/ Attualità

| 13 gennaio 2021, 00:00

"Casa Buono" un gioiello gourmand sulla strada che porta al Colle di Tenda

A Ventimiglia una caccia al tesoro gastronomica con prodotti, che raccontano la storia del territorio

"Casa Buono" un gioiello gourmand sulla strada che porta al Colle di Tenda

Da alcuni giorni ha riaperto il ristorante “Casa Buono”, dove Valentina e Antonio accolgono i clienti in assoluta sicurezza offrendo una proposta gourmet nel rispetto della stagionalità intrecciata all’uso di prodotti biologici e di grande eccellenza.  Il locale prende il nome dal cognome dello chef Antonio, che dopo aver lavorato per 7 anni come braccio destro di Mauro Colagreco ed averne contribuito ai suoi importanti successi internazionali, ha avviato questa attività con Valentina.

Una scelta professionale che ha permesso alla giovane coppia di godersi il piacere di stare più tempo insieme al piccolo Gioele.

 Il locale era stato aperto nel mese di febbraio,

ed aveva riscosso un immediato e meritato successo, grazie al progetto veramente nuovo e originale: piatti, che cambiano ogni giorno e inseriti in carta in base a quello che offre il mercato. Il risultato è una cucina genuina e autentica, espressione dei profumi e sapori del mediterraneo.

Poi è arrivato il Covid-19 e il lockdown, ma il progetto di Antonio e Valentina non si è fermato, anzi è ripartito con ancora maggiore convinzione ed entusiasmo. Durante il periodo di chiusura, escludendo l’attivazione di servizi d’asporto e a domicilio, che poco si adattavano alla cucina del locale, i giovani titolari hanno dedicato tempo e passione ad un pezzo di terra disposto su due fasce, dietro casa. Una terra incolta, arruffata di rovi e spettinata da ciocche di erba altissima, dove hanno messo a dimora ortaggi, fiori, erbe aromatiche e alberi da frutta, che iniziano ora ad essere utilizzati in cucina.

Il coronavirus non ha cambiato l’impostazione iniziale del ristorante e non sono aumentati prezzi. Il menù del giorno viene proposto al prezzo fisso di 40 euro escluse bevande e comprende 5 piatti (2 antipasti un primo, un secondo e dessert) più qualche sorpresa fuori menù, che dipende dalla generosità dell’orto o dalle disponibilità del mercato. Le porzioni sono corrette e consentono di arrivare fino in fondo senza particolari problemi. È comunque possibile scegliere anche solo alcuni piatti fra quelli proposti.

Il menù, che viene stampato ogni giorno ed è monouso, non cerca effetti speciali proponendo piatti con nomi improbabili e complicati, ma elenca di ogni portata gli ingredienti utilizzati, sempre di grande eccellenza. I piatti arrivano in tavola accompagnati dai racconti di Valentina sulla storia e provenienza dei prodotti utilizzati perché dietro ad ogni prodotto c’è una storia da ascoltare. Il cibo non è soltanto un piacere, ma anche un percorso culturale e storico.

Eliminati gli sgabelli al banco e l’attaccapanni dai 20/22 posti inizialmente previsti, li locale dispone ora di 16/18 coperti, garantendo un corretto distanziamento.

La sala presenta colori caldi, grandi pareti con pochissimi quadri, tavoli di legno e marmo.

Apparecchiatura semplice, senza tovaglia, ma elegante, curata con particolare attenzione da Valentina, che utilizza graziosi centrini e tovagliette, posate della collezione avorio di Bugatti e piatti ricevuti in eredità dalla zia e dalla nonna.  

Al fondo della sala si vede la cucina quasi totalmente a vista, dove opera Antonio con grande serenità e calma assicurando un servizio con tempi giusti. Ogni preparazione è presentata con cura ed all’apparenza risulta di semplice esecuzione, ma in realtà è frutto della grande tecnica acquisita negli anni dallo chef con l’obiettivo di offrire sapori chiari, semplici e puliti.

