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Sanità | 16 ottobre 2021, 07:00

Tu sei in sintonia con il tuo "orologio biologico"?

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

Tu sei in sintonia con il tuo "orologio biologico"?

Molte volte mi capita di soffermarmi ad osservare la frenesia del mondo che mi circonda: decine, centinaia, migliaia di persone che ogni giorno vivono un pessimo rapporto con il loro tempo.

C’è chi corre dietro al tempo lamentando il fatto di non averne mai abbastanza, persone sempre di corsa e affannate; c’è chi, al contrario, perde tempo impegnandosi in attività inutili, incapace di distinguere tra ciò che merita di essere fatto e ciò che può essere rimandato, in questo caso sono persone che sprecano il loro tempo e non si accorgono delle occasioni mancate; poi c’è chi “ruba” il tempo cercando di vivere sempre in anticipo, sempre sul chi va là e con l’ossessione del “mi tengo pronto per qualsiasi evenienza”, e in questo caso persone che diventano schiave della loro stessa ossessione. E poi, ci sono quelli che vivono “fuori dal tempo” e sembrano non accorgersi degli eventi. Vivono in un loro mondo nel quale molto spesso si perdono e per questo sovente vengono isolati o giudicati.

A mio parere, il tempo non deve essere perso, sprecato, rincorso o anticipato. Lui è qualcosa che ci viene donato e che ci accompagna per tutto l’arco della nostra vita. Sta a noi imparare a gestirlo, avendo la consapevolezza che tutto il tempo che abbiamo avuto nella giornata lo abbiamo speso bene, suddividendolo con equità tra tutti gli impegni quotidiani.

Molte persone sono diventate “schiave” del tempo. Ogni loro azione rientra all’interno di precisi orari che si susseguono a ritmo frenetico dal mattino alla sera: un tot di tempo per dormire, per pranzare, per lavarsi, per mangiare e per fino per fare all’amore! Tutto deve essere scandito, tutto rientra in determinate tempistiche e così le giornate si riempiono di azioni, il più delle volte, frenetiche, inconcludenti, inopportune, inutili che ci portano inevitabilmente, al rientro a casa alla sera, in uno stato nevrotico, depresso e ansiogeno.

A cena poi, avendo mangiato pochissimo e male durante la giornata (non avendo avuto tempo), ci ritroviamo ad abbuffarci quasi sempre di cibo spazzatura in orari anche notturni e in un batter d’occhio il giorno viene scambiato con la notte. Sempre più spesso in studio mi capita di rapportarmi con persone che, raccontandomi la loro malattia, mi descrivono le loro notti insonni passate a mangiare e guardare la tv, seguite da risvegli mattutini difficili ed energie spente durante tutto l’arco della giornata.

La verità è che i nostri ritmi non sono più sincronizzati con la naturale alternanza luce-buio e questo, a mio parere, è molto pericoloso perché la frenesia della nostra “vita esterna” sta condizionando moltissimo i nostri delicati equilibri interni, tra i quali il nostro “orologio biologico” o “ciclo circadiano degli organi”, che si occupa proprio di adattare i ritmi del nostro organismo a quelli dell’ambiente esterno. Sta avvenendo una pericolosa discrepanza tra ciò che il nostro organismo è in grado di fare e ciò che gli chiediamo di fare! E tutto ciò ci sta regalando malattia.

Ma cos’è esattamente il ciclo circadiano? E’ una sorta di “orologio biologico” della durata di 24 ore (dal latino “circa diem” che significa “intorno al giorno”) che si caratterizza per essere un complesso sistema interno responsabile di cicli riguardanti la pressione arteriosa, la temperatura del corpo, il tono muscolare, la frequenza cardiaca, il ritmo sonno-veglia, ecc. Secondo la Medicina Tradizionale Cinese il nostro corpo è attraversato da 12 meridiani, o canali energetici, che corrispondono ai principali organi - polmoni, milza, cuore, rene, pericardio, fegato - e alle viscere - ossia intestino crasso, stomaco, intestino tenue, vescica, triplice riscaldatore, vescicola biliare o cistifellea. Ciascun meridiano corrisponde ad un’orbita circadiana che ha la durata di circa due ore.

Questo vuol dire che ogni organo ha un momento della giornata in cui è al massimo della sua funzionalità: è proprio in questa fascia oraria che l’energia circola maggiormente e le funzioni biologiche dell’organo performano al meglio. Lo stesso Ippocrate, circa 2500 anni fa, aveva osservato che durante la vita biologica degli esseri viventi si susseguivano fasi di maggiore o minore efficienza psicofisica con un ritmo ciclico. 

Parlava della vita come una serie di cicli di produzione di energia, immagazzinamento ed emissione. Sosteneva che questo ciclo generale caratterizzava tutti gli organismi viventi. Oggi, la Nutrigenomica sposa questo importante concetto della medicina olistica, e ribadisce che tutto in natura osserva il ciclo circadiano. Questi ritmi sono una combinazione di interazioni di un orologio interno e di segnali esterni, dal magnetismo terrestre ai campi elettrici, dai campi gravitazionali alle radiazioni cosmiche, oltre al movimento di altri pianeti, per tutto l’arco delle 24 ore.

