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Attualità | 25 ottobre 2021, 15:45

Cambiamenti climatici in Liguria nei prossimi 40 anni: precipitazioni più frequenti nel levante, temperature più alte nel ponente (Foto e Video)

Presentata al Campus di Savona oggi una ricerca della Fondazione Cima. Attenzione anche alle quote che potrebbero risentire in termini di una diminuzione delle nevicate annuali

Cambiamenti climatici in Liguria nei prossimi 40 anni: precipitazioni più frequenti nel levante, temperature più alte nel ponente (Foto e Video)

Un aumento delle precipitazioni sia per quanto riguarda l’intensità che la frequenza nel levante della Liguria rispetto al ponente con le temperature che subirà una maggiore variazione nel ponente ed in alta quota diminuiranno le nevicate.

Sulla base dei dati storici regionali resi disponibili dall’ARPAL e della suite modellistica ad alta risoluzione WRF, è stato sviluppato – in coerenza con le linee guida nazionali - Questi alcuni dei dati esposti nello studio degli scenari climatici di maggior dettaglio spaziale rispetto a quanto contenuto nel PNACC e riferibile al territorio ligure e relativamente al RCP 8.5 (scenario dove non si tiene conto di misure di contrasto e presentato questo pomeriggio al Campus di Savona dalla Fondazione Cima insieme alla Regione Liguria, Arpal e Università degli Studi di Genova.

“È importante sottolineare e ricordare come la Liguria sia la regione geografica nella quale ricadono alcune delle aree con i più elevati valori di intensità di precipitazione dell’intera Europa occidentale. Questo "record" è causato, almeno in parte, dalla sua conformazione territoriale, che richiede un'attenta analisi delle vulnerabilità e degli impatti” - ha sottolineato Anna Napoli, ricercatrice di Fondazione CIMA e dottoranda dell’Università di Genova  È importante infatti evidenziare come le montagne risentano maggiormente degli effetti del cambiamento climatico e come la conformazione ad arco della regione e la vicinanza tra mare e territorio montuoso caratterizzino il clima e gli eventi estremi sul territorio. Questo studio permette di iniziare ad indicare e a definire le aree in regione soggette a maggiori variazioni di temperatura e/o precipitazione. Nel tempo, potremo usare altri scenari e ulteriori modelli per definire valori di incertezze climatiche più robusti”.

Le precipitazioni mostrano infatti un differente comportamento tra la zona di Levante e quella di Ponente: mentre il Levante parrebbe più soggetto ad un aumento sia dell’intensità della precipitazione estrema che della frequenza dei giorni piovosi, il Ponente potrebbe essere più esposto ad una diminuzione delle precipitazioni.

L’area montana, rispetto alle coste, sembrerebbe essere caratterizzata da una minore diminuzione dei giorni consecutivi di siccità rispetto alla costa. Le variazioni delle temperature mostrano come le alte quote potrebbero risentire particolarmente del cambiamento climatico, specialmente in termini di una diminuzione delle nevicate annuali. Il Ponente ligure sembrerebbe, inoltre, essere affetto da una maggiore variazione di temperatura, risultando quindi nell’area in cui è prevista sia una diminuzione della precipitazione che temperature medie più alte.

È stata infatti approvata all’unanimità la delibera regionale, su proposta dell’assessore Giacomo Giampedrone, che definisce gli ambiti prioritari di azione integrata e adattamento ai cambiamenti climatici a livello regionale e la strategia recepisce i risultati del lavoro di ricerca della Fondazione CIMA che ha sviluppato i modelli e le proiezioni sulla base dei dati storici regionali forniti da ARPAL, identificando le aree regionali con maggiori variazioni di temperatura e precipitazioni.

“Grazie allo studio della Fondazione Cima e dell’Università di Genova noi possiamo disporre per la prima volta di informazioni che ci potranno aiutare a sviluppare meglio questa regione, tenendo conto di uno sviluppo sostenibile e di quello che accadrà tra trent’anni – ha detto l’assessore regionale alla Protezione civile, ambiente e tutela del territorio Giacomo Giampedrone – Queste sono informazioni preziosissime che vanno usate dalle amministrazioni nel momento in cui metteranno mano alla propria pianificazione e anche per lo sviluppo territoriale, in modo da avere una regione che rischia meno e che affronta per tempo gli eventi estremi”. 

“La spiegazione ai cambiamenti sempre più importanti? Sicuramente c'è la questione dei gas serra che stanno continuando ad aumentare, è come se quella coperta che abbiamo sopra la testa via via diventasse sempre più spessa. Diventando più spessa aumentano le temperature e così andiamo verso due poli: uno nel quale avremo dei giorni con assenza di precipitazioni e quindi giorni secchi, l'altro con giorni in cui pioverà in maniera intensa” ha proseguito Luca Ferraris, docente Unige e presidente della Fondazione Cima.

“La manutenzione delle strade che si fa attualmente può funzionare o andrà migliorata? Noi stiamo traguardando i prossimi 30/50 anni, gli scenari di cambiamento climatico servono a fare una nuova pianificazione, a immaginare lo sviluppo della nostra regione in maniera diversa rispetto a quello che è accaduto negli anni precedenti. Bisogna cominciare a pensare che questi cambiamenti climatici avverranno, avverranno anche nella nostra regione e se noi ce ne preoccupiamo possiamo mettere in campo tutta una serie di azioni di adattamento, di mitigazione, affinché si possa in qualche modo convivere con queste criticità” conclude Ferraris.

Luciano Parodi

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