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Al Direttore | 21 febbraio 2021, 09:18

Ventimiglia, il circondario di Porto Maurizio e la Sottoprefettura di Sanremo al tempo dell'Unità d'Italia nello scritto del nostro lettore Pierluigi Casalino

Ventimiglia, il circondario di Porto Maurizio e la Sottoprefettura di Sanremo al tempo dell'Unità d'Italia nello scritto del nostro lettore Pierluigi Casalino

Il 1º marzo 1860, l'ambasciatore francese a Torino, Taleyrand, inoltrava ufficialmente la richiesta per la cessione alla Francia di Nizza e Savoia. Il 10 marzo una copiosa nevicata si abbatteva sulla Liguria. Il 20 marzo, anche nel Ponente ligure si festeggiava l'annessione al Piemonte dell'Emilia, mentre il Collegio elettorale di Ventimiglia veniva accorpato a quello di Sanremo.

Il 24 marzo veniva firmato il Trattato di Torino, con il quale si decideva la dolorosa cessione di Nizza e Savoia alla Francia. Il 25 marzo, durante la tornata elettorale in corso, veniva rieletto il deputato Biancheri. Due giorni dop, il 27 marzo la giunta municipale di Ventimiglia auspicava che non venisse posto il confine con la Francia sul fiume Roja. Il 3 aprile, il generale Petitti ed il ministro Nigra erano ricevuti da Nspileone III per delimitare i confini, dopo la cessione di Nizza e Savoia. L'Imperatore francese non di era ancora fatto un'idea di quali avrebbero dovuto essere i confini: parlò di quelli del 1796,che, con l'abolizione del Marchesato di Dolceacqua, comprendevano buona parte della Valle Nervia nella provincia nizzarda; Petitti rispose che tale delimitazione sarebbe stata pregiudizievole al Regno di Sardegna. Sempre Napoleone III parlò di Ventimiglia e domandò se la frontiera in questo punto non fosse il Roja, al che lo stesso Petitti rispose negativamente, esponendo l'idea di cedere i diritti sardi su Monaco, Mentone e Roccabruna ed ottenere in compenso il forte di Lesseilon, in Savoia, ed alcune parti del contado di Nizza allo scopo di assicurare una miglior difesa dello Stato Sabaudo.

Il 12 aprile, il deputato Biancheri interpellava il Presidente del Consiglio sulle voci che davano Ventimiglia ceduta alla Francia, con Nizza. Con una lettera del 25 aprile il governo sardo assicurava il deputato Biancheri e il Consiglio Comunale intemelio che nessuna parte del territorio italiano, al momento non compresa nel circondario di Nizza, sarebbe stata ceduta alla Francia. Il 15 aprile, erano effettuati nel Nizzardo plebisciti, vistosamente illegali e parte del territorio di Tenda, dove avrebbero dovuto entrare i francesi, per dare parvenza di popolarità alle decisioni diplomatiche artificiosamente assunte. Con la cessione della Contea di Nizza e  dell'Alta Val Val Roja, per grandi linee, si ripristinava la frontiera fissata con il patto angioino-genovese del 1262. Ventimiglia era dunque separata dal suo retroterra naturale. Solo la Testata della Valle Roja veniva mantenuta nella Riserva di Caccia del Re Vittorio Emanuele II, anche per ragioni militari. Il 6 maggio cominciò alla Camera Sarda la discussione sul Trattato, che si protrasse fino al 29 maggio e i confini non erano ancora perfettamente definiti. Malgrado l'opposizione di vari deputati che rimproveravano a Cavour di essere giunto al Trattato, senza aver precisato in precedenza quel che la Sardegna intendeva cedere, la Camera approvò. Il protrarre ancora quel voto poteva creare una grave tensione e compromettere l'imminente spedizione garibaldina dei Mille e la discesa dell'esercito sardo, ormai italiano, con a capi il Re Vittorio Emanuele II, verso Napoli. Il 14 giugno, erano stabilite Dogana e Posta alla Mortola. Le Stazioni dei Carabinieri rimasero a Ventimiglia, San Michele e Dolceacqua, sede del Giudice Mandamentale dal 1814. Verrà istituita una Stazione dei Carabinieri a Pigna.

