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Sanità | 21 maggio 2022, 07:00

Come superare la "prova costume"!

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

Come superare la "prova costume"!

Purtroppo, le mezze stagioni non esistono più, e il cambio delle temperature, da quelle rigide invernali a quelle umide estive, è sempre più brusco e repentino.

In men che non si dica ci ritroviamo a svuotare il nostro armadio dai cappotti, maglioni e sciarpe per riempirlo con t-shirt, pantaloncini, canotte e vestitini. Cambiano le temperature e con esse anche le nostre abitudini alimentari. I pasti si arricchiscono di frutta esotica e di una grande varietà di verdure dell’orto. Ricerchiamo pasti più freschi e leggeri, abbandonando zuppe, stracotti, stufati e minestroni di legumi. La tisana calda lascia il posto alla spremuta di frutta fresca o al frullato, mentre le insalatone miste fanno da “regine”.

Le giornate si allungano e ci torna la voglia di dedicarci anche alla nostra forma fisica! Passeggiate, gite in bicicletta, corse mattutine si conquistano un posto nella lunga lista dei nostri impegni quotidiani. Insomma, la voglia di “alleggerirci” aumenta così come la nostra voglia di vacanze. E sì, chi non anela a qualche giorno di vacanza, magari in una bella località balneare? A questo punto il nostro sorriso si spegne, lo sguardo si rabbuia e il nostro umore cambia.

In costume, davanti allo specchio, proprio non riusciamo ad accettare quei rotolini evidenti di grasso che alterano le nostre forme o i nostri muscoli “svuotati” e la pelle non più tonica. Il problema è che, d’estate, non possiamo più nasconderli sotto il maglione o la tuta di una misura più grande e la loro vista ci indispone. La fatidica “prova costume” è spietata! E sì, lei si presenta puntuale ogni anno e, più o meno intorno a maggio, ci spinge alla ricerca spasmodica del peso forma. Parte quindi la corsa alle diete, più o meno equilibrate, quasi sempre di sottrazione, molte “fai da te” o scaricate dal sito web “specializzato” o lette sulla rivista di “gossip”, mentre attendiamo il nostro turno in una sala di aspetto. Ma cosa si cela dietro a un sovrappeso, a un addome prominente, a una ritenzione idrica sulle cosce o dietro a una muscolatura tutt’altro che tonica? Come sempre vi invito a riflettere sulle cause. Infatti, il grasso in eccesso e il muscolo in difetto sono solo i “sintomi” di disfunzioni metaboliche che affliggono il nostro organismo, alla base delle quali c’è sempre una alterata digestione.

Ma perché è così importante “digerire bene”? E cosa c’entra la nostra digestione con i nostri chili in eccesso? La prima considerazione che voglio fare è che l'essere umano dedica gran parte della sua esistenza fisica a elaborare sostanze organiche e a eliminare le scorie prodotte. Sarà proprio la maggiore o minore efficienza di questo processo digestivo che andrà a condizionare lo stato energetico, la funzionalità degli organi, la velocità del metabolismo e, di conseguenza, il nostro “peso”. Se il processo digestivo è difettato, verrà alterato anche tutto l’assorbimento dei nutrienti e l’eliminazione delle tossine, che rimarranno intrappolate all’interno del nostro organismo, andando a provocare reazioni gastro-intestinali come gonfiore, meteorismo, stipsi e tutta la sintomatologia classica di una “cattiva” digestione.

Una funzione digestiva non efficiente andrà, a sua volta, ad alterare il sistema immunitario, quello nervoso, l’equilibrio ormonale, la capacità di disintossicante, la funzionalità del cervello e, non ultimo il nostro “equilibrio glicemico”. Ma cosa può alterare la digestione? In primis la carenza di nutrienti e l’assunzione di cibi addizionati di sostanze citotossiche e genotossiche. Se il cibo non viene digerito, tutta la macchina corporea viene compromessa: le cellule vanno in iponutrizione, perché non ricevono i giusti nutrienti, con la grave conseguenza che viene alterata la salute e la funzionalità delle mucose gastrointestinali che diventano porose e infiammate.

Conseguenza prima di questa infiammazione sono il “male assorbimento” e la sindrome dell’intestino permeabile. In questa condizione, i villi dell’intestino tenue si infiammano e si irritano, il che consente alle tossine del metabolismo e a quelle microbiche di giungere al flusso sanguigno. Questo evento compromette il fegato, il sistema linfatico e la risposta immunitaria, compreso il sistema endocrino/ormonale.

Il nostro organismo inizierà a trattenere tossine che andranno ad alterare anche tutta la modulazione dell'assorbimento degli zuccheri e dei grassi e, in men che non si dica, salterà il nostro equilibrio glicemico. Molti ritengono che l’aumento di peso dipenda unicamente dall’eccesso di calorie introdotte con la dieta. Secondo la Nutrigenomica, invece tutto ruota intorno a ciò che effettivamente le nostre cellule ricevono come nutrienti. Nel nostro DNA esistono circa 35.000 geni, la maggior parte dei quali funzionano in relazione alla qualità del cibo ingerito e non alla quantità. Quindi il cibo non è più visto solo come calorie introdotte, ma come “informazione” diretta alle nostre cellule: esso entra nel sistema digerente, penetra nell’organismo e regola i processi metabolici più profondi. Il cibo altamente processato, addizionato e conservato non è sano e non contiene le informazioni giuste.

Potremmo dire che parla un linguaggio che il nostro organismo non riconosce. Questa mancata comunicazione con il tempo dà il via a un progressivo ed inevitabile processo di “disequilibrio molecolare” alla base di tutte le patologie cronico degenerative come anche l’obesità!

