/ Economia

Economia | 25 ottobre 2021, 07:00

Cinque cose da sapere sui semi di cannabis

Chi ha intenzione di approcciarsi alla coltivazione, non può non prendere in considerazione alcuni aspetti: ecco una pratica guida con le informazioni assolutamente da sapere prima di mettersi all'opera

Cinque cose da sapere sui semi di cannabis

Quando si parla di semi di cannabis, si apre un capitolo a dir poco ampio. Chi ha intenzione di approcciarsi alla coltivazione, non può non prendere in considerazione alcuni aspetti che stiamo per elencare. Si tratta, di preciso, di cinque cose che bisogna assolutamente sapere prima di mettersi all’opera (soprattutto se si è principianti).

 

Non tutti i semi hanno gli stessi tempi di fioritura


Nel momento in cui si inizia il proprio percorso nel mondo della coltivazione della cannabis, non si può non fare riferimento all’esistenza di tempi diversi per quanto riguarda la fioritura. A tal proposito, è possibile chiamare in causa l’esempio dei semi autofiorenti.

In grado di fiorire dopo 3/4 settimane dalla germinazione, questi semi permettono altresì di apprezzare diversi raccolti nell’ambito della medesima stagione e necessitano di una gestione semplice dal punto di vista dell’illuminazione.

 

I vantaggi dei semi femminizzati


Tra le varie alternative da prendere in considerazione quando si parla di semi di cannabis troviamo anche le varietà fotoperiodiche femminizzate. Quando le si chiama in causa, è necessario citare diversi vantaggi. Innanzitutto, come dice il nome stesso, si tratta di semi che producono solo piante femmine. Questo, di riflesso, si traduce nella produzione di cime particolarmente ricche di resina. Un altro aspetto positivo è legato alla possibilità di coltivarle comodamente indoor. Gli ambienti chiusi, infatti, vanno benissimo per tutta la durata della fase vegetativa. Quello che conta è che le piantine di cannabis ricevano una quantità adeguata di luce.

 

Il test del galleggiamento


Come capire se ci si trova davanti a semi di cannabis di effettiva qualità? Sono tantissimi i coltivatori che si pongono questa domanda. La cosa non deve sorprendere: i semi di cannabis, infatti, non costano poco e sprecarli è un’eventualità poco piacevole se si ha intenzione di risparmiare. Per fortuna che esiste un test che permette di capire se si ha a che fare con semi di buon livello. Si tratta della prova del galleggiamento. Cosa prevede di preciso? Ecco, passo dopo passo, quello che bisogna fare:

  • Riempire un bicchiere con dell’acqua (l’optimum prevede il fatto di orientarsi verso quella minerale o verso l’acqua distillata)
  • Adagiare il seme in superficie

Se quest’ultimo galleggia, allora molto probabilmente sarà di scarsa qualità. I semi che, invece, vanno a fondo, possono essere presi in considerazione per la procedura di germinazione. Attenzione: questo test è molto semplice, ma per poter vedere i risultati è necessario aspettare un po’. Prima di un’ora - a volte anche due - non è infatti possibile accertarsi in merito alla fine che hanno fatto i semi.

 

Un altro test

 

Se il test del galleggiamento è rapido ed efficace per quanto riguarda la scoperta della qualità dei semi, esiste un’altra procedura in grado di fornire risultati ancora più soddisfacenti. Si tratta, niente di più niente di meno, della messa a germinazione di tutti i semi che sono stati acquistati. Chiaramente parliamo di una strada che può essere intrapresa solo da coloro i quali hanno tempo e soldi per sperimentare, ossia i coltivatori non professionisti che non si trovano, ogni giorno, davanti alla necessità di ottimizzare al massimo resa delle piante e costi.

 

Il nodo dei prezzi


Soprattutto se si parte da zero con l’approccio ai semi di cannabis, è interessante capire i costi. In media, si ha a che fare con somme che vanno dai 5 ai 10 euro a singolo seme. A definire il prezzo ci pensano criteri come i costi di produzione, per non parlare della genetica. Quest’ultima, infatti, è basilare per determinare la potenza dell’aroma. Nella maggior parte dei casi, una genetica particolarmente pregiata è frutto di più incroci che, chiaramente, hanno richiesto notevoli investimenti all’agricoltore, motivo cui quest’ultimo carica di più i costi sull’utente finale.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium