle norme volte a tutelare la salute, dall’altro temono che queste nuove disposizioni possano rappresentare l’ennesimo prezzo troppo alto da pagare per un settore già in difficoltà.

Tra le misure varate dal Governo da oggi i locali, ristoranti, pasticcerie e bar, chiuderanno alle 24 e dalle 21 si potrà solo consumare ai tavoli. Non si potrà sostare in piedi davanti al locale. Resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio e quella con asporto, ma “con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze dopo le 21”.

Parallelamente aumenteranno i controlli e il Viminale ha ribadito l’invito a sanzionare quei bar, pub e ristoranti che offrono le proprie sale per “attività danzanti”. Una stretta sulla movida questa che comunque avrà conseguenze anche economiche per i pubblici esercizi.

Sicuramente sarà un danno perché adesso i concerti li effettuiamo dalle 22 a mezzanotte e quindi il danno per la chiusura anticipata c’è. - ci dice Monica Tondelli, titolare del bar 11 sito nel cuore di Oneglia - Ho dei dubbi, anche se mi attengo alle regole, relativi al discorso di consentire la somministrazione al bancone fino alle 21; quindi prima il covid non si trasmette? Non riesco a capirla questa cosa. Questo sì che ci danneggia. Io, e noi in generale, cercheremo di effettuare i nostri concerti come di consueto anticipando l’orario. Naturalmente ciò si svolgerà con le persone sedute, distanziate e con la mascherina obbligatoria. Ma alla fine hai molta meno affluenza per forza perché non puoi tenere la gente nel locale, non puoi far avvicinare nessuno al bancone quindi il danno sarà ingente”.

La categoria quindi prevede un calo nel fatturato e le perplessità sono tante. “Non entro nel merito della scelta, ma ci danneggia, - continua Monica Tondelli - Dopo un’estate fatta benissimo non solo per la sottoscritta, ma per tutti i locali adesso ci si trova di nuovo di fronte a un muro e quindi i danni saranno ingenti e lo Stato non è in grado di sopperire e intervenire a favore di alcuna categoria”.

Al momento non sono previsti sussidi o fondi per il settore dei pubblici esercizi. Aiuti economici già reputati insoddisfacenti durante i mesi del lockdown. “Ma quali aiuti? Gli aiuti sono stati esigui, - sottolinea la titolare del bar 11 - noi abbiamo dovuto pagare tutto. Se prima abbiamo avuto qualche concessione in merito al pagamento posticipato, però poi abbiamo dovuto pagare, non ci hanno regalato nulla”.

Nell’ultimo Dpcm si ribadisce la chiusura delle sale da ballo e delle discoteche, all'aperto o al chiuso, mentre sono permesse fiere e congressi con il rigido rispetto dei protocolli anti-contagio. La novità, rispetto ai precedenti Dpcm, è che sono vietate le feste in tutti i luoghi al chiuso e all'aperto. Restano consentite, con le regole fissate dai protocolli già in vigore, le cerimonie civili o religiose come i matrimoni.

Le feste conseguenti alle cerimonie possono invece svolgersi con la partecipazione massima di 30 persone nel rispetto dei protocolli e delle linee guida vigenti. Nelle abitazioni private è “comunque fortemente raccomandato di evitare feste e di ricevere persone non conviventi” in numero “superiore a 6”.

Delle criticità del momento ne abbiamo parlato anche con Enrico Calvi, titolare del ristorante 'Cacciatori' e presidente della Federazione italiana pubblici esercizi per la provincia di Imperia. “Quello delle discoteche e dei locali è il settore più colpito e anche il più trascurato. - afferma Calvi - Questo settore infatti, è stato totalmente dimenticato e da questo Dpcm è stato raso al suolo. Da marzo in molti non riaprono i propri locali e i mesi sono tanti senza poter lavorare. Tante sono state le promesse e poche le risposte concrete”.

Con la nuova misura, relativa agli eventi, ai matrimoni e alle cerimonie in generale i settori del banqueting e catering rischiano ancora di più il collasso. “Questi ambiti sono stati demoliti, prosegue il presidente provinciale Fipe. Migliaia di persone sono senza lavoro. Abbiamo visto nei giorni scorsi la protesta a Milano dei ‘bauli’ e queste sono persone che lavorano a stretto contatto con questo settore. Intorno ad un evento ci sono le luci, la musica, tante sono infatti le componenti di un settore abbandonato a se stesso.

Anche la ristorazione e i bar stanno affrontando problematiche grosse. Siamo stati benedetti da un’estate che ha portato lavoro e ci ha salvato per qualche mese, ma non dobbiamo guardare al nostro giardino, ma in modo più ampio. Il nostro commercio non potrà andare avanti molto con il lavoro spostato totalmente a casa perché andranno a morire interi quartieri. Lo smart working sarà una risposta temporanea, se vogliamo continuare a vivere le città e avere i nostri esercizi commerciali aperti. Per quanto riguarda l’ultimo Dpcm, - sottolinea Calvi - questo non blocca la ristorazione perché segue sempre la regola del distanziamento sociale. La ristorazione continuerà ad osservare, come ha fatto sino ad esso, le disposizioni relative al distanziamento tra le persone e ai tavoli. Dove le regole vengono rispettate c’è la sicurezza. Il presidente Conte ha fornito un dato importante ossia che il 70% dei contagi avviene in ambienti domestici perché si abbassa l’attenzione ed è più facile che si inviti la persona a casa e in queste occasioni il contagio può avvenire. Nei nostri locali, ci tiene a precisare Calvi, se le regole vengono rispettate , con la distanza, le mascherine e disinfettarsi le mani e la disinfezione delle superfici, è più facile infettarsi fuori che non dentro”.

Ad Imperia, così come in altri comuni, le varie amministrazioni hanno concesso l’uso di più spazio pubblico per i dehors in modo da permettere il posizionamento di più tavoli visto che si deve mantenere il distanziamento sociale. Con l’arrivo delle basse temperature si eviterà di sedersi all’aperto o all’interno dei gazebo e quindi necessariamente alla clientela servirà un tavolo all’interno dei locali. Locali che, però presentano meno coperti proprio per garantire la distanza. “Sui dehors - conclude Calvi - per adesso è stato un 30% in più, ma questo sparirà a breve e il numero dei coperti andrà ad abbassarsi in maniera drastica per mantenere il distanziamento sociale e quindi prevediamo una contrazione dei consumi”.

Francesco Li Noce e Angela Panzera

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