Il 4 luglio, era deciso che la parte della Divisione di Nizza rimasta all'Italia formasse provvisoriamente un nuovo circondario, con capoluogo Porto Maurizio, nonostante che il Re Vittorio Emanuele II preferisse fare di Sanremo il capoluogo dello stesso circondario,per le migliori qualità rappresentate. Tenda e Briga con i rispettivi territori montani, venivano aggregati alla provincia di Cuneo, mentre Mentone e Roccabruna, tra le proteste del Principe di Monaco, Carlo III, furono comprese nella cessione di Nizza. Ventimiglia, città di confine, godette di provvedimenti che ne rialzarono  il benessere materiale. Con la cessione di parte della Contea di Tenda, la strada per il Colle, diveniva viabilità di frontiera, strategicamente importante. Il 18 luglio,il battaglione della guarnigione sarda di Monaco si ritirava verso Ventimiglia. Le truppe francesi non ne presero il posto,perché la loro entrata in Monaco restò allo stato di possibilità e di minaccia, d'una Francia che ormai inglobava il Principato. Il dottor Kerel segnalava il clima di Ospedaletti per curare i malanni dell'Imperatrice Maria di Russia, mentre le correnti turistiche inglesi si erano già mosse verso Bordighera.

La presenza di una corte imperiale nella Riviera ligure di Ponente indicherà a tutto il bon  ton le splendide realtà del luogo. Il 25 novembre, un secondo protocollo Italo francese assegnava all'Italia la Testa d'Alpe e il vallone di Bessera e Garavano alla Francia. Garavano, a suo tempo già tolta a Ventimiglia da Napoleone Bonaparte, era tornata a Ventimiglia e pertanto allo Stato Sardo con il Congresso di Vienna, dopo la caduta del grande Corso. Ora Garavano veniva all'ultimo momento aggregata nuovamente alla Francia su esplicita richiesta di Napoleone III. I comuni intemeli, passati alla Francia nell'occasione furono quindi: Saorgio, Fontan, Broglio, Sospello, Molinetto  Castiglione, Castellaro, Gorbio, Sant'Agnese, Garavano, Mentone e Roccabruna. La stessa Diocesi non riacquisto' subito le parrocchie di Tenda e della Briga, unite inizialmente a Cuneo, soltanto nel 1866 furono reintegrate nella loro antica giurisdizione. I due comuni, tuttavia, restarono dal punto di vista amministrativo alla provincia di Cuneo. Il 26 gennaio 1861 nasceva la Società di Mutuo Soccorso e di Istruzione fra Operai. Gli operai pagavano cinque soldi la settimana per avere, in caso di malattia, medico, medicine ed una lira al giorno. Il 27 gennaio, si svolgevano le elezioni politiche generali per la formazione del Parlamento italiano, con sede in Torino: per il distretto di Ventimiglia veniva eletto l'avvocato Giuseppe Biancheri. Avevano diritto al voto i cittadini maschi di censo, che non avevano commesso crimini e provvedessero ad iscriversi alle liste elettorali.

Il 18 febbraio, a Torino si riuniva il nuovo Parlamento che il 23 marzo formerà un governo guidato da Cavour. Il 7 marzo si firmavano accordi economici per i diritti di scambio delle popolazioni di frontiera, creando una zona franca nell'Alta Val Roja. Il 9 marzo, il deputato Biancheri riuniva tutti i Sindaci della Valle Nervia in vista della costruzione di una carrabile in zona. Il 17 marzo, il Parlamento di Torino proclamava Vittorio Emanuele II ed i suoi discendenti Re d'Italia. La Liguria, e con essa l'estremo Ponente, passavano dal governo del Regno di Sardegna al nuovo Stato nazionale italiano, senza di fatto cambiare amministrazione, sempre guidato dal Conte Cavour, sotto la giurisdizione di Vittorio Emanuele II.

Redazione

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