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Al Direttore | 17 ottobre 2021, 07:26

“Il Cuore di Oneglia e dell'Italia unita tra Risorgimento e ripartenza”: intervento del nostro lettore Pierluigi Casalino

“Oneglia con il suo mare e le sue tradizioni umane e civili riecheggiano in De Amicis”

“Il Cuore di Oneglia e dell'Italia unita tra Risorgimento e ripartenza”: intervento del nostro lettore Pierluigi Casalino

Il nostro lettore Pierluigi Casalino interviene con uno scritto su “Il Cuore di Oneglia e dell'Italia unita tra Risorgimento e ripartenza”.

Si dice, e a ragione, che Edmondo De Amicis soprattutto con il suo libro Cuore sia stato l'inventore degli italiani, di quella brava gente, cioè, che incontriamo nella sua opera più conosciuta, ma anche in tanti altri testi che hanno segnato i primi anni dell'Italia Unita. E che gli italiani che ci rappresenta De Amicis siano brava gente, umile e laboriosa, ricca di sentimenti lo continuiamo a leggere nelle pagine di uno scrittore che ha saputo distinguersi da quegli autori che cercavano di fare il verso a quelli d'oltralpe. Oneglia con il suo mare e le sue tradizioni umane e civili riecheggiano in De Amicis anche quando negli anni Settanta del XIX secolo lo scrittore visita il Marocco con una delegazione del neonato Regno d'Italia per portare il messaggio di un Paese di forti valori umani e civili, improntati al senso di collaborazione e che già aveva da quelle parti una folta colonia ligure ed italiana. Se e' vero che Edmondo viene esaltato, ai suoi giorni, da "L'Italia militare" perché vuole trasformare la famiglia in una piccola caserma, gli scettici corrono, da parte loro, a leggere "Quel giorno", il racconto perfetto della disfatta di Custoza, che in fondo apre ad un mondo ricco di insolite realtà narrative, assai meno rigide dell'ordinario copione dell'onegliese. L'Italia di De Amicis è, infatti, una nuova Nazione dal Cuore antico, di cui lo scrittore copre i difetti denunciati a suo tempo da Massimo d'Azeglio, ma che propone al mondo come una comunità coraggiosa e pronta a segnare giorni di speranza. L'attualità di De Amicis sta proprio in questa speranza che coincide con la volontà di ripartire dopo la stagione della pandemia. E così De Amicis diventa anche oggi un'icona di cui Oneglia, Imperia, la Liguria e l'Italia dovrebbero essere fieri e per tornare a rileggerlo e a celebrare con rinnovato entusiasmo la sua fiducia nel futuro. Con quella sua tenacia di persona mansueta ed umile. Un De Amicis, dunque, quello che ci riappare, non solo pedagogo e mitograto, ma anche fabbro di periodi storici. In questo senso viene assicurato a De Amicis un ruolo di rilievo in ogni ideale antologia moderna al netto di quel moralismo indigesto che alcuni hanno trovato in lui. In De Amicis si devono quindi ritrovare quegli slanci umani e organizzativa che possono dare alla sua terra natale un nuovo inizio, dopo la crepuscolare stagione del covid 19. E la Liguria non può che ispirarsi alla sua lezione risorgimentale.

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