Quindi, la cosa importante non è solo, quante calorie abbiamo introdotto in una giornata, ma quanti nutrienti abbiamo fornito alle nostre cellule attraverso il cibo, perché la maggior parte delle persone, indipendentemente dal loro peso, sono in una condizione di iponutrizione.

I maggiori responsabili delle alterazioni delle funzioni digestive non sono i grassi, ma gli zuccheri. Troppo zucchero sintetico, troppi cereali raffinati, troppo zuccheri aggiunti…ovunque, dalle bibite al salmone in scatola. Zuccheri che alterano e disturbano il metabolismo. Infatti, la variazione del nostro peso più che all’apporto calorico è legata al fattore metabolico, ossia al modo in cui l'organismo trasforma gli alimenti in energia o in tessuto adiposo. La chiave di questo processo è l'equilibrio glicemico.

Infatti, l'instabilità glicemica comporta un continuo aumento e abbassamento della concentrazione degli zuccheri nel sangue. Quando è troppo elevata (iperglicemia) l’organismo trasforma gli zuccheri in eccesso in grasso e quando è troppo bassa (ipoglicemia) scatta il meccanismo subdolo della ricerca e necessità di zuccheri, affiancata da un senso di spossatezza e astenia.

Dobbiamo anche ricordarci che quando la glicemia aumenta l’organismo produce insulina, l’ormone che permette il passaggio degli zuccheri dal sangue alle cellule. Un eccesso di zuccheri verrà trasformato in grassi e, quanto più frequenti saranno i picchi glicemici, tanto più si tenderà a trasformare gli zuccheri in grasso. Nel tempo le cellule diventeranno meno reattive al comando insulinico, inducendo il pancreas a produrne una sempre maggiore quantità. È innegabile! I pasti con alimenti ad alto carico glicemico andranno a provocare picchi glicemici e, nel tempo, anche una alterazione di questo delicatissimo equilibrio.

L'equilibrio glicemico è probabilmente il fattore più importante nel determinare non solo il livello energetico, ma anche il controllo del peso. Il nostro stesso appetito dipende in ampia misura dal livello degli zuccheri nel sangue: quando la glicemia diminuisce si accende lo stimolo della fame e se il glucosio in circolo è troppo elevato l'organismo ne trasformerà la quantità eccedente in glicogeno che verrà immagazzinato principalmente nel fegato, nei muscoli o nel tessuto adiposo che è la nostra riserva di energia di lunga durata.

Al contrario, se il glucosio è insufficiente avvertiremo tutti i sintomi classici dell’ipoglicemia, come irritabilità, stanchezza, sudorazione, cefalea e disturbi digestivi. Purtroppo, sempre più persone soffrono di alterazioni della regolazione glicemica con sbalzi alternati tra livelli di glicemia troppo elevati e livelli troppo bassi.

A lungo andare questa condizione faciliterà proprio l'accumulo di adipe e quindi di grasso. Il segreto per perdere peso è semplice! Basta seguire uno stile alimentare che mantenga costante il livello glicemico; avere una buona digestione e praticare una idonea attività fisica.

Bisogna scegliere alimenti che non provochino sbalzi della glicemia come i cereali integrali, il pesce e la verdura fresca; i legumi, i semi oleosi. Dobbiamo evitare i cibi raffinati, i succhi di frutta industriali, i dolci e le bibite con gli zuccheri aggiunti. Un buon escamotage potrebbe essere consumare carboidrati a basso carico glicemico accompagnati con alimenti ricchi di proteine come, ad esempio, il riso integrale con il pesce; la feta con una insalata; la pasta integrale e fagioli. E’ fondamentale aumentare la quantità di grassi essenziali come gli Omega 3 che promuovono il dimagrimento in quanto hanno un azione antinfiammatoria sistemica e ridurre la quantità di grassi saturi che andranno invece ad appesantire il fegato e i reni.

Per mantenersi in normopeso è importante evitare le sostanze epatotossiche come quelle contenute nel fumo di sigaretta e nei super alcolici. Uno dei mezzi più efficaci per regolare la glicemia, il peso e l’appetito è quello di consumare cibi ricchi di micronutrienti come gli antiossidanti, gli enzimi digestivi e sali minerali contenuti nella frutta e nella verdura. Ottimi sono i frutti di bosco accompagnati da mandorle.

La capacità di trasformare il cibo in energia, anziché in grasso, dipende anche dalle centinaia di enzimi, la cui azione dipende, a sua volta, da vitamine e minerali specifici. L’organismo, ad esempio, ha bisogno di zinco e di vitamina B6 per produrre insulina, questa, a sua volta, per controllare la glicemia necessità di cromo, un minerale essenziale che aiuta a regolare il peso.

Per trasformare il glucosio in energia anziché in grassi necessitiamo anche della vitamina C e del magnesio. I semi oleosi contengono grandi quantità di zinco e magnesio, mentre quasi tutte le varietà di frutta e di verdura sono ricche di vitamine del gruppo B e C.

Il cromo si trova nella pasta, nel pane integrale, negli asparagi, nei funghi, nei fagioli, nella frutta secca. Provate a sostituire il pane di frumento raffinato con l’avena o la segale integrale, perché, a differenza del pane bianco, hanno un rilascio lento degli zuccheri e non provocano picchi glicemici.

Allora, per concludere, se volete dimagrire, più che uno sguardo alla vostra bilancia, guardate il vostro piatto e assicuratevi che contenga cibo fresco e nutriente, a basso indice e carico glicemico.

E ricordatevi che, se non avete una “buona” digestione, tutti i vostri tentativi di superare la fatidica “prova costume” …saranno vani!

Redazione

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