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Economia | 17 agosto 2021, 07:00

Una guida per investire nel mercato azionario

Il mercato azionario è, con ogni probabilità, quello che maggiormente attrae trader di tutte le età e di ogni livello di esperienza.

Una guida per investire nel mercato azionario

Il mercato azionario è, con ogni probabilità, quello che maggiormente attrae trader di tutte le età e di ogni livello di esperienza.

Dati trimestrali, dividendi e altro ancora: i concetti principali dei quali si sente quotidianamente parlare sul mercato azionario possono non essere facilmente comprensibili, in tutte le proprie sfaccettature, da parte dei neo-trader.

Ma quale deve essere il percorso ideale di crescita per un trader che si affaccia per la prima volta alla grande sfida posta dal mercato azionario? Sebbene sia impensabile trovare una ricetta univoca di successo, possiamo ipotizzare con un certo livello di sicurezza che vi siano alcuni step fondamentali dei quali un neofita dell’ambiente dovrebbe prendere coscienza.

Vediamo insieme le informazioni che messo a nostra disposizione ed accertiamoci di seguire queste linee guida la prossima volta che ci troveremo di fronte ad un’occasione di investimento sul mercato azionario.

 

L’importanza di studiare la scienza economica

Partiamo dalle basi: il trader ideale, seppur alle prime armi, non dovrebbe avere dubbi in merito ai principali concetti di economia.

In quale modo l’equilibrio domanda-offerta contribuisce alla determinazione dei prezzi in un’economia? Cosa succede quando una banca centrale decide di variare il livello dei tassi di interesse? Che relazione esiste tra i principali indicatori macro-economici nel lungo periodo? Se la risposta a questi quesiti non è ben definita nella testa di un trader, questi dovrebbe considerare seriamente l’idea di studiare le basi della scienza economica.

Sono senza dubbio due le sfere economiche sulle quali il trader dovrebbe focalizzarsi, prima di iniziare a ragionare di finanza: la macroeconomía e la microeconomía.

In primis, dal punto di vista macroeconomico, è fondamentale capire i concetti fondamentali che governano le scelte di politica fiscale e monetaria in ogni economia. Avere una solida comprensione del tipo di lettura che di norma gli Stati danno ai valori del tasso di disoccupazione, del livello di inflazione e di altri importantissimi indicatori è fondamentale per comprendere la reazione che il mercato finanziario potrebbe avere in ogni situazione.

Guardando invece alla componente micro-economica, è assolutamente fondamentale per un trader avere bene in mente teorie quali quella della concorrenza tra agenti economici o la famosa teoria dei giochi di John Nash per capire come valutare l’esatta posizione di un’azienda quotata in Borsa nel mercato all’interno del quale opera.

Fatto questo, sarà possibile solo allora preoccuparsi di capire bene il funzionamento dei mercati finanziari. Il parallelismo tra quanto studiato in economia ed il funzionamento della finanza dovrebbe, se lo studio è stato effettuato in maniera corretta, risultare evidente.

Un esempio può essere quello del concetto di domanda-offerta che determina la quotazione di un asset finanziario.

In particolare, troveremo nel mondo azionario il concetto di prezzo bid (che non è altro che il prezzo più alto che gli attori attivi sul mercato sono disposti, in un determinato momento, a pagare per comprare un titolo azionario) ed il prezzo ask (in maniera speculare, è il prezzo minore al quale il mercato accetta di vendere un’azione).

Lo spread (i.e. il differenziale tra questi due prezzi) si muove di continuo e rappresenta il punto di equilibrio del mercato azionario in ogni momento. Non c’è bisogno di complicare eccessivamente il funzionamento del mercato: un ordine di acquisto andrà a buon fine se e solo se il prezzo di acquisto andrà a coincidere con il prezzo ask (vale il medesimo concetto, con il prezzo bid, per gli ordini di vendita).

L’analisi fondamentale: un faro nel buio della speculazione

Completata la fase di studio, arriva rapidamente il momento di mettere in pratica le conoscenze teoriche acquisite sui libri.

Una prima occasione per fare questo è data, generalmente, dalla pubblicazione di dati di bilancio da parte di una società quotata (salvo rare eccezioni su mercati meno popolari in Italia, questo avviene su base trimestrale).

Le informazioni date dal bilancio trimestrale di una società quotata sono, sostanzialmente, di due macro-tipologie distinte:

 

  • Informazioni quantitative: il bilancio di una società, articolato in stato patrimoniale, conto economico e cash-flow, fornisce dati numerici circa i flussi e gli stock di denaro – in tutte le sue forme – nelle mani dell’azienda
  • Informazioni qualitative: di norma il bilancio è accompagnato da una nota integrativa, all’interno della quale il top management della società quotata fornisce importanti informazioni circa le aspettative del CdA, le considerazioni fatte in fase di Consiglio ed altre informazioni molto interessanti

Risulta essere, a questo punto, molto importante sottolineare un concetto fondamentale: salvo sorprese, il mercato spesso darà l’impressione di non dare particolare peso alle informazioni quantitative divulgate da una società.

