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Economia | 05 gennaio 2022, 07:11

Profondo rosso per gli alberghi del Golfo dianese, Pilati: “Natale e Capodanno disastrosi, pochi aperti e semivuoti”

Numeri impietosi e preoccupazione per il futuro del comparto secondo il presidente regionale onorario di Federalberghi

Profondo rosso per gli alberghi del Golfo dianese, Pilati: “Natale e Capodanno disastrosi, pochi aperti e semivuoti”

Poche prenotazioni e una pioggia di disdette”. È questo il bilancio di Natale e Capodanno negli alberghi del Golfo dianese. Lo dice il presidente regionale onorario di Federalberghi e lo confermano i numeri che fornisce.

Con 18 strutture aperte su 80 -spiega Pilati  - la fotografia di un Natale triste è presto fatta ma impietosa. È andata leggermente meglio a Capodanno con la percentuale di occupazione delle camere che è passata dal 50 al’70 per cento, ma parliamo di numero minimi se consideriamo, poi, quanto in tema di sforzo organizzativo comporta per il gestore il Capodanno a partire dalle batterie di cucina per preparare il tradizionale Cenone. Per l’Epifania si prevede che, al massimo si potrà raggiungere una percentuale del 60 per cento delle camere, poi credo che i colleghi che ringrazio per il loro coraggio e ai quali va tutta la mia solidarietà chiuderanno volentieri per valutare quando riaprire”.

Il rischio è quello di un inverno che assomigli a una traversata nel deserto. “Credo che bisognerà attendere addirittura Pasqua per programmare la riapertura. Prima dell’estate potrebbero esserci un paio di giorni per il 25 aprile al massimo di buono”, sottolinea Americo Pilati.

Il presidente regionale onorario di Federalberghi non nasconde, dunque, la sua preoccupazione per il futuro dell’industria turistica nel Golfo dianese e lancia un appello al mondo della politica: “Se si lavora anche a pieno regime per soli 2 mesi all’anno strutture come gli alberghi non rimangono in piedi, non sono gelaterie o ristoranti che se ben gestiti  possono ancora in due mesi garantire le entrate sufficienti anno.  Per tirare avanti occorrono 7/10 mesi all’anno a pieno regime, si rischia che si inneschi effetto a catena tragico”. “Ormai -conclude Pilati – la redditività annuale è scesa sotto il 3 per cento del valore dell’albergo, sono rientri al limite della sopravvivenza”. 

Diego David

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