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Politica | 03 marzo 2021, 12:12

Nuova Ordinanza Regione Liguria, CNA Imperia: “Una retromarcia inammissibile per il comparto somministrazione”

Vazzano: "La programmazione diventa ora una questione di sopravvivenza"

Luciano Vazzano

Luciano Vazzano

Dura condanna della CNA Imperia per le decisioni assunte ieri con la nuova Ordinanza 6/2021 del Presidente della Giunta Regionale, in vigore da domani, che di fatto applica le medesime restrizioni già previste per il distretto 1 di Ventimiglia e le proroga fino al prossimo 14 marzo. Solo due giorni fa, infatti, entrava in vigore l’Ordinanza 5/2021, con la quale la Liguria passava in zona gialla, dopo che i dati del monitoraggio avevano mostrato un miglioramento della situazione epidemica, ordinanza applicata con esclusione del distretto di Ventimiglia e dintorni.

«Era stato un momento di consolazione per le imprese della zona di Sanremo, già così gravate dalla crisi del comparto e che ormai vedevano persa l’enorme opportunità garantita dalla settimana del Festival», commenta Luiciano Vazzano, Segretario territoriale CNA Imperia. «Poche le persone in giro, a parte gli operatori, ma la possibilità di accogliere clienti almeno fino alle 18 aveva rappresentato una fuga in avanti. Ieri lo stravolgimento, con una retromarcia inammissibile ed una nuova chiusura delle attività di bar e ristorazione, con la prospettiva di un azzeramento pressoché totale del proprio reddito, escludendo i “magri” servizi di asporto e delivery, a fronte di costi fissi che continuano imperterriti a gravare e nuove spese che si erano aggiunte con la possibilità di riaprire».

E continua, “Sconcerto e rabbia le uniche parole possibili: le nostre imprese chiedono chiarimenti al Presidente della Regione. Diciamo questo non per spirito polemico, ma perché dobbiamo sapere che cosa dire alle imprese. Perché un’impresa grande o piccola che sia, non lavora alla giornata, ma programma la propria attività. Quindi cosa dobbiamo dire agli imprenditori della somministrazione? La CNA è una forza responsabile, un attore sociale. Nessuno disconosce la gravissima situazione determinata dal virus, ma non comprendiamo e non giustifichiamo un approccio che di scientifico e programmato ha a volte poco a che fare».

«È necessaria - sottolinea Vazzano - la convocazione urgente di un tavolo regionale per affrontare e gestire questi temi in modo condiviso tra istituzioni politiche e le associazioni di rappresentanza e di valutare forme di sostegno ulteriori alle imprese che saranno da domani costrette al fermo della loro attività e alla conseguente gestione dei loro dipendenti, che preveda almeno il ristoro delle spese già sostenute per la settimana del Festival».

«Possiamo comprendere le ragioni di una decisione così difficile, ma davvero non possiamo assolvere la scelta dei tempi. Come affermato dal Presidente Toti, “Festival o no, la salute e la sicurezza vengono prima quindi con una curva Covid che continua a salire non avevamo altra scelta.” Un nuovo stop, a poche ore dalla scelta di aprire nuovamente, in un momento come quello della settimana del Festival non ha alibi: sarebbe stato più corretto non permettere loro di riaprire, evitando l’ulteriore beffa di riassortire le merci, effettuare nuove assunzioni, sanificare i locali».

«Decisioni così possono provocare una condanna a morte del settore, un settore che raggruppa ristoranti, bar, catering, cui si aggiungono pizzerie e rosticcerie e rappresenta un vitale sbocco per l’agroalimentare, per il vino, l’olio, i formaggi ecc. Le imprese della somministrazione sono ormai allo stremo delle forze e le loro condizioni finanziarie sono così gravi da destare preoccupazione, anche sul fronte della tenuta sociale di scelte purtroppo “perfide” come quella di ieri. Dal punto di vista della sicurezza le imprese sono pienamente coscienti ed informate, e rispettose delle indicazioni del Governo: una pianificazione diventa ora una questione di sopravvivenza. Ora pretendiamo serietà, un reale sostegno economico e programmazione».

C.S.

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