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Attualità | 20 gennaio 2022, 17:31

Caro energia: la CNA di Imperia chiede un tavolo di confronto con il Governo

Senza il coinvolgimento delle piccole imprese, soluzioni insufficienti e parziali

Caro energia: la CNA di Imperia chiede un tavolo di confronto con il Governo

«L’impennata dei costi dell'energia non accenna a frenare e riguarda l’intero sistema produttivo, non solo le imprese energivore ma anche e soprattutto le micro e piccole imprese come le nostre, che sopportano la maggior parte degli oneri generali di sistema», è quanto afferma Michele Breccione, Presidente di CNA Imperia.

«Senza coinvolgerci direttamente, le soluzioni sono destinate ad essere insufficienti e parziali: chiediamo al Governo un approccio organico e complessivo per affrontare il problema del caro energia avviando un tavolo con tutte le componenti del sistema produttivo», continua Breccione. «Le piccole imprese italiane e le imprese artigiane subiscono infatti una distribuzione iniqua del sistema degli oneri generali, a cui contribuiscono per il 49% e parliamo di circa 4,7 miliardi di euro, con i quali finanziamo anche, paradossalmente, le agevolazioni per le aziende energivore alle quali non accediamo. Un problema che CNA denuncia da tempo, e che nell’attuale contingenza sta compromettendo quotidianamente l’operatività delle piccole imprese, con rilevanti rischi di sospensione dell’attività per le imprese più esposte. È assolutamente necessaria una riforma rapida e drastica della struttura della bolletta, che garantisca una distribuzione più equa degli oneri generali di sistema tra le diverse categorie di utenti e legata all'effettivo consumo».

La distribuzione sperequata aggrava infatti i “normali” costi energetici di un ulteriore 35%, mettendo le piccole imprese ai margini di un mercato in cui le imprese industriali hanno il vantaggio competitivo di pagare l’energia quattro volte di meno. 

E conclude Breccione, «Va affrontata anche la revisione della disciplina delle agevolazioni alle imprese a forte consumo di energia, limitando i benefici alle sole aziende che abbiano effettivamente realizzato interventi di efficienza energetica. Infine, va guardato con attenzione il fenomeno delle c.d “rendite inframarginali” che condiziona il peso dei costi energetici producendo extramargini di guadagno per alcuni produttori. Si tratta di un meccanismo che crea inefficienze nel processo di formazione del prezzo di borsa, che contribuisce ad aggravare ulteriormente un quadro già complesso»

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