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Attualità | 24 novembre 2020, 12:21

Infortuni sul lavoro, dati in calo in tutta la Liguria tranne ad Imperia: +0,63% delle denunce rispetto al 2019 nonostante il lockdown

Il report è stato realizzato dall’ufficio economico della Cgil Liguria. Nella nostra provincia inoltre, c’è un forte incremento dei decessi che sono stati sette nei primi nove mesi del 2020

Infortuni sul lavoro, dati in calo in tutta la Liguria tranne ad Imperia: +0,63% delle denunce rispetto al 2019 nonostante il lockdown

Nei primi nove mesi del 2020 in Liguria si sono rilevate in totale 12.650 denunce di infortunio, il 17,4% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 (erano state 15.317). Di queste 85,9% sono infortuni in occasione di lavoro (in calo del 15,2%) e per il 14,1% di infortuni in itinere (-30,2% dovuto soprattutto ai mesi di lockdown). Se tutte le province liguri, però registrano dati in calo l’unica che invece vede un aumento dello 0,63%, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, è Imperia. Il dato emerge dal report appena realizzato dall’ufficio economico della Cgil Liguria.

A livello territoriale le denunce di infortunio, tranne che per la nostra provincia, sono in calo generalizzato tra il -27,5% di La Spezia ed il -16,6% di Genova. Il capoluogo di regione vale il 54% di tutte le denunce di infortunio sul lavoro in Liguria. Per l’82% dei casi le denunce di infortunio riguardano lavoratori italiani che calano però più del doppio di quelli UE ed Extra-UE. Nel comparto industria e Servizi quasi il 92% delle denunce, che marcano un calo nettamente inferiore agli altri comparti; - 10,3%, quasi tre volte meno dell’agricoltura e oltre sei volte meno della pubblica amministrazione. Poi, quasi un terzo delle denunce della gestione industria e servizi è classificata nel settore del terziario (-7,6% sul 2019); seguono le ‘altre attività’ con il 22% del totale ed in forte aumento sull’anno precedente dovuto alla sanità-assistenza sociale, l’industria con il 20% (-21,4%), i settori non determinati con il 18% (-33,2%), e l’ artigianato con l’8% (-25,3%).

Con riferimento al genere, le denunce di infortunio calano per entrambe le componenti ma in modo molto diseguale; i maschi diminuiscono del 22%, le femmine meno della metà (solo il 10% in meno rispetto al gennaio-settembre 2019). Per questo motivo rispetto all’anno scorso la percentuale femminile sul totale delle denunce di infortunio aumenta di oltre tre punti percentuali passando dal 38 al 41,4%. Per gli uomini gli infortuni in itinere rappresentano solo il 12,1% del totale degli infortuni sul lavoro, per le donne il 16,8%. Non solo: il rapporto tra maschi e femmine per gli infortuni in itinere è praticamente alla pari: 50,4 contro il 49,6%. La fascia tra i 50-54 anni, e quella precedente e successiva, sono le più numerose per denunce di infortunio: insieme rappresentano quasi il 45% del totale.

In Liguria le denunce di infortunio con esito mortale riferite ai primi 9 mesi del 2020 sono state 31,17 in più rispetto allo stesso periodo del 2019 (+121%) In forte incremento i decessi in occasione di lavoro (da 11 a 27); per gli infortuni in itinere si passa da 3 a 4 (e sono tutti uomini). Dei 31 decessi ben 30 sono riconducibili alla gestione 'Industria e Servizi'. Il settore “non determinato” passa da 1 a 11 casi, ma è assai probabile, come reso noto dalla Cgil, che anche qui ci siano le evidenze tragiche della crisi pandemica. Viene segnalato infatti, pur in un periodo di diffuso blocco produttivo, il raddoppio dei decessi nell’artigianato e sette vittime nel settore del terziario.

Genova riscontra il maggior numero di decessi (14 su 31) ma l’incremento maggiore rispetto all’anno precedente è a Savona che passa da zero vittime a 6; anche ad Imperia c’è un forte incremento da 2 a 7 deceduti mentre a La Spezia ci si attesta a 4 morti sul lavoro (+1 sul periodo gen-set 2019). Sono 26 i deceduti Italiani (+14 sul 2019) che rappresentano quasi l’84% del totale degli infortuni mortali in Liguria. C’è una vittima anche tra i lavoratori dell’Unione Europea (+1) e 4 tra quelli Extra-UE (+2). A perdere la vita sono stati 29 uomini (+15) e due donne (+2) quindi  il 93% delle vittime sul lavoro è di genere maschile. Le vittime di 22 decessi su 31 avevano tra i 50 e i 69 anni (71% del totale) e ciò decreta un forte aumento degli infortuni mortali nelle classi di età più anziane.

Angela Panzera

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