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Attualità | 28 marzo 2021, 17:52

Gli studenti dell'IIS G. Marconi alla riscoperta dell'artigianato del legno: una sintesi tra storia della molitura nella Liguria ed evoluzione delle lavorazioni ecosostenibili

Con questo progetto didattico l'Istituto imperiese si conferma come un'istituzione attenta alla storia tecnologica della Liguria

Gli studenti dell'IIS G. Marconi alla riscoperta dell'artigianato del legno: una sintesi tra storia della molitura nella Liguria ed evoluzione delle lavorazioni ecosostenibili

Venerdì 26 marzo gli studenti dell'IIS G. Marconi hanno partecipato nel pomeriggio a un laboratorio virtuale extracurricolare sulla riscoperta dell'artigianato del legno, come punto di contatto tra la storia della molitura nel nostro entroterra e il moderno sviluppo delle lavorazioni ecosostenibili.

"L'attività pratica guidata - spiega il Prof. Gian Luigi Puleo - è stata ideata con passione e abilità dal Prof. Alberto Reichstein, insegnante nei laboratori tecnologici del Marconi e si colloca all'interno dei progetti di formazione professionale dell'istituto in collaborazione con l'Associazione Italiana Amici dei Mulini Storici, un'organizzazione impegnata nella conservazione e nella diffusione della storia sociale e tecnologica della molitura.

Il laboratorio virtuale ha introdotto gli studenti alla tecnologia dei mulini idraulici a ruota orizzontale, anche chiamati mulini scandinavi per i ritrovamenti di epoca preromana in Europa Settentrionale. In questo genere di macchinari la spinta dell'acqua viene raccolta da una ruota orizzontale a pale sagomate (il retrecine) direttamente collegata mediante un albero di trasmissione alla macina. Questo semplice meccanismo poteva essere utilizzato anche in mancanza di corsi d'acqua a portata regolare ed era diffuso nella tarda antichità e nell'alto medioevo nelle nostre zone dell'entroterra. A partire dall'anno 1000, la diffusione del mulino a ruota verticale e delle acque canalizzate portò questa tecnologia a una forte contrazione, ma alcuni esempi si sono conservati e sono stati recuperati con successo (come il mulino di Ra Pria, a Belpiano, in provincia di Genova). Con un approccio mutuato dall'archeologia sperimentale, il docente ha ricostruito, riproducendo le tecniche tradizionali, un modello di pala sagomata in legno di abete (più morbido di quello originale di quercia), mostrando agli studenti le fasi della lavorazione, dal dimensionamento del pezzo alla sgrossatura, fino alla rifinitura a punta di scalpello. La durata della lavorazione ha sicuramente dimostrato agli studenti perchè i macchinari dei mulini fossero importanti e protetti anche nel medioevo dalle leggi: pene severe sul danneggiamento dei mulini erano infatti previste già nell'Editto di Rotari del 643 d.C. . Inoltre la sagomatura della pala del retrecine è un ottimo esempio di efficienza nello sfruttamento della spinta idraulica ed è stata poi riutilizzata come concetto fondante nella progettazione delle moderne turbine per la produzione dell'energia elettrica.

La realizzazione di questa porzione della ruota del mulino ha consentito infine agli studenti del Marconi di approfondire la tecnica degli incastri del legno. Nella costruzione delle ruote dei mulini infatti non si faceva uso di chiodi o collanti ma si sfruttava spesso l'accoppiamento tenone-mortasa: la pala sagomata terminava con una scodatura (tenone) che si inseriva perfettamente in un alloggiamento complementare (mortasa) scavato nell'albero di trasmissione. L'incastro veniva completato con l'uso di cunei aggiuntivi che donavano rigidità al sistema ma potevano essere eventualmente rimossi per facilitare la sostituzione della pala sagomata in caso di rottura. Il Prof. Reichstein ha quindi condotto gli studenti attraverso la progettazione, la realizzazione e la rifinitura di questo accoppiamento classico, mostrando la robustezza finale del manufatto. La riscoperta di questa tecnologia, resa vantaggiosa dalle tecniche moderne di lavorazione del legno, ha un ruolo fondamentale come alternativa ecosostenibile nella progettazione dei mobili; infatti l'uso di accoppiamenti che sfruttano le forze di resistenza naturali del materiale abbatte l'impatto ambientale dei collanti chimici e consente la progettazione di sistemi modulari costituiti da pezzi riutilizzabili.

Attraverso questo laboratorio virtuale gli studenti dell'Istituto Marconi hanno potuto esplorare un ulteriore campo di applicazione delle proprie conoscenze e competenze nel campo delle lavorazioni dei materiali, con un inedito punto di vista storico sulle tradizioni artigianali della nostra Regione. Questo approccio è stato pensato per consolidare le conoscenze didattiche e per motivare i ragazzi nella loro scelta di studi tecnologici. Con questo progetto didattico l'IIS G. Marconi si conferma come un'istituzione attenta alla storia tecnologica della Liguria con l'idea di recuperare in maniera circolare l'eredità culturale del passato per rispondere alle richieste della sostenibilità del nostro sviluppo futuro". 

C.S.

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