Nonostante si trovasse agli arresti domiciliari a casa sua a Frosinone era evaso e aveva raggiunto al suo domicilio a Ventimiglia l’ex fidanzata, una 39enne rumena. Secondo la denuncia della donna che si è costituita parte civile rappresentata dall’avvocato Mario Ventimiglia, l’uomo era entrato in casa con la forza e l’aveva sequestrata per diverse ore minacciandola di morte se non fosse tornata nel Lazio con lui, puntandole un coltellino cutter alla gola.
Ieri mattina, Davide Bianchi, 37 anni, difeso dall’avvocato Simone Galluccio del foro di Frosinone, è comparso davanti al collegio presieduto dal giudice Carlo Indellicati per rispondere di evasione, sequestro di persona e rapina, essendosi impossessato di due telefoni cellulari della vittima. “
"Mi sono salvata -ha testimoniato in aula la donna protetta da un paravento - solo perché Bianchi, dopo aver assunto una pastiglia si è addormentato, permettendomi di uscire dalla casa e dare l’allarme”. I fatti si sono svolti a fine settembre dello scorso anno. L’uomo era finito agli arresti domiciliari nella sua città, dopo che, qualche settimana prima, aveva raggiunto l’ex fidanzata sul luogo di lavoro, a Mentone, minacciandola di morte se non fosse tornata con lui.
I due avevano avuto una breve relazione tra giugno a luglio. Non rassegnandosi alla fine del rapporto, infatti, Davide Bianchi aveva cominciato a perseguitare la ragazza, che aveva sporto due denunce, la seconda dopo l’aggressione avvenuta in Francia.
Per questi fatti, l’altro ieri, il giudice monocratico di Imperia lo ha condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione. Ventiquattro ore dopo Davide Bianchi è ricomparso davanti ai giudici.