Eventi - 22 novembre 2020, 16:28

Marzia Taruffi vince il Premio Acqui Storia con un romanzo inedito “Il Podestà ed Esterina”

Mentre Piemonte meridionale e Liguria faticano sempre più a comunicare, il Premio Acqui Storia Edito/Inedito conferma il legame culturale con il Ponente Ligure

Marzia Taruffi vince il Premio Acqui Storia con un romanzo inedito “Il Podestà ed Esterina”

Solenne premiazione in videoconferenza dei vincitori del Premio Acqui Edito ed Inedito. Nato da suggerimenti delle Giurie dell'Acqui Storia e coordinato dall'Assessore alla Cultura, avv. Alessandra Terzolo, alla seconda edizione il Premio ha registrato un'ampia partecipazione da ogni regione. Presentati da Danilo Poggio e introdotti da componenti delle Giurie i vincitori hanno illustrato le loro opere. Si sono susseguiti Vittorio Giardino per la sezione Graphic Novel con “Jonas Fink. Una vita sospesa” (Rizzoli Lizard), Rocco Lentini per il saggio storico inedito  su “Intellettuali e fascismo. Il “caso”Calabria), Fabrizio Nocera con la tesi di laurea su “Le bande partigiane lungo la linea Gustav” e Manuela Agnelli con il romanzo storico “Con  i sassi in mano”. Menzioni onorevoli sono state assegnate a Bruna Viazzi  (Luna di Zucchero) e a  Irene Fabiani (La vicenda di Osvaldo Fabiani).

Per l'affollata sezione Romanzo Familiare è prevalsa Marzia Taruffi, direttrice dell'Ufficio Cultura del Casinò di Sanremo e animatrice dei prestigiosi  Martedì Letterari, con il romanzo inedito “Il Podestà ed Esterina”.

La motivazione del Premio conferitole recita: “Dal baule della grande storia, consegnata a opere quali Una cento mille Casinò di Sanremo e Agosti- De Santis dall'azzardo alla Cultura del gioco, Marzia Taruffi estrae lo scrigno del suo nuovo romanzo. Due sogni vi si intrecciano a distanza di un secolo: quello di Pietro (Agosti) e di Esterina/suor Vittorina e di Roberto/pronipote e architetto come Pietro, rientrato a Sanremo dall'Argentina per far risorgere il Teatro Principe Amedeo in una visione capace di unire rigore filologico e prospettiva futuristica, e Amelia, giornalista talentuosa, pronta ad aprire le braccia all'affetto ma decisa a proseguire nel proprio cammino professionale e intellettuale: la sua libertà.

Le due storie si intersecano in un sapiente gioco di specchi, con lo scavo di sentimenti sublimi, spasmodici e infine vittoriosi perché la vocazione prevale sull' attrazione, l'Eterno sull'Immanente.  Implacabile, vince il Destino. L'unione è lontananza. La vita diviene scelta di morte.

Il suicidio corporale, filo conduttore della narrazione, è tutt'uno con il contrasto tra la bellezza struggente dei luoghi e della vita sociale incardinata sul culto della mondanità  (musica, danza, colori, profumi di fiori, ...) e la brutalità della lotta politico-amministrativa. Esso insegna l'impossibilità di sfuggire al Fato.

Nel romanzo (che sa molto di storia vera), l 'Architettura, Arte Reale volta a coniugare Natura e Pensiero, volizione umana e Forze incontrollabili (il fantasma di Bussana, l'eremo della “Visitazione”...), fonde insieme progetti, “materiali” e parole, raccolti nel laboratorio alchemico che Marzia Taruffi, responsabile dell'Ufficio Stampa e Cultura del Casinò di San Remo e regista di innumerevoli eventi di qualità, domina con piena padronanza. Il racconto unisce robusta trama narrativa e proprietà linguistica, sempre garbata, già sperimentata in D'indaco era il mare (2019)”.

Il nuovo romanzo di Marzia Taruffi viene pubblicato nelle edizioni De Ferrari (Genova) che collaborano alla realizzazione del Premio con le Impressioni Grafiche di Acqui Terme.

C.S.

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