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Attualità | 29 luglio 2021, 20:12

Imperia, itticoltura alla Galeazza, a settembre si svolgerà la conferenza dei servizi. Scajola critico: "Nel 2017 c'erano le condizioni per revocare la concessione"

Il Comune è stato condannato al pagamento, per spese di giustizia, dopo che il Tar ha dato ragione alla società 'Aqua'. La somma è di circa 2mila e 500 euro e adesso il progetto torna in discussione al tavolo delle Istituzioni

Imperia, itticoltura alla Galeazza, a settembre si svolgerà la conferenza dei servizi. Scajola critico: "Nel 2017 c'erano le condizioni per revocare la concessione"

Durante il consiglio comunale odierno il sindaco di Imperia, Claudio Scajola, ha reso noto che l'ente dovrà pagare, a titolo di risarcimento per le spese di giustizia, circa 2 mila e 500 euro in seguito alla sentenza emessa nei mesi scorsi dal Tar Liguria che sostanzialmente ha dato ragione alla società 'Aqua' nel contenzioso con il Comune.

L’ 'Aqua Spa', la società di Lavagna, vorrebbe installare le vasche per l'allevamento ittico a largo della Galeazza, ma nei mesi scorsi la Conferenza dei servizi aveva registrato il parere negativo della Guardia Costiera e il Comune aveva bloccato l’iter. La stessa società aveva richiesto una modifica della concessione relativamente al numero delle gabbie dell’impianto di itticoltura. La giustizia amministrativa “bacchettò” la decisione della conferenza dei servizi poiché la concessione era regolarmente autorizzata e di conseguenza la stessa si sarebbe dovuta esprimere solo nell’indicare la posizione più idonea delle gabbie. 

A seguito della Conferenza dei Servizi di aprile 2020 inoltre, era emerso che lo specchio acqueo su cui dovrebbe sorgere l'impianto rientra all’interno della fascia di divieto dei 500 metri dall’area circolare destinata all’ammaraggio dei veicoli antincendio per il prelievo di acqua, di raggio 0,5 miglia. Questa scoperta aveva indotto il Comune a interrompere l'iter per la modifica della concessione, bloccando di fatto la realizzazione dell'impianto.

La sentenza del Tar, che ha dato ragione alla società di Lavagna, ha ribaltato la situazione, pertanto il Comune si è trovato costretto a riavviare il procedimento di modifica. Il Tar, infatti, ha ritenuto che “la motivazione del diniego non fosse adeguata, pertanto ha disposto l'annullamento dei provvedimenti impugnati”. La mossa del Comune è stato un atto dovuto alla sentenza del Tar, ma l'Amministrazione ha più volte espresso la volontà di impedire l'attività di itticoltura, la cui concessione scade nel 2023. Il sindaco Claudio Scajola giudicò il progetto “un insediamento non utile davanti alla nostra città”. 

Adesso il Comune dovrà pagare per la causa circa 2 mila e 500 euro e in tutto la somma ammonta a oltre sei mila euro, ma la restante parte è a carico dei Ministeri coinvolti. Oggi l'aula, subito dopo la comunicazione del sindaco, ha approvato questo debito fuori bilancio. 

Nel contempo in sindaco Scajola ha riferito che "a settembre si riunirà nuovamente la conferenza dei servizi per discutere in merito al progetto" e, al termine dell'intervento, ha evidenziato come "nel 2017 c'erano tutte le condizioni per la revoca della concessione". Ossia quando a guidare l'ente c'era l'ex sindaco Carlo Capacci.  

Angela Panzera

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