Quello che muoverà veramente il prezzo di un titolo azionario sarà, il più delle volte, quanto inserito in termini di forward guidance nella nota integrativa che accompagnerà il bilancio trimestrale. Una previsione di riduzione del debito, di fatturato superiore alle aspettative iniziali o di una riduzione di costi nel triennio successivo: questi sono solo esempi di informazioni che i mercati cercano di vedere ed interpretare all’interno della nota integrativa.

Detto questo, risulta essere importante valutare, prima di lanciarsi in un investimento in maniera leggera e prematura, le analisi di esperti del settore circa un titolo azionario. Escludendo pratiche illegali legate al mondo dell’insider trading, può essere davvero complesso prevedere con precisione i dati trimestrali di una società quotata.

Di norma si nota come gli analisti spendano molte parole e ragionamenti sulla misura dell’EBITDA (che è, di fatto, l’utile lordo registrato da una società). Il focus è sul valore lordo dell’utile e non sul netto per una ragione piuttosto semplice: dato che l’utile netto dipende in gran parte dalla tassazione dell’utile lordo (che qui viene vista come un fattore “esterno” alla società), analizzare l’andamento temporale di quest’ultimo valore viene preso come un indicatore circa l’effettivo status di salute dell’azienda.

Il “problema” in questo caso è che determinare l’EBITDA richiede, di norma, una forte competenza e conoscenza economico-finanziaria ben superiore a quella minima raccomandata all’inizio del presente articolo.

Non si può dunque pretendere che ogni singolo trader possa avere il tempo e le competenze utili a formulare questo genere di precisione. Ribadiamo dunque il concetto: può essere ottimale per un trader leggere in maniera critica gli studi effettuati da analisti del settore.

I benefici di questo approccio sono evidenti. Innanzitutto, un trader poco esperto può ridurre parecchio le possibilità di incorrere in perdite ingenti nei propri investimenti grazie alla lettura dell’opinione di attori informati sul tema.

Oltre a questo, l’analisi di un esperto può aiutare il singolo trader a maturare una maggiore conoscenza sull’ambiente, diventando piano piano un investitore sempre più esperto.

L’analisi tecnica: uno strumento interessante per evitare di effettuare il trade giusto nel momento sbagliato

Supponiamo di aver superato lo scoglio dell’analisi fondamentale e di aver individuato un paio di ottime azioni per un investimento sul mercato, siamo certi di essere pronti ad inserire un ordine di acquisto sul mercato?

La risposta, come spesso accade in economia, è la seguente: “dipende”. Se l’intenzione di un trader è quella di avere un orizzonte di investimento piuttosto lungo (misurabile in trimestri), potremmo dire con certezza che l’analisi fondamentale può essere sufficiente a valutare la bontà di un’opportunità di investimento.

Nel mondo moderno, tuttavia, la pazienza dei trader sembra ridursi di anno in anno. Non bisogna, dunque, cadere nell’errore di credere che l’analisi fondamentale possa portare a guadagni sul mercato azionario in soli pochi giorni.

Il target price individuato dall’analisi fondamentale è, di solito, un obiettivo di medio-lungo periodo. I movimenti di breve periodo del prezzo di un titolo azionario sono primariamente dettati da operazioni speculative guidate da attori che utilizzano criteri di investimento che spesso esulano dall’analisi fondamentale.

È molto popolare nei blog di trader la lode della cosiddetta “analisi tecnica” per investire sui mercati. L’analisi tecnica è, in estrema sintesi, un insieme di strumenti statistici (detti normalmente “indicatori”) che cercano, nella maggior parte dei casi, di individuare il momento migliore di ingresso e uscita nel mercato.

In particolare, osserviamo di norma due stati:

 

  • Stato di “ipervenduto”: una situazione nella quale gli indicatori statistici legati al prezzo/volume di un’azione indicano un eccesso di vendite effettuate nel periodo precedente al momento di rilevazione, con buone potenzialità di rimbalzo nelle valutazioni di mercato
  • Stato di “ipercomprato”: l’esatto opposto di quanto sopra riportato, utile per individuare potenziali momenti di correzione ribassista nel prezzo di un’azione

Sebbene questo possa stupire i meno avvezzi alla pratica del trading, l’andamento di breve periodo del prezzo di un’azione mostra normalmente maggiore correlazione con questi indicatori statistici piuttosto che con i reali valori economici di bilancio studiati dall’analisi fondamentale.

Un’ottima pratica può essere quella di effettuare una prima “scrematura” in un paniere azionario tramite l’analisi fondamentale, per poi affidarsi all’analisi tecnica per capire, tra le azioni individuate, quando entrare nel mercato.

Del resto, è molto importante tenere a mente un vecchio mantra del mondo del trading: “Il mercato ha sempre ragione, anche quando ha torto”. L’obiettivo, dunque, è quello di non rischiare di perdere denaro anche a fronte di un’eccellente analisi fondamentale.

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