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Politica | 25 gennaio 2021, 15:15

Diano Marina, infiamma la polemica dopo il crollo sull'incompiuta, Gramondo: "Le colpe sono svariate"

"La vetustà dei manufatti, esposti direttamente da oltre cinquant'anni al mare, ha presentato il conto. Accettiamo tutto", scrive l'ex assessore e presidente del comitato 'Diano Marina Ciclabile in Ferrovia'

Diano Marina, infiamma la polemica dopo il crollo sull'incompiuta, Gramondo: "Le colpe sono svariate"

Si infiamma la polemica a Diano Marina dopo che nei giorni scorsi, a causa del maltempo, è crollata una porzione a lato mare dell'incompiuta, la strada percorribile solo a piedi o in bici, di collegamento tra Imperia e la città degli aranci. (QUI)

Il sindaco di Diano Giacomo Chiappori ieri aveva dichiarato che sta valutando se riaprire al transito la strada prima della fine del suo mandato, ritenendo che nessuno di coloro che gli subentreranno riusciranno a prendersi la responsabilità di riaprire una strada che necessiterebbe di 18 milioni di finanziamento per interventi strutturali.

Sul rimpallo di responsabilità interviene Tiziano Gramondo, ex assessore e presidente del comitato 'Diano Marina Ciclabile in Ferrovia'.

"Era inevitabile, - scrive - prima o poi sarebbe successo. Le colpe sono svariate: prima l'ANAS, poi lo stato centrale che non ha finanziamenti, poi regione e comuni che progettano e spendono, sempre nell'ottica di un ritorno immediato e senza nessuna pianificazione a lungo termine, quelle briciole di fondi che si riescono a stanziare, in seguito si passa alla lentezza della burocrazia quando i fondi invece si trovano o, più semplicemente, al cambio degli attori interessati con relative idee e obiettivi.
La vetustà dei manufatti, esposti direttamente da oltre cinquant'anni al mare, ha presentato il conto. Accettiamo tutto.

Si potrà anche intervenire, ma lo stato dell'incompiuta è precario dall'inizio alla fine, soprattutto nel territorio dianese. Forse si troveranno i fondi, molti molti milioni, ma chissà quanto tempo sarà necessario.

Nel frattempo, per non avere intrapreso la via più semplice ed elementare per il recupero del sedime dismesso, siamo tagliati fuori anche a levante. Sarebbero stati solo una decina di chilometri dall'imbocco della galleria Capo Berta alla nuova stazione di Andora, ma pur sempre meglio di niente. Invece dobbiamo accontentarci di alcuni secchi di vernice blu, alcuni già stesi sull'asfalto e altri che presto saranno sparsi qua e là
".

Francesco Li Noce

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