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Politica | 07 maggio 2022, 10:59

Taggia: Azione propone la sua alternativa all'Ospedale Unico provinciale, "Basterebbe un hub per la chirurgia in elezione"

Potenziare gli ospedali che già ci sono e aggiungere un hub nuovo sfruttando l'ex Ospedale di Bussana. Una soluzione meno costosa e con tempi minori.

Taggia: Azione propone la sua alternativa all'Ospedale Unico provinciale, "Basterebbe un hub per la chirurgia in elezione"

Un’alternativa all’ospedale unico di Taggia c’è. Questo è quanto emerso dal convegno organizzato da Azione, a Villa Boselli dove si è parlato della sanità in provincia di Imperia e degli sviluppi legati al nuovo nosocomio della riviera dei fiori.

L’incontro è stato aperto dal rappresentante provinciale del partito, Carlo Biancheri, seguito dagli interventi dal coordinatore e consigliere comunale di Taggia, Mario Manni e dalla coordinatrice di Sanremo, Desiree Negri. Al tavolo anche tanti illustri ospiti come Paolo Puppo, responsabile del partito per l’ambito sanitario ma anche rinomato urologo per tanto tempo direttore di reparto al Santa Corona, al Galliera e al Policlinico San Donato e in ASL 1. 

L'INTERVISTA A CARLO BIANCHERI

L’obiettivo di questo incontro oltre a mostrare una proposta alternativa all’Ospedale Unico era quella di coinvolgere il territorio su una tematica che interessa tutti: la sanità. All’iniziativa di Azione hanno risposto in tanti. Presenti in mezzo al pubblico la vicesindaco di Sanremo Costanza Pireri, in rappresentanza del comune di Taggia, il consigliere comunale con delega alla sanità, Giancarlo Ceresola, il candidato sindaco di Rifondazione Comunista, Marco Ardoino. 

I rappresentanti locali del partito di Carlo Calenda hanno portato la loro proposta che parte da una riflessione maturata dall’esperienza avuta durante la pandemia. Per Azione, a livello locale, bisogna investire sulle strutture che già abbiamo gli ospedali di Sanremo e Imperia, in primis ma anche Bordighera. 

A livello nazionale, invece, serve un intervento diretto ma graduale sulla sanità. Un passo considerato inevitabile secondo gli esperti intervenuti. Partendo dalle fasi più difficili della pandemia, per Azione è emersa l’urgenza di rivedere il sistema sanitario italiano e quindi gli investimenti necessari sui nosocomi per garantire una sanità moderna, attenta al territorio, al passo con i tempi ed efficiente nella gestione delle emergenze. Argomenti trattati nel dettaglio da esperti di fama nazionale come Maurizio Mauri e Stefano Capolongo, rispettivamente Presidente emerito ed attuale del Centro Nazionale per l'Edilizia e la Tecnica Ospedaliera che hanno analizza proprio l'aspetto urbanistico e organizzativo del rapporto tra sanità e territorio. 

Il nuovo ospedale dovrebbe essere ridimensionato e con percorsi che ruotano completamente intorno al malato. Al posto di un Ospedale Unico bisognerebbe puntare su una struttura sanitaria più ridimensionata, leggera e con un costo minore ma soprattutto con una tempistica di realizzazione inferiore.

"Si può attendere che si realizzi un ospedale unico? Cosa succede alle persone con più di 70 anni? Devono andare in Piemonte e Lombardia, Genova, Perché? È quanto si è chiesto Maurizio Mari - Cerchiamo di fare in modo che i nostri ospedali funzionino. Servono soluzioni in tempi brevi con un Ospedale tecnologicamente avanzato. L'idea è di realizzare un hub dedicato alla chirurgia in elezione. Riusciremo a fare velocemente tutto questo e con tecnologie avanzate ma soprattutto in grado di garantire prestazioni e attività di alta qualità. Si può partire dalla ristrutturazione dell'Ospedale di Bussana, considerato baricentrico e ben raggiungibile. Una struttura che dovrebbe essere in rete con gli ospedali già esistenti e di comunità. Non servirebbero espropri e interventi per milioni e milioni. Economicamente sarebbe più sostenibile e vantaggiosa per quel che riguarda le fughe dei pazienti extraregione e per i costi che gravano sulla sanità regionale".

"Il modello gestionale e organizzativo della sanità è il punto di partenza. L'architettura è anche la rappresentazione di una serie di istanze del territorio, dei cittadini e della politica. Oggi un ospedale dura circa 50 anni e quindi occorre rapidità nelle scelte. - analizza Capolongo - Mediamente nel nostro Paese trascorrono almeno 10 anni tra quando un progetto viene pensato e poi realizzato. Oggi occorre un forte rapporto con il territorio. La precondizione è che l'Ospedale sia accessibile. Se penso di costruire un Ospedale dove ho 1000 proprietari da espropriare i tempi non saranno gli stessi rispetto ad intervenire su una struttura che ho già a disposizione". 

 

Stefano Michero

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