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Attualità | 18 aprile 2021, 09:21

Linux e il risparmio a portata di mano, da Sanremo Giulio Conte "Software libero, è il momento giusto vi spiego perchè"

Un giovane elettrotecnico di origine piemontese, trapiantato a Sanremo, rilancia, in tempi di crisi, un’idea innovativa, per consentire notevoli risparmi alla Pubblica Amministrazione ed alla gestione aziendale e personale.

Linux e il risparmio a portata di mano, da Sanremo Giulio Conte "Software libero, è il momento giusto vi spiego perchè"

Un giovane elettrotecnico di origine piemontese, trapiantato a Sanremo, rilancia, in tempi di crisi, un’idea innovativa, per consentire notevoli risparmi alla Pubblica Amministrazione ed alla gestione aziendale e personale. E’ Giulio Conte, nato ad Alessandria nel 1981 e da poco residente a Sanremo ed amico Dei Broker Italiani

“Nella città dei fiori ci sono arrivato per amore. – spiega – Qualche anno fa ho incontrato Paola, mi sono innamorato e ho deciso di trasferirmi da lei”. 

In Piemonte, rimasto orfano di padre a 14 anni, dopo aver conseguito il diploma presso l’Istituto d’arte “B.Cellini” di Valenza Po, ed aver frequentato un anno di ingegneria elettronica, ha dovuto interrompere gli studi e così, necessitando di lavorare, ha tentato una sorta di compromesso fra la sua passione per l’elettrotecnica e l’informatica. Ha frequentato due corsi di 600 ore ciascuno presso l’ENAIP di Alessandria,e ha conseguito il titolo di elettricista, specializzandosi successivamente in domotica. 

La passione per l’elettronica e l’informatica mi è piovuta addosso casualmente. Uno zio, nel Natale del 1996 mi regalò un computer usato, ma in ottimo stato. Era un Olivetti 486, con a bordo Windows 3.1. Già allora smanettando in continuazione mi resi conto che ero insofferente al software chiuso, pur apprezzando i vantaggi del sistema, molto più semplice dei primi esempi di elaboratori elettronici casalinghi. Da allora ho “riparato” centinaia di computer, donandogli una seconda vita semplicemente modificando il sistema operativo.”

Dall’insofferenza alla proposta innovativa, il passaggio è avvenuto attraverso l’approccio con l’informatica “libera” in uso presso alcune facoltà universitarie  e grazie alla rete.

“Ogni anno, in Italia, come nel resto del mondo – spiega Giulio Conte – noi facciamo una vera e propria strage informatica. Decine e decine di computer vengono eliminati perché non più supportati dai sistemi operativi a pagamento, sempre in fase di aggiornamento e sempre più pesanti. C’è uno spreco di decine di migliaia di computer, c’è una voragine di soldi che se ne va in pagamento di licenze per il software preinstallato nelle macchine. “  

A fronte del guadagno di alcune grandi società che lavorano nel settore del software, l’umanità subisce un danno enorme.

Sono migliaia i computer che vengono dichiarati obsoleti, perché non più in grado sopportare il nuovo software, sformato in continuazione, aggiornato di continuo. Si ha un danno enorme per l’ambiente, oltre che per il portafoglio. Il discorso è presto fatto, ci sono montagne di computer inutilizzati, i costi di adeguamento del parco macchine incidono pesantemente su tutto: spese per la Pubblica Amministrazione e bilancio domestico. Se il software fosse libero avremmo vantaggi notevoli:

  • i computer potrebbero costare circa un terzo meno;
  • avrebbero una vita molto più lunga;
  • verrebbe fortemente ridimensionato il danno per l’ambiente;
  • il risparmio per la pubblica amministrazione sarebbe incredibile.

Non solo non sarebbe necessario rottamare i pc in uso in molti uffici (che dubito reggerebbero gli aggiornamenti attualmente richiesti) ma si potrebbe riconvertirli risparmiando su hardware, software e costi di manutenzione. Prendiamo ad esempio il costo di un singolo computer, del sistema operativo, del software base, dell’antivirus, e moltiplicatelo per tutti quelli presenti nelle strutture pubbliche che, viceversa, dovrebbero essere sostituiti perché obsoleti e/o ormai non più supportati: si parla di un risparmio di parecchi milioni di euro, che in tempi di crisi, potrebbe essere destinato ad altro.”

La conversione informatica a sistemi liberi, potrebbe avere un impatto estremamente positivo anche a livello di informatizzazione diffusa.

In un momento di didattica a distanza, come quello che abbiamo attraversato, in molte famiglie si è vissuto il problema di avere a disposizione una sola apparecchiatura, quando magari se ne aveva qualcuna non più utilizzata, perché considerata obsoleta. Ebbene quel computer abbandonato in qualche armadio poteva tornare a vivere convertito ad un sistema Linux, con poche decine di euro. Io stesso per molti miei amici ho fatto rivivere pc che erano stati dichiarati morti per non poter più supportare o comunque essere adeguati alla nuova versione di turno del sistema e/o software proprietario. 

Si parla tanto di digitalizzazione ma nei fatti, ancora oggi, molti o hanno apparecchiature con sistemi non più supportati che li espongono al rischio di prendersi fior di virus non appena si collegano in rete, oppure non possono permettersi un nuovo pc che possa reggere il passo rispetto agli aggiornamenti richiesti: con Linux questo non accadrebbe. Ora, se si vuole davvero dare una svolta informatica al Paese, bisogna rendere accessibile a tutti la disponibilità di un computer senza per forza gravarlo di costi che sono perfettamente evitabili.”

Allora vediamo nel dettaglio la tua proposta.

“Ormai da decine di anni, precisamente dal 1991, esiste un sistema operativo, completamente libero, a cui partecipa, con competenza e consapevolezza una comunità di persone, in tutto il pianeta,  che lo adegua in continuazione. Questo sistema si chiama Linux, che esiste in diverse varianti chiamate “distribuzioni” ed è contraddistinto dall’immagine amichevole di un giovane pinguino. Sulla base di questo si è sviluppata tutta una vastissima produzione di programmi validi ed efficienti, che non hanno nulla da invidiare a quelli tradizionali proprietari. Con risultati gestionali, paragonabili a quelli più blasonati, se non addirittura superiori. Come nel caso dell’Office libero”

Un conto è dire questo, un conto vedere nelle applicazioni pratiche. Il software libero come si comporta alla prova dei fatti?

In Italia c’è un grande esempio virtuoso. La provincia autonoma di Bolzano dal 2004 ha già introdotto in tutti i suoi uffici e scuole il sistema del software libero. Nessun decremento di produttività ed un risparmio di 1 milione e mezzo di euro l’anno. Sempre in Italia, moltissime facoltà universitarie, usano distribuzioni Linux da decine di anni, come anche in Sicilia presso l’Istituto Majorana di Gela, nelle proprie aule di informatica. Nel mondo, poi, ormai è una marcia trionfale. In alcuni celebri film, come ad esempio Titanic ed il Signore degli Anelli, la grafica e gli effetti speciali sono stati realizzati mediante Linux e appositi programmi. Colossi cinematografici come Dreamworks, Pixar, Disney Corporation e di recente anche la Lucas Film hanno scelto di avvalersi della stessa tecnologia. Usano sistemi operativi basati su Linux ormai da diversi anni: le ferrovie giapponesi, il CERN di Ginevra, la borsa di New York e di Londra, la Gendarmeria francese, Amazon, Google, Facebook, Toyota”

Il Ministero della Pubblica Istruzione, durante la gestione di Letizia Moratti, fece un accordo a livello nazionale per l’introduzione di software libero nelle scuole, con il coinvolgimento delle famiglie, ma non ebbe una grande fortuna, come mai?

“C’è un grande condizionamento dovuto alla fornitura di software già installato all’interno dei pc in vendita. Se a dieci anni ti viene messo nelle mani un computer, ha già installato a bordo il sistema operativo proprietario. E vai avanti per inerzia lungo questi due binari, pagando fior di bigliettoni alle case di software. In genere le persone non amano i cambiamenti. Quel poco di formazione che esiste, nel pubblico e nel privato, viene fatto sui sistemi che si trovano preinstallati e quindi ci si adagia sulle poche cose apprese. Danno sicurezza. E c’è chi pensa che il sistema libero sia più complicato o meno efficace o addirittura meno stabile. Non è così. E’ tutta una questione di abitudine, ma esiste una fortissima compatibilità ed analogia tra i sistemi chiusi e quelli liberi. Questi ultimi sono più assistiti addirittura perché c’è una vasta platea di utilizzatori nel mondo, adesso, e c’è la possibilità di avere assistenza attraverso i vari forum che si trovano in rete. Forse ora, con la ripresa delle attività avremo un boom delle richieste di software libero. Tutti abbiamo bisogno di risparmiare per ripartire. Il ricorso al pinguino amichevole, sarà una delle svolte virtuose provocate indirettamente dalla pandemia.”

Pensi che questo discorso possa interessare alle forze politiche che si stanno preoccupando di far ripartire l’economia nazionale?

“Credo che dovrebbe essere un discorso doveroso e che richiede un grande approfondimento. Linux ha dimostrato tutte le sue potenzialità, la sua grande duttilità e la sua efficacia. Inoltre, al risparmio, alla sicurezza, alle prestazioni performanti, all’aspetto ecologico, si aggiungerebbe anche la possibilità di far rinascere l’industria italiana dell’informatica, con risparmi di scala straordinari. Bisognerebbe introdurre una legislazione che favorisca l’utilizzo di pc con Linux a bordo nella Pubblica Amministrazione e nell’Istruzione, che attualmente sembrano più vincolate ai sistemi tradizionali proprietari. Sul piano del commercio bisognerebbe dare ad ognuno l’opportunità di acquistare macchine senza sistema operativo a bordo, con evidenti risparmi per le tasche dei consumatori e con un’evidente possibilità di diffusione dell’informatica a livello domestico, secondo un principio democratico di facilitazione delle opportunità culturali, sancito dalla Costituzione”

Carlo Michero

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