Secondo la Nutrigenomica, anche il Microbiota sembra essere in grado di influenzare il nostro orologio biologico. Come? I ricercatori hanno scoperto che alcuni batteri intestinali regolano i ritmi circadiani dell’espressione dei geni metabolici alterando dei meccanismi circadiano-epigenetici chiave. Pensate che il ritmo circadiano è stato il protagonista del Nobel per la Medicina nel 2017: questo prestigioso premio, infatti, è stato assegnato a tre genetisti cronobiologici - Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young - che hanno studiato il meccanismo che controlla questo speciale ritmo biologico e hanno scoperto il sistema grazie al quale tutti gli organismi viventi regolano il proprio orologio circadiano in sintonia con l’ambiente esterno.

Capite quanto è importante non andare ad alterare questo meccanismo che si adatta alle diverse fasi della giornata, regolando funzioni chiave quali i livelli ormonali, il sonno ed il metabolismo? Per questo motivo, quando il nostro orologio è disallineato rispetto all’ambiente esterno, a causa del nostro squilibrato stile di vita, ne risentiamo in termini di benessere psico-fisico. Pensate al jet-lag che, a causa di un cambio repentino del fuso orario, ha effetti negativi sull’organismo, poiché si crea un’alterazione proprio dei ritmi circadiani. Come ho già sottolineato il ritmo circadiano è legato strettamente al ciclo luce-buio: la luce diurna regola la maggior parte delle dinamiche biologiche interne. Parliamo di geni che interagiscono con altri geni che presiedono alle diverse funzioni vitali, dallo stimolo della fame al sonno.

Nell’arco della intera giornata, ogni organo raggiunge il proprio picco di massima attività in una fase precisa a cui corrisponde specularmente una fase di riposo. Ciascun organo, infatti, segue un proprio orologio e può dare informazioni agli organi vicini. Può sembrare incredibile, ma studi recenti hanno messo in luce come gli organi sappiano “che ora è”.

Il ciclo circadiano copre le 24 ore, lavorando a cicli di circa 3 ore. Tra le 6 e le 9 il corpo gradualmente si rimette in moto. La melatonina, prodotta durante la notte, comincia a diminuire, mentre aumentano i livelli di cortisolo. Tra le 9 e le 12 il cortisolo raggiunge il suo picco e la temperatura corporea, insieme alle principali funzioni fisiche e cognitive, raggiungono la loro prestazione massima.

Si tratta, dunque, del momento migliore per svolgere le attività più impegnative della giornata (lavoro/studio), poiché lo stato di concentrazione raggiunge il massimo alle ore 12. Tra le 12 e le 15, in seguito al pranzo, l’attività digestiva provoca un senso di sonnolenza. Il nostro sistema nervoso parasimpatico, infatti, comunica al nostro corpo di rallentare durante il processo digestivo. Inoltre, gli alti livelli di glucosio presenti nel sangue, dopo il pasto agiscono su specifici neuroni dell’ipotalamo, trasmettendo alle cellule la sospensione di produzione di orexina, una proteina coinvolta nel mantenimento del normale stato di attività e veglia. Tra le 15 e le 18 si registra un aumento della temperatura corporea e il massimo dell’efficienza di cuore e polmoni. Si tratta, infatti, del momento migliore per dedicarsi all’attività fisica, dal momento che anche i muscoli sono più tonici e attivi. Tra le 18 e le 21 l’attività dell’organismo comincia di nuovo a rallentare e, man mano che si avvicina l’ora di andare a dormire, il fegato e l’intestino fanno più fatica a digerire grassi e zuccheri.

Per questo motivo è consigliabile una cena leggera che garantisca un riposo ottimale. Tra le 21 e le 24 la ghiandola pineale comincia a produrre la melatonina che ha il fondamentale ruolo di facilitare il sonno. Parallelamente la temperatura comincia a scendere. Non è consigliabile, dunque, fare sport o mangiare dopo cena o esporsi eccessivamente alla cosiddetta luce “blu” di smartphone, tablet e computer che interferisce sulla produzione dell’ormone del sonno.

Tra le 24 e le 3 del mattino la melatonina è al massimo, garantendo così un sonno profondo e riposante. È il momento in cui il cervello e gli organi si riparano e si “puliscono”, operazione che viene effettuata solo di notte. Tra le 3 e le 6 la temperatura corporea scende al minimo, mentre la melatonina comincia lentamente a diminuire, preparando il corpo ad un risveglio graduale. Vedete come è perfettamente tutto sincronizzato all’interno del nostro organismo?

Nessuno perde tempo o lo rincorre, ma ognuno svolge il proprio compito senza stress o tensione, a meno che noi, con il nostro squilibrato stile di vita e le nostre scelte sbagliate, non andiamo ad interferire con questo meccanismo perfetto di cui ci ha dotato la natura: il nostro “orologio biologico”.

Redazione

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