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Solidarietà | 26 aprile 2021, 13:21

25 aprile di solidarietà per la brigata 'Girasole', ieri a Ventimiglia in aiuto ai migranti (foto)

Oggi la brigata distribuirà i pacchi alimentari alle persone che ne hanno fatto richiesta

25 aprile di solidarietà per la brigata 'Girasole', ieri a Ventimiglia in aiuto ai migranti (foto)

“La Brigata Girasole deve il suo nome al partigiano Carlo Trucco (nome di battaglia 'Girasole', appunto) che prima di lasciarci qualche anno fa, ha dedicato la sua vita ad agire in coerenza con i valori in cui credeva e per i quali aveva combattuto”. Lo scrivono gli attivisti della brigata che da tempo assistono le persone in difficoltà, fornendo loro beni di prima di necessità.

“Abbiamo pensato, per un attimo, a come commemorarne il ricordo durante la festa della Liberazione, ma poi ci siamo ricordati che uno dei più grandi insegnamenti che Carlo ha veicolato a tutti noi consiste nell'averci fatto capire che i valori della Resistenza non vanno solo celebrati, ma rinnovati di generazione in generazione, con entusiasmo e partecipazione. Perché il fascismo cambia faccia, pelle e vestiti, ma là dove ci sono ignoranza, discriminazione, razzismo, superficialità e disinteresse, prolifica indisturbato. Così, ci siamo detti, il modo migliore per ricordare Carlo è continuare a fare ciò che abbiamo sempre fatto e che da più di un anno si è trasformato in un'esperienza collettiva capace di esprimere solidarietà concreta e costante sul nostro territorio. Il 24 aprile, la Brigata Girasole era, come sempre da un anno a questa parte, impegnata nella raccolta alimentare per fornire aiuti a circa 120 famiglie di Imperia che, a causa del covid, si sono ritrovate in grosse difficoltà economiche o hanno visto aggravarsi una condizione già precaria e difficile in precedenza. Oggi, negli empori di Oneglia e Porto Maurizio, i frutti di tale raccolta saranno distribuiti a coloro che ne hanno fatto richiesta.

Ieri, 25 aprile, la stessa Brigata, insieme a molti altri solidali, si trovava a Ventimiglia per fornire un pasto, coperte e vestiti ai migranti al confine perché, con o senza documenti, la fame si fa sentire, le notti sono fredde, i bisogni, i sogni e i desideri, sono tanti. I confini uccidono, che siano barriere fisiche o mentali, e i partigiani di oggi continuano a combattere, con armi diverse, la stessa battaglia di sempre perché i valori di libertà, uguaglianza e giustizia non ci riempiano solo la bocca, ma anche le mani e il cuore”.


C.S.

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