Per farvi un’idea più precisa vi segnalo il menù di venerdì della scorsa settimana: un omaggio alla primavera con prodotti “poveri”, come le triglie e le acciughe, ma “ricchi” di sapore e con i primi arrivi dall’orto di casa, come menta, elicriso e begonie. I fiori nella cucina di Antonio non sono utilizzati per ornamento del piatto, ma come ingrediente per dare un sapore particolare al piatto.

Si comincia con un gradevole “Triglie croccanti, patate rosse e fagiolini sabbiati”,

dove il più forte sapore del pescato viene mitigato dalla dolcezza della patata e dei fagiolini sabbiati, cioè avvolti con pangrattato tostato per conferire croccantezza al piatto.

Si prosegue con un delizioso “Pane, acciughe e melanzane a vapore con brodetto di cozze”

nel quale è difficile resistere alla tentazione di intingervi il pane del vicino panificio della Valle Roja preparato in base alle farine ed al formato indicati dallo chef. 

Un piatto che ricorda la cucina della famiglia di Antonio,

una preparazione molto comune nel nostro meridione, qui resa più delicata dalla cottura della polpetta a vapore e non fritta.

Fuori menù due asparagi violetti di Albenga,

appena scottati e serviti su tartare di uovo e bottarga di Muggine. Una salsa delicata agrodolce perfetta per esaltare la prelibatezza dell’asparago della piana di Albenga.

Il primo piatto,  “Paccheri, polpo e olive taggiasche” 

svela l’origine campana dello chef,non solo per la scelta del formato di pasta, (a volte i paccheri sono sostituti dagli “scialatielli”), ma anche perché la pasta arriva dal pastificio Vicidomini, un produttore campano artigianale di pasta con grano italiano a lunga essicatura naturale e trafilatura al bronzo. Una pasta che viene servita al "dente", seguendo rigorosamente le istruzioni del produttore e che risulta perfettamente abbinata con il ragù di polpo. Un piatto semplice, ma ricco di gusto e sapore. 

Per secondo “Pancetta di maiale, pesto di menta e zucchine gialle”,

 la carne grazie ad una perfetta cottura risulta morbidissima e il gusto risulta in perfetto equilibrio con il pesto ottenuto con le foglie di Nepitella, che ha un leggero aroma di menta e un retrogusto particolare che ricorda la santoreggia. Un equilibrio rotto dalla presenza sulla pancetta dell’elicriso, erba aromatica raccolta fresca nell’orto di casa e che aggiunge al piatto una nota balsamica leggermente amara.

Se non amate la carne, nessun problema: in alternativa una selezione curata di formaggi della valle Roja, acquistati direttamente dal produttore.

Il percorso gastronomico termina con grazioso e piacevole dessert, “Fragole, panna e sciroppo di rose della valle Scrivia”,


dove il sapore delicato delle fragole è accarezzato dalla finezza dello sciroppo e dalla dolcezza della panna.

Dopo il dessert è piacevole fermarsi a parlare con Valentina in attesa delle “petite madeleine”, i piccoli dolcetti soffici serviti con una fine crema pasticcera, con cui lo chef Antonio saluta e si intrattiene con  i clienti al termine del servizio.

La carta dei vini presenta al momento non molte etichette, ma è in grado di proporre i migliori vini del territorio perfetti in abbinamento ai piatti proposti in carta.

Il servizio è impareggiabile grazie alla gentilezza e cortesia di Valentina, che nonostante la mascherina riesce a sorridere con gli occhi e la sua accoglienza ti fa sentire come a casa.

“Casa Buono” si trova a Ventimiglia in corso Cuneo al numero 28 in frazione Trucco sulla strada, che porta al colle di Tenda. Per informazioni e prenotazioni telefonare al numero 0184.1760006

Aperto a cena  tutti i giorni dalle 19.30 alle 22.00, a pranzo sabato, domenica e nei giorni festivi. Chiuso il mercoledì.
mail:info@ristorantecasabuono.com e pagina Facebook: https://www.facebook.com/ristorantecasabuono

Claudio Porchia

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium